Champagne a Reims, vino rosso dalla Moldavia (con bottiglia a forma di violino) e perfino una macchina da caffè: tutto nel nome di Stradivari
Dopo la carne del sudamerica chiamata Stradivarius per lo straordinario mix tra grasso e proteine (leggi qui), guardate cosa si fa nel nome del grande liutaio.
Reims è una cittadina francese dove, oltre alla storia racchiusa tra le colline, i castelli e i vigneti, si può sentire parlare in ogni momento di champagne, dato che la cittadina è il luogo dove si sviluppa la storia di questo vino. A Reims, in ogni angolo, si può parlare di bottiglie che hanno aromi, sapori e costi ben differenti, così come la tradizione – unita a rigidi disciplinari produttivi – racchiude le caratteristiche di questo vino intorno a quella area che, da secoli, tramanda la rigidissima tradizione vinicola dello champagne.
Ma metti una sera a cena con Antonio Stradivari e questa incorruttibile tradizione potrebbe vacillare un po'; perché da decenni uno Champagne di Reims ha un nome molto distante dalle colline francesi, ha un nome inconfondibile in buona parte del mondo che è quello di Stradivarius, ovvero il maestro liutaio cremonese per eccellenza Antonio Stradivari. Un mistero che fa parte di una tradizione, una tradizione che parte da una storia. La casa vinicola Charles de Cazanove è, dal 1811, parte della storia dello champagne, venne fondata a pochi chilometri di distanza da Reims e, grazie agli studi sulla viticoltura di Charles de Cazanove, divenne presto un nettare graditissimo in buona parte del mondo. Dal Principe di Metternich, passando per vari presidenti francesi fino a Edoardo VII la casa Cazanove si presentava capeggiando al centro tavola di incontri ufficiali tra reali, diplomatici o semplici amanti dello champagne. La storia è fatta anche di rinnovamento, non di certo sul prodotto che deve mantenere quelle caratteristiche perfezionate nei secoli, ma di certo sul modo con cui va presentato ed ecco che, verso la fine del XX secolo, sulle già preziose bottiglie Cazanove compare una scritta che lascia poco spazio all'immaginazione, Stradivarius.
La firma è un tributo alla storia di un cittadino cremonese che ha cambiato tante cose, ma che ha cambiato anche parte della storia della musica quindi, accompagnata alla elegante firma, sulla etichetta Cazanove compaiono anche cinque righe orizzontali, a occhio e croce sembrerebbero proprio le righe tipiche del pentagramma usato dai musicisti per scrivere la loro storia o la loro musica. Da quel momento il rigido protocollo che lega lo champagne prende una china diversa, sulla etichetta delle pregiate bollicine francesi, che sono identificate da sempre come il Caronte di una festa verso il divertimento o in grado di prosciugare una carta di credito al termine di una cena, compare straordinariamente un nome italiano, per di più cremonese e che ha fatto la storia della tradizione artigianale liutaia. Nome che tutt'ora si presenta in ogni parte del mondo dove la Cazanove vende le sue bottiglie e che diventa un raffinato omaggio alla storia di Cremona in materia di liuteria e musica.
Ma dato che siamo a cena con Antonio Stradivari come ogni ospite che si rispetti dobbiamo poter proporre una alternativa, lo champagne Stradivarius è di certo eccezionale ma lo è anche nel prezzo, allora possiamo accompagnare le pietanze dedicate al maestro con un vino che arriva dalla Moldavia. Qui la questione è molto chiara, limpida e semplice; il vino moldavo, disponibile come bianco o rosso si chiama Stradivari e le bottiglie, manco a dirlo, sono fatte con la forma di un violino, ma realmente con la forma di un violino, con tanto di manico, corde un tappo al posto del riccio tipico di molti strumenti ad arco. Con il vino rosso l'effetto “violino” è garantito e il vino Stradivari è venduto in buona parte d'Europa grazie ad una bottiglia che richiama il lavoro di un famoso liutaio e di tanti artigiani che, come lui da secoli, portano avanti una parte della storia di una città e dei suoi valori.
La cena è finita e adesso, secondo la più sentita tradizione italiana si passa al caffè, rigorosamente espresso e anche qui il buon Antonio fa capolino, dato che il sapore che chiude ogni cena o che apre una giornata lavorativa arriva da una macchina espresso italiana, la Pavoni Stradivari, azienda che da anni offre la possibilità di gustare un caffè legandolo al nome del cremonese. Metti una sera a cena con Antonio Stradivari diventa un sorta di tributo ad un nome che ha fatto storia, in Italia e in tutto il mondo, trasportando con sé l'enorme talento di uomo, talento riconosciuto da tanti prodotti e che andrebbe valorizzato partendo proprio dalla sua nativa Cremona.
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