Biometano a Casanova del Morbasco: cresce la protesta, questa sera assemblea sul progetto di riconversione (da biogas a biometano) e ampliamento dell'impianto di A2A. Si chiederà la Via?
Dopo lo stop alla centrale a Biometano nella zona sud della città con la richiesta della Provincia di Cremona di Valutazione di Impatto Ambientale, le proteste dei cittadini e, da ultimo, la presa di posizione con il "fermi tutti" del sindaco di Cremona, A2A ci riprova a Casanova del Morbasco, frazione di Sesto Cremonese. Questa sera ci sarà la prima presentazione pubblica, alle 21 nella palestra di Sesto ed Uniti, per il Comitato No Biometano che si è ufficialmente costituito nei giorni scorsi per contrastare la conversione e l’ampliamento dell’attuale impianto biogas di Casanova del Morbasco che, nel progetto, diventerà una centrale biometano di A2A. L’impianto occuperebbe una superficie superiore a quello esistente, avrebbe accesso da via Cavatigozzi 7 e da una strada alternativa da realizzare partendo da via Bonisolo, attraverso i campi.
L’8 novembre era il termine entro il quale le amministrazioni potevano presentare le osservazioni alle integrazioni presentate dalla società proponente, la Agripower (Gruppo A2A) nell’ambito della Conferenza dei Servizi in programma il successivo 19 novembre, per il rilascio della Autorizzazione Unica da parte della Provincia di Cremona. Di questi aspetti e di altro dunque si discuterà stasera nell'assemblea indetta dal comitato No Biometano a cui sono stati invitati anche il Comitato No Cemento di Picenengo (il progetto infatti prevede che l’area occupata dall’impianto esistente venga ampliata fino al confine di Picenengo, quindi Cremona) e il Comitato nato al Bosco ex Parmigiano contro l’impianto progettato da A2A.
I cittadini e il Comune di Sesto si sono quindi detti preoccupati per questo nuovo progetto che dovrebbe sorgere sul territorio di Casanova del Morbasco, là dove oggi sorge già un impianto biogas che presenta numerose criticità rispetto alla sostenibilità operativa data la localizzazione prossima al centro abitato. Molto dettagliate le osservazioni presentate dal Comune di Sesto Sono diversi gli aspetti su cui l'ente pone le proprie osservazioni, a partire dalla procedura autorizzativa, poi la natura dei prodotti che andrebbero ad alimentare i digestori dell'impianto. Oltre agli aspetti normativi e burocratici, però, ci sono questioni legate ai disagi per i residenti, in primis l'incremento del traffico veicolare nel centro abitato attraverso il quale transitano i camion da e per l'impianto biogas. Già oggi quotidianamente si registrano un trentina di passaggi di mezzi pesanti: l'ampliamento della capacità produttiva dunque andrà inevitabilmente ad aumentare il numero di veicoli in transito. L’impianto occuperebbe una superficie superiore a quello esistente, avrebbe accesso da via Cavatigozzi 7 e da una strada alternativa da realizzare partendo da via Bonisolo, attraverso i campi. Ci sono poi tutti i temi legati alla salute dei cittadini, in particolar modo le emissioni odorigene e la qualità dell'aria in un sito che già ora ricade in zona interessata da procedura di infrazione comunitaria ai fini del miglioramento della qualità dell’aria.
Martedì prossimo dunque la conferenza dei servizi anche se gli addetti ai lavori già prevedono che anche per l'impianto di Casanova del Morbasco ci sarà uno stop con la richiesta di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) di competenza provinciale, norma a cui sono assoggettati tutti gli impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza complessiva superiore a 1 MW
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commenti
Daniro
15 novembre 2024 08:23
Sono impianti industriali che poco o nulla hanno a che vedere con attività agricole compatibili con il territorio e con la vicinanza a un centro abitato. Purtroppo oggi sono le stesse attività agricole nella loro forma più intensiva, soprattutto i grandi allevamenti di bovini e suini senza un adeguato rapporto tra numero dei capi e aree di spandimento, a creare enormi problemi ambientali di inquinamento di terreni, acque, falde e atmosfera per le emissioni di metano e ammoniaca. Recuperare materiale per produrre energia alternativa al fossile andrebbe bene ma farlo alla fine di questa filiera insostenibile non fa altro che sostenerla ed aggiungere inquinamento ad altro inquinamento. All'impianto poi, per farlo funzionare h24, arriverebbero materiali da altre zone con autotrasporto con altro carico inquinante.
Patrizia
15 novembre 2024 09:39
A tale proposito, proprio due giorni fa, in Regione, l'assessore all'ambiente, ha proposto un emendamento della 2a Legge di revisione normativa ordinamentale 2024. La revisione all'art.19 allarga di moltissimo le maglie sugli impianti di trattamento dei reflui di allevamento o bio massa per la produzione di bio gas o altri trattamenti. Per quelli che superano le 300 tonnellate di reflui viene addirittura soppressa la procedura prevista di valutazione di impatto ambientale VIA. Con la qualità dell'aria che respiriamo che il tutto avvenga nel silenzio più totale lo trovo un po' "sospetto"