Cremona non avrà uno spazio intitolato a Sergio Ramelli, bocciato l'odg di Fratelli d'Italia. Bona: "Scelta provocatoria, che rischia di alimentare nuove tensioni e di ferire la coscienza democratica"
Cremona non avrà uno spazio cittadino dedicato a Sergio Ramelli. L' Ordine del giorno in questo senso presentato in data 16 giugno 2025 da consiglieri comunali vari del Gruppo consiliare Fratelli d'Italia (primo firmatario Matteo Carotti) è stato respinto: 7 i voti a favore, 20 i contrari e un astenuto.
Ecco il testo dell'Ordine del giorno: Sergio Ramelli era uno studente milanese di 18 anni, militante del Fronte della Gioventù brutalmente aggredito il 13 marzo 1975 da un commando di estrema sinistra e deceduto dopo 47 giorni di agonia, il 29 aprile 1975;
la sua tragica morte rappresenta uno degli episodi più dolorosi degli Anni di Piombo, periodo segnato da un clima di violenza politica che ha colpito indistintamente giovani di ogni ideologia;
il ricordo di Sergio Ramelli è stato oggetto negli anni di commemorazioni, riflessioni e iniziative tese al superamento degli odi ideologici del passato, in nome dei valori democratici e del rispetto della memoria storica condivisa;
intitolare uno spazio cittadino a Sergio Ramelli non significa esprimere adesione ad una posizione politica, bensì riconoscere la gravità dell'omicidio di un giovane studente avvenuto solo per ragioni politiche.
Considerato che:
la L. 23 giugno 1927 n. 1188 e successive modifiche regolamentano intitolazione di aree di circolazione a persone decedute da almeno dieci anni, condizione che nel caso di Ramelli e pienamente soddisfatta;
troppo spesso l'omicidio di Ramelli è stato oggetto di minimizzazione o giustificazione in nome di contrapposte ideologie politiche, impedendo per lungo tempo un riconoscimento unanime della gravità di quanto accaduto e del dolore che ne è conseguito.
Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta:
- a promuovere, nei tempi e nelle forme previste dalla normativa vigente, l'iter amministrativo per l'intitolazione di una via, una piazza, un giardino, un parco o altro luogo pubblico sul territorio comunale alla memoria di Sergio Ramelli, quale monito contro ogni forma di violenza politica e in favore del rispetto della persona e della libertà di pensiero;
- a coinvolgere la cittadinanza, le associazioni locali e gli istituti scolastici m iniziative di approfondimento e riflessione sui temi della violenza politica, della memoria storica e dell'educazione civica, anche in occasione dell'eventuale cerimonia di intitolazione.
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Nel dibattito, in alcuni casi anche acceso, che è seguito all’illustrazione dell’ordine del giorno sono intervenuti i consiglieri Marialuisa D’Ambrosio (Cremona sei tu!), Riccardo Merli (Fare Nuova Cremona Attiva), Jane Alquati (Lega), Luca Fedeli (Fratelli d’Italia), Carlo Giussani (Partito Democratico), Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona), Eleonora Sessa (Partito Democratico), Giovanni Gagliardi (Partito Democratico), Paola Tacchini (Movimento 5 Stelle – Cremona Cambia Musica), Vittoria Loffi (Partito Democratico), Chiara Cappelletti (Fratelli d’Italia), Daniele Bonali (Partito Democratico) e infine Matteo Carotti (Fratelli d’Italia), Marco Galli (Partito Democratico), Marco Olzi (Fratelli d’Italia) e Roberto Poli (Partito Democratico). A questo punto ha preso la parola il presidente del Consiglio Comunale Luciano Pizzetti che ha rivolto ai firmatari l’appello a ritirare l’ordine del giorno e, a tale proposito, ha ricordanto che il 9 giugno scorso, proprio nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, venne presentato il libro di Guido Giraudo Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura. In quella occasione ebbe a dire che quella di Ramelli fu una tragedia italiana e non della destra, augurandosi in cuor suo che l’ordine del giorno sul quale si è dibattuto oggi fosse ritirato perché avrebbe comportato divisioni che vanno nella direzione opposta che quel convegno aveva aperto, quella di avere una storia comune, una memoria condivisa. Da qui l’invito a non riaprire ferite che ancora non sono guarite soprattutto in questo momento dove il pericolo non è rappresentato da ideologie ormai morte, ma dall’avanzare di autocrazie in cui il popolo è spettatore e non partecipe. Appello non accolto dal primo firmatario che ha però espresso il suo apprezzamento per le parole del presidente Pizzetti.
