Cremona perde un'altra vetrina storica: a fine anno chiude Abbigliamento Bodini in Corso Garibaldi. Una boutique che per oltre 60 anni ha vestito le signore della città
Può una vetrina che chiude raccontarci il cambiamento generazionale che negli ultimi venti anni ha caratterizzato la nostra società?
La risposta è 'sì', se il negozio che cessa l'attività è una boutique storica di abbigliamento prêt-à-porter, che per decenni ha vestito le signore di Cremona con una proposta di capi di qualità, posizionato in Corso Garibaldi, proprio di fornte ai palazzi storici e a due passi dalla chiesa di San Luca.
Parliamo di Abbigliamento Bodini, che da qualche giorno espone in vetrina un cartello che non pubblicizza i saldi estivi, bensì annuncia sconti sulla collezione estiva 'per prossima cessazione attività'.
"Proseguirò fino a fine anno, ma ormai la decisione è presa" ci racconta la titolare Laura Bodini "A fine anno consegnerò la licenza. Io qui sono in affitto, non so poi cosa si deciderà per il futuro di questi locali".
Se sul doman non v'è certezza, il passato di questo negozio invece è un ritratto della Cremona di una volta, di generazioni che stanno lentamente scomparendo per lasciare il passo a nuovi approcci e nuove mentalità.
"Questo negozio l'ha avviato mia nonna, Nerina Quarantani, negli anni '60. Si chiamava Merceria Quarantani. Erano tempi in cui si lavorava sodo, mia nonna oltre a vendere bottoni, filati e altra merceria, si occupava personalmente anche delle riparazioni. Era una grande lavoratrice, come tutte le persone che hanno messo in piedi attività nel dopoguerra. -racconta ancora Laura Bodini- Poi negli anni '80 circa mia nonna ha passato le redini dell'attività a me e mia zia Eva (Bodini, ndr). Fu proprio mia zia Eva a capire che il futuro non era la vendita di bottoni e intimo, ma che si sarebbe dovuto andare sull'abbigliamento per signora".
E fu una scommessa vinta: la visione di Eva Bodini era giusta e dagli anni '80-'90 il negozio prese sempre più clientela e divenne sempre più un punto di riferimento per le signore che cercavano un abbigliamento in grado di valorizzarle e che avesse la massima cura del dettaglio.
"In questi anni ho amato tantissimo il mio lavoro, in particolare per il rapporto che si è instaurato con le mie clienti. Vede, quando una signora di una certa età entra nel camerino è un po' come se entrasse in un confessionale, mettendo a nudo i propri difetti, le forme che non sono più quelle di una volta. Il mio lavoro è sempre stato quello di valorizzare ogni cliente propronendo i capi più adatti al suo fisico ed ai suoi gusti. Il tutto con tanta pazienza e dedizione. Per questo le mie clienti quando hanno saputo che a fine anno cesserò, mi hanno detto 'E io adesso dove vado'. Da una parte è una soddisfazione perchè vuol dire che ho lavorato bene, dall'altra naturalmente è un dispiacere, so già che mi mancheranno questi contatti quotidiani".
Nessuna 'concorrenza sleale' pertanto dal trende delle vendite on-line: il valore aggiunto del punto vendita fisico in questo caso è stato proprio il rapporto di conoscenza, confidenza e complicità tra titolare e cliente.
Ma la decisione di chiudere, seppura a malincuore, è giunta inesorabile ed è stata frutto di lunghe rifelssioni: dal bisogno di un po' di riposo dopo tanti anni, alla pressione sempre crescente nel mettere in fila i conti, dal fatto di non avere un seguito nell'attività di famiglia, ma soprattutto il profondo cambiamento generazionale che Laura ha registrato negli ultimi vent'anni o poco meno: "Vede, oggi molte mie clienti storiche sono venute a mancare o sono ora in casa di riposo. Succedeva anche in passato, con la differenza però che c'era un ricambio generazionale. Oggi invece l'approccio all'abbigliamento per signora è diverso perchè c'è una cultura diversa. C'è meno attenzione al dettaglio, alla finitura ed anche il prezzo, che prima per le mie clienti non era mai un problema, ora diventa una discriminante. E non è solo una questione di potere di acquisto, ma proprio di attitudine verso l'acquisto".
Come dire, oggi gli armadi traboccano di capi di media o bassa qualità a differenza di anni fa quando i capi erano di meno, ma qualitativamente molto più alti. Una sorta di lotta al ribasso dei costi, che necessariamente ha finito per trascinare verso il fondo anche la qualità. E' il fast fashion, baby, che ti illude con la promessa di abbondanza mentre ti rifila capi di poco valore.
Chiamala globalizzazione, chiamalo cambiamento generazionale, la conclusione di queste riflessioni ha quindi portato Laura Bodini a scegliere di riconsegnare la licenza e di chiudere l'attività iniziata negli anni '60 dalla nonna Nerina. Ora per Laura è giunto quindi il momento del meritato riposo dopo una vita dedicata al lavoro ed alle clienti.
Resta di certo l'amarezza per un'attività storica che chiude proprio in centro città, ma anche la curiosità sul futuro di questi locali, viste le tante vetrine ancora vuote su Corso Garibaldi, per capire se e quale attività prenderà il posto (o l'eredità) di Abbigliamento Bodini.
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commenti
Ouadi
16 luglio 2024 11:01
Peccato, da giovane avevo sempre comprato i miei vestiti da questa storica Boutique.
Mariateresa
16 luglio 2024 19:11
Mi fa dispiacere questa chiusura, che segue quella due anni fa di Luisa Spagnoli (per altro ancora presente in altre città); è come se la qualità non avesse più valore
Michele de Crecchio
18 luglio 2024 01:54
Tanto ben scritto, quanto spiacevole per la triste notizia che contiene. Mi dispiace anche dover aggiungere che l'ultimo, correttissimo, aggiornamento del piacevole negozio era stato, non molti lustri orsono, curato, con la delicatezza che ne caratterizzava gli interventi, dal compianto architetto Massimo Terzi.
Laura Bodini
18 luglio 2024 16:34
Sono la titolare del negozio, grazie per i commenti lusinghieri, sono onorata di aver servito una meravigliosa clientela con la quale ho instaurato negli anni un rapporto di grande affetto e stima. Mi mancherete tanto e vi porterò sempre nel mio cuore