15 maggio 2021

Confusione, malcontento e delusione sul futuro della liuteria. Bissolotti (Cna): "Basta burocrazia, tenere aperte le botteghe"

Per giorni malcontento, delusione e rabbia hanno permeato i commenti sui profili Facebook di alcuni liutai dando voce al malessere ed allo sgomento dopo la presentazione in streaming dall’auditorium del Museo del violino del Piano di salvaguardia del Saper fare liutario tradizionale cremonese. Un percorso sotto l’egida dell’Unesco indirizzato ai liutai, ma senza la presenza nemmeno di uno di essi. Un’anomalia che neppure i successivi chiarimenti intervenuti con le facilitatrici Unesco, Benedetta Ubertazzi e Valentina Lapiccirella Zingari, è riuscita a giustificare e cancellare.

Ma è proprio da questo disagio che è maturata la candidatura alla presidenza del gruppo liutai di Cna di Marco Vinicio Bissolotti, nome prestigioso e borderline rispetto alla categoria. Uno che, ripercorrendo le orme del padre Francesco, ha sempre visto come il fumo negli occhi la partecipazione alle grandi kermesse liutarie, non ha mai partecipato a Triennali e concorsi internazionali, si è tenuto rigorosamente ai margini delle polemiche che, a fasi ricorrenti, hanno investito il settore. Cna lo ha corteggiato per un mese in vista del passaggio di consegne con Francesco Toto, ma solo dopo quell’appuntamento in streaming, Marco Vinicio ha rotto gli indugi ed ha accettato l’incarico, in un momento estremamente difficile per la tradizione classica cremonese. “Definiamo prima di tutto cosa sia la tradizione della liuteria classica cremonese - spiega - e come si trasmette. Dobbiamo prima intenderci di cosa stiamo parlando, un tema che ho posto già nella prima riunione, quando avevo proposto di fare un questionario da distribuire ai ragazzi che frequentano la Scuola di liuteria, agli stessi liutai ed agli amministratori per capire che cosa intendano quando parlano di liuteria classica cremonese”. ùL’impressione comune a molti è quella di trovarsi di fronte a un’eccessiva burocratizzazione della liuteria, che è soprattutto un fatto artistico, difficile da irreggimentare in regole certe senza correre il rischio di imbrigliare l’espressività e la sensibilità del singolo artigiano. “Indubbiamente c’è un po’ di confusione su cosa si voglia effettivamente da noi. Questo è un settore in grande difficoltà, messo mi ginocchio dalla crisi. I liutai non hanno bisogno di consulenze, ma di sedersi ad un tavolo a discutere. Lo so, non siamo sempre stati uniti e ci sono elementi che ci dividono, ma in fondo abbiamo tutti lo stesso problema: quello di tenere parte le nostre botteghe, dobbiamo trovare quello che ci unisce e non quello che ci divide. Il momento è grave e da parte mia ho già assicurato i miei colleghi, sono entrato in scena dopo aver scambiato pareri con le facilitatrici dell’Unesco,  e sono consapevole di un fatto: anche se il mio nome poteva dividere in questo momento può unire”.

Che l’impresa non sia facile lo dimostra la lettera inviata il 6 maggio, prima della conferenza sulla salvaguardia del Saper fare liutario da Confartigianato, Consorzio Liutai Antonio Stradivari e Cna Cremona, con le osservazioni in vista dell’inizio del percorso, in cui in buona sostanza si chiede quel coinvolgimento che fino ad ora è mancato: “Pur essendo un mondo estremamente eterogeneo - scrivono i rappresentanti dei tre organismi - crediamo che questo nostro ruolo aggregativo e di sintesi vada riconosciuto.  In più occasioni, abbiamo dimostrato di lavorare in sinergia e con responsabilità con tutte le Istituzioni per il bene di liutai. 

Siamo convinti che il piano di salvaguardia del saper fare liutaio tradizionale cremonese abbia bisogno del nostro contributo e di quello della maggior parte della comunità di pratica che rappresentiamo. Siamo sicuri che siamo e saremo un valore aggiunto e positivo al percorso che faremo insieme”. Seguono poi quella serie di quesiti senza risposta che hanno determinato nei giorni seguenti il disappunto ed il disorientamento dei liutai: il ruolo del Distretto della Liuteria e dell’Unesco, la concorrenza sleale, l’abusivismo: “Poichè ci è stata richiesta un'ampia collaborazione su tutto il percorso, ci piacerebbe essere coinvolti e concorrere nelle eventuali decisioni che riguardano oggi, e domani i nostri associati. Crediamo che dopo un confronto e un ascolto reciproco, si possa arrivare ad una condivisione ed un'ampia collegialità. 

Ad esempio,  in vista dei prossimi lavori, in particolare sul questionario da somministrare ai liutai per avere una fotografia reale del mondo dei liutai, confermiamo la volontà a partecipare nella stesura, magari suggerendo alcuni temi e alcune domande, visto che conosciamo molto bene il settore e possiamo garantire la partecipazione di molti liutai.

In ordine ai lavori, ci piacerebbe analizzare compiutamente il tema della governance della liuteria, andando ad individuare le debolezze dello stato attuale auspicando un modello diverso di gestione e di condivisione. Accanto a questo progetto, consapevoli che la redazione del piano di salvaguardia rappresenti un'occasione storica per le botteghe dei liutai, vorremmo capire come si interfaccia il distretto della liuteria, i suoi contenuti, i corsi di formazione (apprezzati dai liutai)  con il sito dell'unesco e il percorso del piano di salvaguardia.

Sul sito dell'Unesco, poiché desideriamo valorizzare questa opportunità a favore di tutti i liutai,   chiediamo un confronto sui contenuti e sullo “spazio” (vetrina) che potrà essere riservato a favore dei liutai.

Infine, il percorso della redazione del piano di salvaguardia, seppur importante e strategico il futuro dei liutai, non deve dimenticare la realtà delle botteghe: due anni di stop dovuto alla pandemia, concorrenza sleale, abusivismo, e difficoltà aggettive nel continuare a svolgere il saper fare liutario, per questo è utile che l'amministrazione intercetti  e trovi nuovamente nuovi sostegni per i liutai, come quelli messi a disposizione anche da parte delle Camera di Commercio”.

E che qualcosa, in realtà, non abbia funzionato anche nella comunicazione dei contenuti del successivo incontro del 10 maggio è testimoniato anche dalla difficoltà di stesura del comunicato, spedito alle redazioni poi rettificato dopo qualche ora con l’inserimento di un semplice “solo” che, fa notare qualcuno, in quel contesto non era del tutto pleonastico.

Nella foto: liutai al lavoro, Vinicio Bissolotti nuovo presidente del gruppo liutai Cna e una foto storica di Giuseppe Muchetti. E' di quarant'anni fa (aprile 1981) e mostra un giovanissmo ma già famoso Uto Ughi nella bottega del maestro Francesco Bissolotti, padre di Vinicio. Ughi ha sempre usato per i suoi concerti anche uno strumento di Bissolotti. Francesco Bissolotti, probabilmente com'era stato per Stradivari, nasce come intagliatore e intersiatore per poi diventare liutaio frequentando anche la scuola di liuteria. Molto legato a Sacconi, Bissolotti (nato a Soresina nel 1929, morto nel gennaio 2019) è stato uno dei più apprezzati liutai al mondo. Fu ospite della prima edizione di Quark di Piero Angela mostrando come nascono i violini  e aveva prestato le sue mani ad Anthony Quinn che interpretava Stradivari nell’omonimo film girato a Cremona. 

Fabrizio Loffi


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