20 marzo 2024

A Casaletto Nadalino (appena fuori Sospiro) un piccolo oratorio dedicato alla Natività di Maria di proprietà veneta (1500) poi del matematico Campioni. Vicino, l'antica villa romana sepolta

Dal Veneto alla campagna cremonese, a Casaletto Nadalino, località appena fuori l’abitato di Sospiro, nella campagna verso Longardore. Ed il toponimo deriverebbe proprio dal cognome della famiglia veneta che qui si insediò nella seconda metà del XV secolo: Nadali, appunto, arrivati in zona quando Cremona passò sotto il dominio della Serenissima nel 1499.  

La località Casaletto quindi per estensione prese anche il nome di ‘Nadalino’ «Casaletto Nadalino non era una comunità del Contado, ma indicava il nome di una proprietà (Repertorio scritture contado di Cremona, sec. XVI-XVIII)» mentre nelle carte del Campi nel 1585 la località è indicata semplicemente come "casaletti"

Oggi questo luogo non è cambiato molto rispetto ai tempi passati e si compone, come allora, di una grande cascina ed una chiesetta. Dell’antichissima origine di questo territorio parleremo poco più sotto, mentre ora la nostra attenzione rimane proprio sul piccolo oratorio appena citato.

La chiesetta costruita sul quadrivio 

A presidio della cascina di origine medioevale, l’oratorio dedicato alla Natività di Maria, che  accoglie chi arriva a Casaletto, lasciando la via Giuseppina ed imboccando Via Soldi. Il piccolo edificio sorge dove oggi la strada svolta facendo una curva a gomito, ma in tempi remoti quell’edificio era in realtà proprio su un quadrivio, all'incrocio delle strade che nell’antica centuriazione romana collegavano Sospiro a Longardore, Pieve San Giacomo e alla Via Postumia.

Un piccolo oratorio, per l’appunto, anche se in realtà l’edificio che vediamo oggi è frutto di ampliamenti successivi del precedente luogo di culto che a sua volta, proprio per il fatto di essere in corrispondenza dell’incrocio tra un cardo ed un decumano, potrebbe essere sorto su un più antico sacello pagano di epoca romanica, convertito poi in luogo di culto cristiano. La costruzione di una chiesetta in quel luogo potrebbe essere attribuita proprio a quei Nadali giunti dalle terre venete e che divennero appunto proprietari del cascinale di Casaletto.

Di proprietario in proprietario, dai veneti al matematico cremonese ed al nobile Cauzzi

Nel 1559 il proprietario risultava essere tale Antonio Natali (cognome chiaramente derivato dall’originale veneto ‘Nadali’), mentre nel 1649 la proprietà passò al matematico Alessandro Campioni, che curò la ristrutturazione della chiesetta già esistente e del quale campeggia ancora oggi un suo ritratto affrescato proprio all’interno dell’oratorio.  

Risale invece al 1692 una descrizione specifica dell’edificio, riportata nelle perizie degli ispettori ai beni che così la descrivono: “la chiesola ossia oratorio con sua faciata et cornisone turchino, sopra la porta quadra sen’anta si trova una finestra grande e due più piccole”. Ma la ‘chiesola’ non rimase così com’era stata descritta perché solo pochi anni dopo questa perizia, sappiamo che il nobile Alessandro Cauzzi, che all’epoca si occupava dei beni di Casaletto Nadalino, la fece ampliare e la rese così come appare oggi, ossia con un portone ed una sola finestra grande. Correva l’anno 1696 e tutto è testimoniato nell’altro affresco all’interno della chiesetta, dove si legge che questo luogo “in praesentem elegantiorem et ampliorem formam redactum fuit anno 1696” (trad. ‘Nell’anno 1696 venne reso nell’attuale forma più elegante e più ampia’).

Negli ultimi anni la chiesa è stata oggetto di un restauro della facciata e dei tetti mentre l’interno è sempre stato mantenuto in buone condizioni; sui muri emergono tracce di antiche decorazioni affrescate che furono successivamente ricoperte dalle pitture più recenti nei successivi interventi di ristrutturazione, che nei secoli scorsi vennero effettuati passando di proprietà in proprietà. Essendo dedicata a Maria, è usanza che a maggio vi si reciti il rosario mentre in occasione della festa della Natività di Maria (8 settembre) viene celebrata la messa.  

L’antica villa romana e gli scavi interrotti che lasciano il mistero

Castra Langobardorum, gli accampamenti dei Longobardi, ovvero un luogo con fortificazioni che racconta la presenza di insediamenti di epoca longobarda. Oggi questo luogo risponde al nome di Longardore, frazione di Sospiro (dal latino Sex-Pilae, ossia sei pietre miliari, la distanza da Cremona), a metà tra la via Giuseppina e l’antica via consolare Postumia. Origini antichissime, dunque, di queste terre. Probabilmente questi castra dei longobardi furono gli accampamenti stabiliti nel 602 d.C. dal re longobardo Agilulfo durante la sua offensiva contro Cremona. 

Casaletto Nadalino, che nei secoli scorsi fu un insediamento riferito al Comune di Longardore ed anche qui troviamo tracce della storia più remota delle nostre terre. Sorgeva su un quadrivio, come spiegato sopra, ma la sua origine antica è confermata anche da altre tracce, nascoste e letteralmente ‘sepolte’ dai secoli.

Nel campo dietro la cascina di Casaletto infatti, proprio in prossimità di quella che era una della quattro strade che si incrociavano nel quadrivio, una ventina di anni fa si iniziò a scavare alla ricerca dei resti di una costruzione di epoca romana. E fu trovata: dalla terra emersero le fondamenta di quella che era una villa, di dimensioni notevoli perché si stimò che misurasse 50 metri per 100, quindi una costruzione appartenuta sicuramente ad una famiglia patrizia e benestante. Si scavò e si cercò per qualche tempo, i riscontri non mancarono, ma poi le ricerche furono sospese e gli scavi rimasero incompiuti. Il progetto si fermò prima di aver recuperato l’intero complesso e così quelle pietre, vecchie di secoli, dopo aver rivisto la luce ed essere ritornate sotto i riflettori per qualche mese, finirono di nuovo coperte di terra e l’area dello scavo tornò ad essere un campo, destinato a custodire i segreti ed i tesori di un passato remoto che è storia.

Nelle foto la chiesetta, l'interno e l'iscrizione. Poi i vecchi affreschi e il matematico Campioni

Michela Garatti


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