Infine, a nome della Giunta è intervenuto l’assessore Rodolfo Bona: "Abbiamo ascoltato con attenzione il dibattito in quest’aula – luogo di confronto democratico - che ha reso plasticamente evidente, con varie motivazioni, la divisione che questa proposta alimenta, riaprendo profonde ferite. La proposta di intitolazione di una via o piazza cittadina a Sergio Ramelli è stata lanciata in vari Comuni italiani dal partito Fratelli d’Italia. È un dato di fatto, non è un giudizio sulle scelte di un partito o della sua storia. Sergio Ramelli è stato un giovane barbaramente ucciso, poco più che diciottenne, nel 1975 a Milano, nel periodo in cui gli estremismi politici si esprimevano in reciproche violenze, che produssero centinaia di vittime. L’agguato a Ramelli fu un’aggressione vigliacca da parte di alcuni aderenti ad Avanguardia Operaia, poi condannati per omicidio preterintenzionale, che avvenne nel convulso periodo degli Anni di piombo, tra scontri, violenze, lotte armate, terrorismo e morti. Ramelli fu vittima di un omicidio brutale, ma il suo assassinio, come quelli di Claudio Varalli, Giannino Zibecchi, Alberto Brasili, Roberto Scialabba uccisi da gruppi neofascisti nello stesso periodo rappresenta uno dei molti drammi degli anni di piombo, segnati da una spirale di violenza che ha colpito giovani vite, operai, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini. Se dovessimo intitolare una via a tutte le vittime di violenza di quegli anni, i nomi sarebbero purtroppo così tanti che le nostre vie non basterebbero. La pietà verso tutte le vittime è irrinunciabile, ma estrarre quel singolo accaduto, per quanto estremamente grave, da un contesto più ampio e complesso rischierebbe di trasformare un ragazzo morto a 18 anni in simbolo dell’ideologia fascista, cosa che già avviene da anni. Ramelli, infatti, è già stato trasformato in icona della destra neofascista, come dimostra il fatto che in via Paladini a Milano, la manifestazione per ricordare il suo omicidio si conclude costantemente con il “rito” del saluto romano da parte di diverse centinaia di neofascisti militarmente inquadrati. Certamente queste manifestazioni non appartengono ai proponenti e a nessuno presente in quest’aula, ma non possono essere eluse. Per questo l’intitolazione di una via a Ramelli, purtroppo, non è un oggi un atto neutro, poiché viene strumentalizzato per un pericoloso processo di rivalutazione del fascismo e della sua cultura politica. È una scelta provocatoria, che rischia di alimentare nuove tensioni e di ferire la coscienza democratica e antifascista su cui si fonda la nostra Repubblica. In un momento storico in cui in Italia e in Europa si moltiplicano i segnali di aperta esaltazione dell’ideologia fascista. Per questo riteniamo che con questa proposta non sia in discussione il giudizio negativo sulla ingiusta uccisione di Sergio Ramelli, un giovane ucciso da una violenza ottusa, ma l’uso politico che ancora se ne fa. Pur condannando con assoluta fermezza una politica avvilita a una pratica strutturalmente basata sulla violenza verso gli avversari, specie se spezza giovani vite, la proposta di tale intitolazione ci vede dunque contrari".
Messa ai voti, la proposta dell'intitolazione è stata bocciata.
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