A colloquio con gli ex sindaci di Cremona. Giancarlo Corada: "Il rammarico è non aver fermato l'espansione dei centri commerciali. Il nuovo sindaco dovrà affrontare come priorità l'inquinamento"
A pochi giorni dal voto (il prossimo 8 e 9 giugno) per l'elezione del Sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale, abbiamo deciso di intervistare gli ex-sindaci della città e fare alcune riflessioni sulla loro esperienza amministrativa, con un parallelo tra la Cremona a tempi del loro mandato e la Cremona di oggi, con anche alcune indicazioni per il prossimo Primo Cittadino.
GIAN CARLO CORADA
Classe 1951, laureato in lettere e filosofia, ha insegnato all'Aselli prima di passare alla carriera politica: nel 1990 infatti viene eletto presidente della Provincia di Cremona e nelle elezioni del 12 e 13 giugno 2004 viene eletto sindaco di Cremona, incarico che porterà avanti fino a fine mandato nel 2009. Ha scelto poi di non dedicarsi più alla politica attiva e dal 2016 è presidente provinciale ANPI, incarico che ricopre ancora oggi.
Professore, ci racconti oggi a distanza di 20 anni come è stata la sue esperienza di Sindaco
"Devo dire che sono partito con un po' di riluttanza, dovuta principalmente al mio carattere. Poi naturalmente ho accettato e cercato di fare al meglio delle mie possibilità. Posso dire che è stata un'esperienza impegnativa, a tratti faticosa, nel senso che ho sempre privilegiato il contatto con la gente, la porta del mio ufficio è sempre stata aperta a tutti. Dall'eseprienza come amministratore provinciale avevo ben presente problematiche come la povertà o i casi umani più impegnativi, ma ne avevo una conoscenza più 'teorica'. Da sindaco invece li ho dovuti toccare con mano, facendone esperienza diretta, incontrando faccia a faccia le persone ed i loro problemi. Sicuramente è stato anche questo un fattore arricchente, soprattutto sul piano umano; perciò reputo la mia esperienza come sindaco certamente positiva."
Da tempo ha scelto di stare fuori dalla politica attiva. Come giudica il modo di fare politica oggi rispetto agli anni in cui era invece tra i protagonisti?
"Da tempo ormai il mio giudizio sulla politica è molto critico, ma ciò non deriva dall'esperienza di Sindaco di Cremona, ci tengo a precisarlo. In realtà questo sentimento di disamore nasce già da molto prima e nel tempo poi, soprattutto a partire dagli anni '90, è andata crescendo la delusione verso un modo di fare politica, a tutti i livelli, lontano da quella moralità pubblica che invece ci si aspetterebbe da chi governa. La mia scelta di scendere in campo attivamente da primo cittadino è maturata proprio dalla convinzione e dalla volontà di poter fare la differenza, poter lasciare una traccia in positivo. Oggi ho scelto invece di non essere più in campo attivamente, ma di fare politica da intellettuale, in particolare in veste di presidente ANPI e attraverso attività culturali"
Torniamo a parlare di Cremona. Che differenze trova invece tra la città al tempo del suo mandato e quella di oggi (economia / società / commercio / sicurezza...)?
"Sicuramente all'epoca del mio mandato tanti dei problemi di oggi erano agli alborii: si iniziava a percepirli, poi col passare degli anni sono emersi in modo più importante. Prendiamo ad esempio il tema della desertificazione del centro, peggiorato dalla scelta di costellare di supermercati e centri commerciali i dintorni della città; ma non solo, perchè se è vero che in centro oggi si vedono molti negozi -anche storici- vuoti, nessuno parla degli oltre 2500 appartamenti sfitti. La ristrutturazione di lusso funziona, ma servirebbe comunque un piano di recupero dell'esistente ed il blocco del nuovo. Sul piano dei giovani, se escludiamo le due piazze principali (Piazza della Pace e Piazza Stradivari) che accolgono la movida del venerdì e del sabato sera, il resto della città non offre attrazione, escluso qualche luogo di richiamo, ma in modo puntiforme e non diluito uniformemente. Certo c'è il tema della denatalità e della fuga dei giovani verso l'estero, che in parte si mitiga con la presenza degli immigrati, che arrivano al 12% della popolazione e che anche da questo punto di vista sono una ricchezza. Sul piano della sicurezza, sicuramente è cresciuta rispetto ai miei tempi la piccola criminalità, aumentando la percezione di insicurezza dei cittadini, anche se tutto sommato Cremona non è una città insicura".
Ci racconta ora invece un successo raggiunto nel suo mandato e al contrario un rammarico, un progetto rimasto nel cassetto?
"Sicuramente reputo un grande successo l'aver portato a Cremona l'Università: tutta l'attività impostata per arrivare ad avere il Politecnico, la Cattolica, Santa Chiara. Un percorso iniziato già da Presidente della Provincia e realizzato poi da Sindaco. Il rammarico più grande invece è di non essere riuscito a trovare il modo di recuperare le abitazioni già esistenti, bloccando le costruzioni e lo sviluppo delle aree più esterne, oltre naturalmente ad evitare l'esplosione del numero di supermercati e centri commerciali. Nella mia ottica sarebbe stata una scelta di principio, oltre che rivelarsi vincente anche sul piano ecologico, così come mi sarebbe piaciuto avere la forza economica ed il consenso per abbatttere gli oneri sulle ristrutturazioni per incentivare il recupero degli edifici".
Un'ultima domanda: quali sono i tre consigli o le tre cose da fare per prime che si sente di suggerire a chi sarà eletto sindaco a giugno?
"Per prima cosa consiglio al futuro Sindaco di mantenere sempre un atteggiamento di apertura e di disponibilità al confronto, soprattutto con i cittadini. In secondo luogo porre attenzione al centro storico ed all'economia, per far rivivere la città ed il centro, anche dal punto di vista abitativo. Infine credo che sia fondamentale mettere la massima attenzione sui temi dell'ambiente e della salute, soprattutto per una città come la nostra che presenta dati tragici sull'inquinamento e sulle malattie che ne derivano. Questo aspetto però dovrebbe essere affrontato con una strategia che parta da un'analisi di tutti gli aspetti in campo, considerando i dati legati al traffico, alle aziende ed anche alle città limitrofe, in una visione di insieme." (2-continua)
nelle foto Gian Carlo Corada in Cortile Federico II e durante il suo mandato amministrativo
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commenti
Antonio Sivalli
30 maggio 2024 09:26
Dell' ex Sindaco Corada ricordo il buco di Piazza Marconi e via Dante i residenti e i commercianti ringraziano ancora oggi
PierPiero
30 maggio 2024 12:38
Vero che le autorizzazioni per costruire dei mega centri commerciali non si fanno in due giorni però ricordiamoci che il CremonaPo è stato inaugurato nel 2006, dopo ben due anni di amministrazione Corada...
Msrco
31 maggio 2024 04:08
Tutti i nostri ex sindaci ( Garini,Bodini, Perri,Corada ecc ecc) sono persone come noi che si sono messe in gioco per la città caricandosi sulle spalle consapevolmente responsabilità a tutti i livelli.
Con il senno di poi hanno il coraggio di ammettere gli errori fatti e questo gli fa onore.
Ricordiamo tutti che alla fine guidare la Città è un lavoro di squadra, sottoposto a pressioni politiche esterne indebite.
E gli errori dipendono anche da questo.
beltrami
31 maggio 2024 13:53
ricordo bene ad una riunione, quando caldeggiava la costruzione del Cremona Po Ipercoop, quindi mi dispiace, ma sta mentendo