Aldino Zecca, esperto del Grande Fiume, sparito lungo il Po da più di un mese. Ricerche anche nel cremonese
Sono estese anche al cremonese, al casalasco ed all’intero corso del fiume le ricerche di Aldino Zecca, pensionato 77enne di Zibello di cui, da più un mese, purtroppo, si sono perse le tracce.
Esperto canoista, cicloamatore e grande conoscitore del Grande fiume, che profondamente amava ed intimamente conosceva, il 19 giugno scorso, come ogni giorno aveva raggiunto proprio le rive del Po come faceva, da decenni, a cadenza quasi quotidiana. Era solito, dopo pranzo, recarsi a Po con la sua canoa per un giro sul fiume che non si protraeva mai oltre le due ore. Del Po conosceva ogni angolo, ogni segreto, ogni storia e, da grande sportivo (da sempre praticava regolarmente sia il ciclismo che la canoa) era in condizioni fisiche ancora smaglianti, capaci di fare invidia a gente molto più giovane di lui. Per lui il giro in canoa era un toccasana, un momento di pace che gli era vitale. Quel giorno però qualcosa deve essere andato storto. Il ciclomotore con cui raggiungeva le rive del Po, a Zibello, era regolarmente al suo posto e c’era anche la canoa, ma piegata su sé stessa il che ha fatto purtroppo presagire ad un tragico incidente. Da subito ci sono state ricerche in lungo e in largo con carabinieri e vigili del fuoco che, hanno fatto tutto il possibile, per giorni, di giorno e di notte. Ci sono state ricerche sul fiume, sulla terra e dal cielo, con elicotteri, droni, imbarcazioni, squadre a piedi, unità cinofile, su entrambe le rive del Po. Da subito anche tanti privati cittadini, con le loro barche, hanno tentato ogni ricerca; ma senza esito. Ad oggi Aldino Zecca continua a risultare ufficialmente un disperso e le sue ricerche sono estese lungo tutto il corso del Po, fino al delta, ma in particolare alle rive parmensi e cremonesi, vale a dire laddove si sono perse le sue tracce. Comprensibile lo stato d’animo dei familiari che, da subito, hanno ringraziato tutti coloro che, in ogni modo, si sono prodigati e che ora, ancora una volta, contano sulla sensibilità e sull’attenzione di tutti. Ora, con il fiume che si è abbassato e molti spiaggioni si sono di nuovo scoperti, c’è la speranza che questa vicenda possa avere un epilogo. Anche per questo, soprattutto gli abituali frequentatori del fiume, i pescatori, chi possiede imbarcazioni, chi frequenta in ogni modo l’ambiente del fiume, sull’una e sull’altra riva, sono invitati a fornire la loro preziosa collaborazione, segnalando immediatamente al 112 qualsiasi particolare, anche minimo, che potrebbe riportare sulle tracce di Aldino, nella speranza di ritrovarlo e di portare così un po’ di pace, e di conforto, alla sua famiglia, alla moglie Rina, alla figlia Lucia, ai parenti tutti. Che dire di Aldino Zecca, per molti anni dipendente dell’ex Comune di Zibello dove era ufficiale d’anagrafe? Chi scrive queste righe lo conosceva fin dalla più tenera età Abituato ad essere un po’ “ribelle” fin da bambino, dopo essermi opposto alla normale frequentazione dell’asilo, trascorrevo in municipio, dove vivevo (mio padre, allora vigile urbano, era anche custode del municipio e quindi si viveva nell’appartamento comunale), le mie giornate. Grazie proprio ad Aldino Zecca ed a Paolo Capelli (costretti, di fatto, a suddividersi tra il ruolo di dipendente comunale e quello di “bambinai”), due storici dipendenti comunali, all’età di quattro anni avevo già imparato a leggere e scrivere e, soprattutto, a tormentare con le mie corse a bordo del triciclo e della macchinina a pedali, l’allora sindaco Gaetano Mistura, insigne storico locale, dotato di una pazienza non comune, che col tempo ho imparato a conoscere come portatore di valori umani fondamentali e cime autentica miniera di storia dei nostri territori. Aldino Zecca e Paolo Capelli, così come Gaetano Mistura, nonostante le notevole differenza d’età hanno sempre manifestato, con i fatti, sensibilità e attenzione nei confronti di chi, appunto, scrive queste righe. Con loro i contatti non sono mai venuti meno e ogni occasione d’incontro è e continua ad essere un privilegio. Di Aldino Zecca si può dire, brevemente, che è un uomo che, in silenzio, lontano da ogni “riflettore” (che rifuggiva) ha fatto del bene, con sensibilità profonda e speciale, a tante persone del paese; un uomo che ha amato la sua terra, la sua famiglia, mantenendo sempre con tutti rapporti cordiali e amichevoli; un uomo che ha amato lo sport come semplice occasione per vivere il tempo libero; un uomo che oggi, nei silenzi e nei misteri del Grande fiume, ha incontrato Dio. Con un rinnovato appello, a tutti i cremonesi, affinchè sia segnalata immediatamente qualsiasi traccia che possa ricondurre ad Aldino.
Eremita del Po
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commenti
Stefano
24 luglio 2024 21:54
Certo che pensando ad un incidente e conseguente annegamento, ritrovarlo a distanza di un mese in condizioni "dignitose"pare ahimè una grande utopia. C'è da chiedersi se il fiume era stato rigorosamente setacciato sin dall'inizio.