59 milioni di euro per il fiume Po navigabile. Inizio lavori nel 2025
Interventi per 59 milioni di euro volti a migliorare e potenziare il sistema idroviario padano-veneto, in particolare sul fiume Po e la via navigabile Fissero-Tartaro-Canalbianco, che collega Mantova al mare Adriatico.
È quanto ha approvato la Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell'assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile, Franco Lucente. La delibera dà il via libera allo schema di convenzione che sarà sottoscritta tra la Regione e AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) per disciplinare le modalità di attuazione, monitoraggio e rendicontazione del finanziamento ministeriale pari a 59 milioni di euro.
"Si tratta di risorse importanti - ha commentato l'assessore Lucente - che permetteranno di realizzare interventi per migliorare la navigabilità del Po, rendendolo sempre più il centro nevralgico del trasporto commerciale su acqua del Nord Italia. Le ricadute saranno notevoli anche per quanto concerne la mobilità, con una navigabilità sempre più sicura, green e la valorizzazione paesaggistica ed ambientale di luoghi di indiscutibile bellezza".
"Grazie alla collaborazione tra Ministero delle Infrastrutture, Regione Lombardia e AIPo, infatti - ha aggiunto - il 'Grande Fiume' diverrà realmente un corridoio nevralgico verso il Mediterraneo. Valorizziamo così l'intermodalità sinergica tra ferro, gomma e acqua, in modo da rendere la Lombardia e il settentrione sempre più competitivi a livello internazionale in ambito economico e commerciale".
Gli stanziamenti derivano da un accordo sottoscritto nel 2022 tra il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile e Regione Lombardia per la realizzazione del programma di interventi relativi al sistema idroviario padano-veneto. Le azioni oggetto della convenzione avranno importanti ricadute sulla navigazione del Po.
GLI INTERVENTI
In particolare, gli interventi riguarderanno:
- la sistemazione a corrente libera dell'alveo di magra del Po per le navi di classe Va CEMT (una categoria di portata delle navi) per il tratto tra Cremona e Foce Mincio, ricadente nelle provincie di Piacenza, Parma e Mantova, per un costo complessivo di 58 milioni di euro. L'avvio lavori è previsto nel 2025 con fine stimata entro il 2029. Gli interventi permetteranno di realizzare delle curve di navigazione, adeguando e correggendo alcune condizioni del fiume, oltre alla manutenzione delle opere spondali.
- la risoluzione di ostacoli alla navigazione lungo la linea navigabile Fissero-Tartaro-Canalbianco (Canale Mantova Adriatico) mediante risezionamenti straordinari della cunetta navigabile. L'idrovia collega la città virgiliana al mare con un percorso di circa 135 km, attraversando il territorio delle province di Mantova, Verona e Rovigo. Il costo complessivo è di 966.000 euro. L'avvio dei lavori avverrà entro quest'anno e terminerà nel 2024
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commenti
Mariateresa
26 luglio 2023 18:34
L'attenzione al Po come via navigabile (progetto non nuovo in quanto il Consorzio del Canale era stato costituito in epoca fascista nel lontanissimo 1939) è un'ottima opportunità di sviluppo commerciale e turistico.
Speriamo che si realizzi davvero
Manuel
27 luglio 2023 16:04
Speriamo che non si realizzi!
Tutti progetti/fuffa finalizzati a spartire eventuali elargizioni regionali od europee, assecondando carriere politiche e bramosie pecuniarie della solita corte di amici, conoscenti, amici degli amici. Si allestirebbe un (o più) ambizioso progetto, ovviamente sostenibile, elaborato dal tal architetto, coadiuvato dal tal ingegnere, il tecnico paesista che firma tutto, un po’ di ruspe, qualche viavai di autoarticolati, una ciclabile avveniristica, il nuovo boschetto per accogliere i tre uccellini e le due lucertole che si sono salvate dallo sconquasso e il menù è servito.
Si sottolinea come la voglia di bacinizzare il fiume a scopo navigazione sia datata, ragion per cui mi sovvengono alcune considerazioni a riguardo, preso atto di quanto ottenuto e sperperato in quasi un secolo: il regime fluviale del Po non è adatto alla navigazione commerciale; i “capitani coraggiosi” della politica e della finanza nostrane non sono sufficientemente seri per convogliare le cifre necessarie a destinazione; il gioco, economicamente, non vale la candela; alcune categorie economiche verrebbero penalizzate dalla valorizzazione la via d’acqua.
In ultimo mi chiedo: se andiamo avanti di questo passo, il fiume Po sarà ancora il grande collettore delle acque dell’Italia settentrionale o soltanto un lungo nastro di sabbia?