Consegnato il Premio di bontà intitolato a Lidia Bittanti ai giovanissimi Samuele Telò, Pietro Bodini ed Elena Chiappetti
I giovanissimi Samuele Telò, Pietro Bodini ed Elena Chiappetti sono i vincitori dell'edizione 2023 del Premio di bontà intitolato a Lidia Bittanti* giunto alla 46° edizione: è stato infatti istituito nel 1977.
La consegna del riconoscimento è avvenuta questa mattina, nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, alla presenza del sindaco Gianluca Galimberti, dell'assessore alle Politiche Sociali e della Fragilità Rosita Viola, di Marilena Antonioli Paloschi e Claudio Bodini, in qualità di rappresentanti delle famiglie Bittanti – Antonioli, promotrici del premio, di mons. Attilio Cibolini, delegato del Vescovo di Cremona. Sono intervenuti alla cerimonia famigliari, amici dei premiati oltre alle persone che hanno inviato le segnalazioni.
L'apposita commissione (di cui fa parte anche Laura Rossi, designata dalla dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale che impegni professionali non è potuta intervenire alla cerimonia), riunitasi nei giorni scorsi, al termine di una attenta e scrupolosa valutazione delle domande pervenute, ha deciso di assegnare tre premi da mille euro ciascuno a Samuele Telò, segnalato da Claudia Bertozzi e Lisa Nicoli, docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “J. Torriani”, a Pietro Bodini e ad Elena Chiappetti, segnalati da Flavia Tozzi, presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Sede di Cremona.
Prima della consegna dei premi, Marilena Antonioli Paloschi, ricordando la figura di Lidia Bittanti, sua zia materna, e le finalità del premio intitolato a suo nome, complimentandosi con i premiati ha espresso l’augurio che siano un esempio per gli altri, così come sono un esempio di bontà anche le segnalazioni pervenute nel corso di tutti gli anni in cui il premio è stato sino ad ora conferito, a dimostrazione dei piccoli ma grandi gesti che le persone sanno compiere. Claudio Bodini si è a sua volta soffermato sull’importanza che rivestono le segnalazioni, il messaggio che se ne può trarre e su quanto sanno fare i giovani cremonesi. Per mons. Attilio Cibolini i giovani premiati rappresentano una speranza in questo mondo dove il male sembra prevalere sul bene. Infine, l’assessora Rosita Viola - delegata dal Sindaco a presiedere la commissione per la valutazione delle segnalazioni - ha sottolineato l’importanza di questo riconoscimento. Riferendosi alle segnalazioni pervenute quest’anno e in passato, l’Assessora ha detto che, grazie ad esse, emerge l’impegno di ragazze e ragazzi, anche giovanissimi, che con gesti semplici ma importanti testimoniano quanto la solidarietà sia radicata nella nostra comunità.
Premio di mille euro Elena Chiappetti, 11 anni, residente a Crema
Motivazione
Per l’amorevole attenzione che ogni giorno dedica alle necessità dei genitori e la partecipazione attiva svolta all’interno dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di CremonaFiglia di genitori non vedenti, Elena si prodiga ogni giorno nell’assistere i genitori e dando un contributo fattivo all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Cremona con gioia ed entusiasmo.
Premio di mille euro Pietro Bodini, 18 anni, residente a Corte de’ Frati
Motivazione
Per la passione e l’entusiasmo che dedica alle attività promosse dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti favorendo la partecipazione attiva di tutti i soci
Pietro Bodini, ipovedente, frequenta il Liceo Scientifico “G. Aselli” e si dedica alle attività dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sede di Cremona, con grande passione ed entusiasmo.
Premio di mille euro a Samuele Telò, 18 anni, residente a Cremona
Motivazione
Per l’esempio che sa offrire ai suoi coetanei con l’impegno scolastico e l’attenzione ai bisogni della sua numerosissima famiglia
Primo di dieci fratelli, Samuele Telò, rientrato in Italia dall’Ucraina nel 2022, ha instaurato rapporti leali con i docenti diventando un punto di riferimento per la classe per l’impegno scolastico, senza trascurare le attenzioni per i fratelli, soprattutto quando il più piccolo di loro e la madre sono stati ricoverati in ospedale.
Dopo le foto di rito, i ringraziamenti e le parole dei premiati, visibilmente emozionati, la cerimonia si è conclusa con l’intervento del Sindaco che, ringraziando ad uno ad uno tutti i componenti della commissione per il lavoro svolto, si è poi rivolto ai premiati dicendo, tra l’altro, che hanno saputo moltiplicare la quotidianità trasformandola in straordinarietà. Il Sindaco ha inoltre ringraziato le persone che hanno inviato le segnalazioni perché hanno saputo cogliere in gesti semplici una profonda umanità, così come vanno ringraziate le famiglie dei premiati.
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*Lidia Bittanti nasce a Cremona il 17 settembre 1906, la prima di quattro figli. Diventata una giovane donna, Lidia decide di staccarsi dalla famiglia, lascia Cremona e con una amica si sposta nella città di Parma per avviare un’attività commerciale, un negozio di biancheria. Manifesta da subito la sua intraprendenza, sa muoversi con disinvoltura e abilità. Il commercio è la sua vita e con coraggio si divide dall’amica aprendo un negozio tutto suo. Mantiene lo stesso articolo di vendita ma prende contatti con la città di Firenze e avvia una fiorente azienda di confezioni: la IMCERF, acronimo di “Impresa Confezioni e Ricami Fiorentini”. Passano gli anni, il negozio non basta più. Dopo essersi sposata inizia un’attività di vendita dei suoi articoli ad altri negozi e in altre città. Nel 1955 rientra a Cremona. Ancora una volta si rinnova, ha capacità e idee in campo commerciale. Decide per una nuova attività: non vuole più vendere prodotti realizzati da altre aziende ma vendere ciò che lei stessa produce. L’orientamento è per un articolo nuovo in espansione sul mercato: il costume da bagno. Conosceva il mercato e aveva fatto la sua scelta. Alcuni famigliari, a vario titolo, l’aiuteranno ma è lei che porta avanti e sviluppa quella che rimarrà pur sempre una piccola attività imprenditoriale. Sa progredire ma soprattutto rinnovarsi per seguire un mercato in evoluzione. La grande mossa fu andare negli Stati Uniti a rifornirsi di un prodotto nuovo per fare i costumi da bagno, il tessuto LASTEX, che rivoluzionò il mercato. La sua vita fu semplice e misurata; visse fino alla fine con la vicinanza di sua mamma in una casa in via Elio Crotti in Cremona. Al piano terreno il laboratorio e gli uffici. Si interessava di tutto il ciclo della lavorazione dei costumi da bagno. Negli ultimi anni però cedette la gestione del laboratorio e curò totalmente il rapporto commerciale con i suoi clienti. Condusse la sua azienda fino al 1966 quanto una grave malattia la obbligò in poco tempo a lasciare. Fu lucida fino all’ultimo e come suo desiderio ebbe modo di esprimere le sue volontà nel segno dell’altruismo e della solidarietà, valori in cui credeva e che la famiglia rispettò pienamente. Destinò un aiuto economico a diverse presone che sapeva in difficoltà e volle che il suo denaro fosse destinato ai giovani. La famiglia, tenendo conto delle sue volontà, ha istituito questo premio, attraverso un’importante donazione al Comune, per ricordarne la memoria.
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