26 febbraio 2021

Altri 149 positivi al coronavirus a Cremona, positività al 9,7% Lombardia in zona arancione si allarga il contagio (+4.557)

Salgono ancora i positivi al coronavirus in provincia di Cremona arrivando a 149 casi. In regione a fronte di 46.725 tamponi effettuati, sono 4.557 i nuovi positivi (9,7%). Aumentano di 9 unità i ricoverati in terapia intensiva: 416, i ricoverati non in terapia intensiva: 4.034 (+10) e si registrano altri 48 decessi. I nuovi casi per provincia: Milano: 1.145 di cui 457 a Milano città; Bergamo: 358; Brescia: 918; Como: 289; Cremona: 149; Lecco: 197; Lodi: 51; Mantova: 180; Monza e Brianza: 505; Pavia: 220; Sondrio: 78; Varese: 365.

In Italia sono 20.499 i test positivi al coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i positivi erano stati 19.886. Le vittime sono invece 253, in calo rispetto alle 308 di ieri. Sono stati effettuati 325.404 tamponi con un tasso di positività del 6,3%. Nella giornata di giovedì erano stati rilevati 19.886 nuovi casi e 308 morti, con un tasso di positività del 5,6%

Da lunedì, in base al monitoraggio della Cabina di Regia, la Lombardia entra in zona arancione insieme a Piemonte e Marche. Non è l'Rt a farle spostare di zona, perché resta sotto 1 ma il rischio, per tutte e tre alto. Inoltre la Basilicata ha dati da rosso. Poi c'è il Molise che avrebbe chiesto di essere inserito nella zona con le massime restrizioni. L'Rt è 0,99, cioè la media dei due intervalli 0,93 e 1,03. Per quanto riguarda l'indice di replicazione delle varie regioni, per lo spostamento di zona si prende in considerazione l'intervallo più basso di quelli usati per calcolare il dato medio (se è sopra 1 scatta la zona arancione, se è sopra 1,25 quella rossa). Non solo, se l'Rt è inferiore a 1 ma il rischio calcolato sui 21 indicatori alto si entra comunque in arancione, come questa settimana è successo in tre regioni. La Lombardia ha Rt 0,82 (0,79-0,84) e rischio alto. La Cabina di regia scrive che "alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano, sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari". Sempre dal gruppo composto da tecnici del ministero, dell'Istituto superiore di sanità e delle Regioni si spiega che "è fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”. "Nelle regioni – spiega il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza - molti focolai sono dovuti alle nuove varianti, non posso che esprimere preoccupazione per l'andamento dell'epidemia. Dobbiamo tenere alta la guardia e dove c'è bisogno è necessario intervenire tempestivamente e duramente. Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso. Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici”.


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