31 maggio 2024

A colloquio con gli ex-sindaci di Cremona. Alfeo Garini: "La mia giunta fu la prima a riunire democristiani e comunisti. Ai cremonesi dico: siate i primi ad amare la nostra città!"

A pochi giorni dal voto (il prossimo 8 e 9 giugno) per l'elezione del Sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale, abbiamo deciso di intervistare gli ex-sindaci della città e fare alcune riflessioni sulla loro esperienza amministrativa, con un parallelo tra la Cremona a tempi del loro mandato e la Cremona di oggi, con anche alcune indicazioni per il prossimo Primo Cittadino. 

ALFEO GARINI

E' stato l'ultimo sindaco di Cremona eletto dal consiglio comunale, secondo la vecchia legge che non prevedeva l'elezione diretta del primo cittadino. Nato nel 1940 a Rivarolo del Re e laureato in giurisprudenza all'Università di Parma, per diversi anni esercitò l'attività di avvocato con specializzazione civilistica ed urbanistica; venne eletto nel 1990 in quota Democrazia Cristiana anche se la sua giunta fu tra le prime in Italia a riunire Dc e Partito Comunista. Sindaco nel quinquennio 1990-1995, durante il suo mandato Cremona accolse nel 1992 la visita di Giovanni Paolo II e di un giovane Silvio Berlusconi nel 1993, poco prima di lanciarsi in politica. Garini non ha lasciato del tutto la politica, fondando Italia Viva a Cremona. 

Come è stata la sua esperienza da Sindaco di Cremona?

"Per me è stato un grande onore, un'esperienza incredibile anche se impegnativa. E' stato molto gratificante, soprattutto per me che non ero della città, ma venivo dalla provincia, verso il casalasco. La nostra esperienza politica è stata tra le prime in Italia a dare vita ad una giunta che riuniva democristiani e comunisti, rimanendo in carica fino a fine mandato, mentre altre esperienze simili non hanno avuto lunga vita. Siamo stati pionieri e la nostra esperienza ha fatto scuola. Nella mia giunta posso vantare nomi come l'architetto Michele de Crecchio per esempio, grande conoscitore della città e della sua storia. Erano anche gli anni di mani pulite e in quel periodo a Cremona si parlava del 'combustore' e dei problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e per me fu motivo di grandi preoccupazioni per via di tutti gli scandali che stavano emergendo a livello nazionale, legati a grandi opere. Naturalmente non fummo mai coinvolti in nessun inchiesta; ci furono però delle frizioni interne, soprattutto in seguito al referendum. Avevamo anche la stampa locale non favorevole ed a quei tempi erano molti di più i lettori del quotidiano cittadino.

Poi come non ricordare la visita di Giovanni Paolo II nel 1992 che, seppur febbricitante, visitò la città, primo Papa a tornare a Cremona dopo 900 anni e che accompagnai personalmente. L'anno dopo invece venne Berlusconi, che stava lanciando il suo progetto politico. Nel complesso devo dire che è stata una esperienza positiva ed arricchente, un confronto che ha contribuito ad ammorbidire certe mie posizioni di cattolico molto intransigente". 

Tornando ai giorni nostri, quali differenze trova tra la politica di allora e quella di oggi?

"Enorme. La differenza è enorme, perchè all'epoca chi arrivava a certi livelli aveva delle basi, faceva gavetta, esistevano le scuole di politica. Per questo c'era più competenza. Io stesso prima di fare il sindaco ho fatto esperienza in consiglio sia come consigliere che come assessore. Oggi chi fa ancora la gavetta?"

Una risposta tranchant... Invece quali sono le differenze tra la Cremona degli anni '90 e quella odierna?

"Tutto un altro mondo, ma questo non vale solo per Cremona, perchè è tutto il contesto in generale ad essere cambiato radicalmente, tutta la società. Pensi che quando sono stato eletto mi hanno dato uno dei primi telefoni cellulari con tanto di valigetta per trasportarlo, ed era una cosa eccezionale. A quei tempi poi non esistevano supermercati: il primo fu l'Esselunga nel 1994, durante il mio mandato. Fu costruito ponendo la massima attenzione al contesto urbanistico in cui si inseriva.

Riguardo al fatto che il centro storico sia spento, è vero, ma è purtroppo vero che anche in questo caso non solo a Cremona. Lo stesso vale per le nuove generazioni, che crescono in una società completamente diversa dalla nostra e quindi sono figlie del loro tempo, hanno i loro mezzi e modi di comunicazione. Però tra i lati positivi, non dimentichiamo che a Cremona oggi c'è l'Università e che quindi offre un'attrattiva in più".

Parliamo ora invece un successo raggiunto nel suo mandato e al contrario un rammarico, un progetto rimasto nel cassetto?

"Sicuramente un successo sono stati i grandi eventi culturali, dal Festival Monteverdi -'scippato' alla città di Mantova- alla Fondazione Stauffer, senza dimenticare la programmazione di alto livello del Ponchielli. Cremona è la città della musica, riconosciuta ed apprezzata all'estero per la sua tradizione liutaria. Rispetto ai rimpianti, invece, ho il rammarico di non essere riuscito a creare un accordo tra le province del sud Lombardia, Brescia, Bergamo, Pavia e Mantova, finalizzato ad una crescita e sviluppo sinergico, in particolare sul lato del trasporto pubblico. Purtroppo le sensibilità verso queste problematiche non erano particolarmente attente, si tendeva a guardare prevalentemente ai problemi contingenti piuttosto che avere una visione sul futuro."

Infine, se dovesse dare tre consigli o suggerimenti al prossimo sindaco di Cremona, quali sarebbero?

"Per prima cosa direi di mantenere alto l'impegno sulla cultura, sotto tutti i profili, perchè è il pane quotidiano soprattutto per i giovani. Anche potenziando gli eventi culturali già in essere. Poi direi di porre attenzione al carattere storico ed edilizio della città, per non snaturarla sia nel centro che nelle periferie. Mai rinunciare alla pedonalizzazione del centro storico, vivibile per giovani e anziani. Infine, il consiglio di non farsi influenzare dal pettegolezzo e dalle critiche fini a sè stesse. In molti luoghi della città si 'coltiva' il pettegolezzo, ma questo non deve essere ascoltato, perchè pericoloso e senza una finalità nobile. Un consiglio invece che do ai cremonesi è quello di amare la propria città, Cremona deve interessare per prima ai suoi cittadini." (3-continua)

nelle immagini Alfeo Garini in un recente incontro di Italia Viva, durante la visita di Silvio Berlusconi del 1993 alla collezione degli Archi di Palazzo Comunale e durante il suo mandato da sindaco

Michela Garatti


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commenti


ANTONIO SIVALLI

31 maggio 2024 12:33

è stato un vero affare per Cremona

Mencia

9 settembre 2024 19:38

Per me l'unica cosa che ricordo di questo incompetente è che ha bloccato i lavori del palasport,pagando penali ai progettisti e alle imprese e negando a Cremona un palazzo dello Sport , che sarebbe servito , dato che il Palaradi è vetusto