Aggressione omofoba in pieno centro (in via Manzoni, sotto i portici di piazza Roma) ai danni di un 42enne cremonese «insultato e pestato perché sono omosessuale», così ha detto la vittima, che ha presentato una denuncia in questura. Tutto è accaduto nella serata di ieri, mercoledì 4 settembre, alle ore 21:30, l'uomo è stato colpito al volto con una lattina, venendo ferito e quindi trasportato al pronto soccorso. Un testimone, amico della vittima, racconta: «Stavamo passando sotto i portici di via Manzoni quando ci siamo imbattuti in un gruppo di ragazzi. Uno di loro, dopo aver adocchiato la borsa arcobaleno che il mio amico portava a tracolla, ha urlato "sei bellissimo" aggiungendo un epiteto omofobo. Il mio amico ha reagito con parole piccate e quel punto lo stesso giovane che aveva pronunciato l'insulto si è avvicinato con fare minaccioso e lo ha colpito in pieno viso con una lattina procurandogli un taglio sulla guancia, a pochi centimetri dall'occhio; poi ha tentato di sferrargli un calcio al fianco, ma la borsa ha attutito il colpo». Il 42enne ha ricevuto un primo soccorso dal 118, poi è stato trasportato all'ospedale, la prognosi è di pochi giorni.
Sul caso indaga la polizia, che sta passando al setaccio le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza nell'intento di identificare l'aggressore.
Intanto stanno arrivando parecchie reazioni all'accaduto. Ecco quanto scrivono Sinistra per Cremona - Energia Civile , Alleanza Verdi Sinistra Cremona, Partito Socialista Italiano Cremona: "Cremona che si veste di Arcobaleno nei giorni del Pride, in un abbraccio cittadino collettivo e apparentemente condiviso, torna nuovamente teatro di aggressioni violente di puro stampo omofobo. L'aggressione di ieri sera ai danni di un giovane, "colpevole" di aver indossato una tracolla arcobaleno, prima aggredito e insultato da un gruppetto di violenti e poi colpito al volto con una lattina, dimostrano ancora una volta che l'omofobia ha ancora radici profonde nella società e che molto ancora c'è da fare per debellare un pregiudizio frutto dell'ignoranza e dell'intolleranza.
L'omofobia va contrastata alla radice non solo penalmente ma anche culturalmente nei luoghi deputati all'educazione delle giovani generazioni, a partire dalle scuole, nella famiglia, nei luoghi di lavoro e di socializzazione.
Ma una certa parte politica di destra ostacola con ogni mezzo che ciò si realizzi in nome della libertà di educazione, che poi si traduce purtroppo ancora in una "libertà di menare".
Serve una risposta politica forte a questi fatti di odio, oggi sempre più frequenti per garantire ad ognuno di essere veramente libero di esistere e di camminare senza paura per il proprio orientamento sessuale.
Nel portare la nostra solidarietà al ragazzo aggredito, condividiamo il messaggio di condanna delle associazioni LGBTQIA+ per schierarci al loro fianco.
Cremona non ci sta! Cremona non odia!"
"Non è accettabile che nel 2024 accadano ancora questi episodi, simili atti di violenza e discriminazione non possono essere tollerati e devono essere contrastati con forza. È fondamentale promuovere politiche inclusive e attuare misure concrete per combattere ogni forma di discriminazione, affinché episodi di questo tipo non abbiano più luogo nelle nostre città" così il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni interviene in merito all'aggressione omofoba avvenuta ieri sera a Cremona.
"Il Comitato Cremona Pride e Arcigay Cremona La Rocca esprimono piena solidarietà alle vittime dell’ennesima aggressione omofoba che ha macchiato le vie della nostra città, mercoledì 4 settembre.
È intollerabile, nel 2024, ricevere ancora insulti per il modo di essere, di vestirsi o di truccarsi.
È intollerabile che un bacio, un abbraccio o una borsa arcobaleno possano costarti una notte in ospedale.
Vogliamo essere liberi e libere di esistere. Liberi e libere di camminare per le vie della nostra città al sicuro dall’intolleranza e dall’odio. Vogliamo abitare una città civile, una città che si schiera apertamente contro discriminazioni e violenze perpetrate per l’orientamento sessuale; che prende posizione e soprattutto che lavora al nostro fianco per un cambiamento sociale e culturale di cui abbiamo bisogno - e ne abbiamo bisogno adesso.
Come associazioni LGBTQIA+ del territorio offriamo pieno supporto alle vittime coinvolte e ribadiamo che nessuna persona queer dovrà più sentirsi sola a Cremona.
Cremona non odia. Stiamo scrivendo un pezzo di storia della città, che lasceremo a chi verrà dopo di noi. Costruiremo un posto migliore tutt* assieme".
commenti
Stefano
6 settembre 2024 15:55
La libertà di educazione non si traduce in libertà di menare, perché quanto è successo di educativo non ha proprio nulla. Se mai è sinonimo di grave maleducazione sfociata in un atto aggressivo. Per cui non si strumentalizzi il fatto rispetto a chi pretende di poter educare i propri figli nel modo "tradizionale",o non si vuole piegare all'imposizione e quindi alla violenza dell'ideologia gender.
Manuel
6 settembre 2024 19:30
Oramai si dovrebbe ritornare a discutere della parola libertà, seppur vero come se ne sia discusso per secoli e non si sia trovata unità di visione, cosa, a mio avviso, comunque difficile.
Certo che se uno si sente oppresso, violentato da ‘sta ideologia “gender” (mi documenterò meglio su di essa, anche se ne ho le tasche piene di sentir vaneggiare di questo presunto fenomeno culturale), immagino possa, debba adottare tutti i modi possibili per difendersi.
Credo questo sia un buon viatico per poter individuare in qualsiasi personaggio “pittoresco”, incontrato per la via, l’incarnazione del demoniaco impositore, circuitore...
Stefano
6 settembre 2024 22:37
Fa bene ad andare ad informarsi sull ideologia gender, si sa mai che me la sia sognata di notte, come il concetto di libertà che le pare un po' confuso. Con queste premesse non stupisce che venga a confondere un qualunque soggetto " pittoresco " con l'incarnazione del demonio o magari dell'ideologia gender.
Stefano
6 settembre 2024 18:37
Ed è ancor meno accettabile che una giovane donna venga assassinata con un coltello da un balordo che se ne andava in giro in bici con ben quattro coltelli in un altro paese del ricco nord, non sapendo altrimenti come trattenere la noia della sua schifosa esistenza fin qui condotta non tanto per imposizione altrui, quanto per scelta deliberata più o meno condizionata dall'uso di droghe o altro.