21 aprile 2024

Al confine con la Svizzera i finanzieri sequestrano una viola contraffatta. Chi tutela il saper fare liutario riconosciuto dall'Unesco?

Per contrastare il contrabbando e il traffico illecito di valuta e metalli preziosi, negli ultimi giorni sono stati intensificati i controlli ai valichi alpini di Valle d’Aosta e Piemonte, in particolare al confine con la Svizzera, nel corso di operazioni congiunte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e della Guardia di Finanza. Il potenziamento dell’attività di controllo ai confini, svolta su veicoli in strada e su treni, è avvenuto in concomitanza con la fiera Watches and Wonders di Ginevra, che a metà aprile ha riunito il gotha dell’orologeria mondiale. Al tunnel del Gran San Bernardo è stata sequestrata una viola contraffatta che un cittadino italiano stava tentando di far entrare in Valle d’Aosta. Lo strumento musicale aveva un falso cartiglio, che attribuiva la realizzazione a Leone Sanavia (Campolongo Maggiore, 20 maggio 1907 – Dolo, 2 gennaio 2004), importante maestro liutaio veneziano.
 “Se fosse stata originale avrebbe avuto un valore tra i 25mila e i 60mila euro”, ha affermato Daniela Dispenza, dirigente Antifrode dell’Agenzia delle Dogane nel nord-ovest Italia. Sono ormai tanti i segnali che fanno affermare con certezza che sono molte le opere liutarie di recente o più antica manifattura attorno alle quali si sta organizzando un fiorente mercato illegale. Gli accertamenti richiesti dall’ADM hanno portato all’ipotesi che la viola sequestrata sia stata costruita in Romania o in Ungheria e che abbia un valore inferiore ai 2mila euro. L’uomo fermato, in base alle norme attuali, rischia una sanzione fino a 5mila euro. Questo ulteriore fatto di cronaca riporta d’attualità alcune domande: come contrastare il commercio fraudolento di strumenti di liuteria? Come tutelare maggiormente il “saper fare liutario” antico o più recente? Che strumenti legali e materiali possono essere messi in campo dalle Associazioni Liutarie o dalle Istituzioni che si sono assunte l’onere della difesa e della valorizzazione del “saper fare liutario” riconosciuto bene immateriale dall’UNESCO?
Certo è che nessuna risposta potrà avvenire prescindendo dalla conoscenza del mercato e dalla competenza tecnica che assieme, in un costruttivo combinato disposto, possono arginare, assieme alle autorità costituite, fenomeni sempre più pervicaci che sfruttano brand identity, comunicazione e propaganda territoriale per facilitare traffici e commerci illeciti che bene non fanno a chi opera con professionalità e rispetto dell’antica arte liutaria. 
 

 

Fabio Perrone


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commenti


Nicolini Gualtiero

21 aprile 2024 15:36

Da anni denunciamo e evidenziamo la incapacità di tutelare la qualità della produzione e la presenza dei violini in bianco . Questo episodio evidenzia un altro fenomeno purtroppo molto diffuso i falsi in liuteria.
Anche in questo settore gravi carenze e incapacità di interventi