Con il Falò del Martedì Grasso, Pescarolo ha salutato (per la 355a volta) il Carnevale e l'inverno davanti a tanta gente. Guarda il video
Le tradizioni sono un patrimonio morale, rappresentano la storia e la cultura in un mondo apparentemente lontano, che tracciano l’identità di una comunità. Un popolo senza tradizioni è un popolo privo di anima. Tramandate da una generazione all'altra, sono una testimonianza viva di una cultura legata alla natura e alle stagioni, ai cicli della vita, ai riti.
Il Carnevale è una di queste che lega grandi e piccini, tra maschere, tradizioni e riti che si perdono nelle pieghe del tempo.
A Pescarolo, paese in provincia di Cremona che conta poco più di 1.500 anime, le tradizioni sono un ponte tra le diverse generazioni, ed il Carnevale è una di quelle più sentite, ed è arrivato alla sua 355a edizione.
Il martedì grasso, che segna ufficialmente la fine del Carnevale e l’arrivo del tempo di Quaresima, nella piazza che precedentemente aveva ospitato carri e maschere provenienti da tutta la provincia per festeggiare il Carnevale, si dà il via all’ultimo atto: il falò della grande quercia.
Un grande rogo propiziatorio a beneficio di tutta la comunità che nei giorni precedenti ha partecipato alla preparazione dell’evento. Dalla domenica mattina alla sera del martedì, c’è tanto lavoro da fare, c’è chi in modo sostanziale, come i cavatori che scelgono la quercia e la sradicano per poi issarla nella piazza, chi in modo goliardico, come i ragazzi ed i bambini, la cui presenza viene premiata a suon di dolciumi.
La tradizione insegna che il falò che brucia il Carnevale (e per alcune tradizioni la moglie Poiana), saluta il gelido inverno e dà il benvenuto alla primavera. Un rito propiziatorio per ottenere l’abbondanza dei raccolti.
Nella serata di ieri, alle ore 20.00 in punto, le campane hanno dato il via al tradizionale falò in una piazza gremita di persone, molte giunte ‘da fuori’. Ancor prima che i ‘cavin’ dessero fuoco alle sterpaglie con le torce, nel cielo son partiti dei bellissimi fuochi artificiali che sono saliti nel cielo illuminando la piazza ed il campanile della Chiesa.
Sono bastati pochi minuti per far si che il fuoco divampasse tra le ramaglie collocate alla base della quercia agghindata con ombrelli colorati. Il suo bagliore ipnotizza, il suo calore intima i presenti a starne lontani. Ma proprio nel momento di maggior fulgore, parte la lenta ma inesorabile fiumana di gente che, come da tradizione, compie 3 giri in senso antiorario attorno ad esso.
Viviamo in un mondo dove la tecnologia ci permette di viaggiare nello spazio e nel tempo con un solo gesto della mano, ma solo la presenza rende merito e valore ad un evento come questo. Ciò che attraverso uno schermo ci pare semplicemente bello, dal vivo regala un’emozione ed emana un’energia unica nel suo genere, proprio come il fuoco ha fatto e farà con l’uomo nella notte dei tempi, nel bene e nel male.
Dopo un’ora abbondante dalla sua apparizione, le fiamme hanno cominciato a ritirarsi, in quel momento una ruspa ha cominciato ad ammassare alla base della quercia provata, ma ancora intatta. Nella notte il fuoco si ritirerà completamente nelle ceneri, simbolo della Quaresima. Un rito che unisce il sacro al profano, ma che da sempre ammalia grandi e bambini e che verrà consolidato anno dopo anno, generazione dopo generazione.
Il video è di Daniele Gazzaniga
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commenti
Antonio Madoglio
22 febbraio 2023 16:12
I falò sono vietati dalla normativa regionale...