Compie 50 anni il restauro del quadrante del Torrazzo (il più grande del mondo), il monumento più fotografato
Il grande planisfero del quadrante dell'orologio del Torrazzo domenica scorsa, ha compiuto 50 anni. Era infatti il 29 giugno 1974 quando il progettista (Achille Leani) e l'esecutore (Piero Ferraroni) osservavano compiaciuti dalle finestre di palazzo comunale in una foto di Faliva l'opera appena compiuta, con il ponteggio in via di smantellamento che sarà inaugurato il giorno successivo. Nella fotografia manca l'altro grande protagonista del restauro del quadrante, il pittore Mario Busini, l'artista che realizzò la parte figurativa e i cromatismi dell'opera in quanto deceduto alcuni giorni prima dell'inagurazione. Il quadrante realizzato è straordinario e suscita l'ammirazione e le fotografie dei turisti di tutto il mondo sulla piazza.
Ovviamente questo è stato l'ultimo restauro del quadrante. Il primo fu dipinto da Paola Scazzola nel 1483 ma cambiò aspetto durante i lavori del 1583, grazie all'intervento di Giovan Battista Natali su consiglio di Divizioli, il creatore finale della macchina dell'orologio. Altri interventi pittorici seguirono verso la fine del Settecento e nel 1909 quando l'orologio ha preso l'aspetto attuale per opera di Giuseppe de Col, insegnante di disegno dell'Istituto Tecnico Industriale di Cremona con l'apporto del giovane pittore cremonese Carlo Vittori ripristinando il quadrante a 24 ore. Quest'ultimo effettuò anche un restauro nel settore superiore del quadrante nel 1929.
Negli anni successivi il quadrante andò via via scolorendo sino a diventare fatiscente negli anni quaranta. Tanto è vero che Emilio Zanoni, all'epoca consigliere comunale socialista ma più tardi sindaco della città che quell'orologia segnava solo "l'ora del totale abbandono". Nel 1970 si costituì un Comitato per il restauro dell'orologio del Torrazzo che affidò ad Achille Leani l'incarico di presentare un progetto di rifacimento totale rispettando la coerenza tecnica e scientifica dell'opera da realizzarsi però dentro l'esistente cornice di ramo sbalzato che limitava il quadrante di 8,44 metri di diametro (il più grande al mondo). Il bozzetto di Leani, mancante di colori e della parte figurativa, venne assegnato a Mario Busini. Questi realizzò il bozzetto e i cartoni al naturale che vennero collocati in un gelido salone di Santa Maria della Pietà (l'ospedale si era trasferito da poco) dove i fratelli Piero e Vincenzo Ferraroni avevano predisposto i tracciati. Toccò poi a Piero e Vincenzo Ferraroni completare la realizzazione sulla torre. Ne è uscita così la meraviglia che tutti ammirano oggi dalla piazza con le otto corone che ripetono la successione del quadrante precedente ma con nuove dimensioni ed opportuni accorgimenti. I nomi dei segni e dei mesi sono stati indicati in lingua latina (erano in italiano).
Nel quadrante attuale viene dato maggiore spazio rispetto al passato alla parte figurativa ripetendo la stessa gamma di colori degli altri edifici storici presenti sulla piazza. Ovviamente a suscitare maggiore curiosità sono le cinque aste collegate alla macchina del Torrazzo e claibrate secondo il moto degli astri. L'asta delle ore completa il suo giro una volta al giorno e indica il movimento della terra su se stessa, quella della luna ha una completa rotazione in 29 giorni e mezzo e quella del sole in 365 giorni. L'asta del drago è programmata in base al girco che la terra compie sull'ellittica dell'orbita lunare: quando nella sovrapposizione della testa dell'asta del drago con quella della luna si interpone quella del sole, si ha l'eclissi di sole; quando fra la coda e l'asta del sole sovrappostesi si interpone quella della luna, si attesta l'eclissi di luna.
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commenti
Enrica Ferraroni
2 luglio 2024 07:46
Ringrazio di vero cuore "Cremonasera" e il Suo Direttore per l'attenzione e l'amore che pongono nel non dimenticare momenti significativi della storia della nostra città e di chi ne è stato e ne è protagonista. Grazie davvero