Cremona Solidale si affida a un'assicurazione per risarcire le vittime del Covid (su cui c'è un'inchiesta)
Svolta vicina per le morti degli anziani cremonesi all’interno delle strutture di Cremona Solidale. Una lettera inviata dall’avvocato Monica Gennari alle famiglie dei deceduti, per nome e per conto della stessa residenza socio assistenziale cremonese, spiega che la stessa struttura ha aperto, presso la sua compagnia assicuratrice di cui non fornisce il nome, il sinistro per la morte delle persone. Un atto che può preludere a mettersi al riparo delle richieste di risarcimento arrivate attraverso tutta una serie di legali che si stanno occupando del mancato ricovero in ospedale degli anziani colpiti da Covid tra il marzo e l’aprile del 2020 nel corso della cosiddetta prima ondata. Seppur in condizioni critiche alcuni rimasero infatti all’interno della struttura e non furono mai avviati nei reparti di terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore di Cremona o nelle strutture ospedaliere che erano state messe a disposizione per curare i casi più gravi. Del resto la mossa di Cremona Solidale, attraverso il suo legale, è legata alla possibilità che le inchieste penali possano arrivare, in breve tempo, alla loro conclusione e che quindi si aprano processi con richieste risarcitorie pesantissime. Del resto, come aveva anticipato Cremonasera, le ipotesi di reato formulate dal pool dei magistrati della Procura della Repubblica sono gravissime: si va dall’epidemia colposa ai delitti colposi contro la salute pubblica; dall’omicidio colposo alle lesioni colpose: per ora ancora contro ignoti. Se l’apertura del sinistro, al di là di un mero atto formale, potrebbe essere un primo passo della struttura per riconoscere un risarcimento ai parenti delle vittime, dall’altro il legale Gennari difende a spada tratta Cremona Solidale, sottolineando l’assoluta correttezza dell’operato del personale in servizio alla struttura e bollando come ‘accuse gravi e infondate’ il fatto che alcuni pazienti deceduti non siano mai stati ricoverati in ospedale come risulta invece dalla chilometrica documentazione sequestrata dai carabinieri dei Nas e dalla Guardia di Finanza presso la struttura e ora al vaglio dei quattro pm: Lisa Saccaro, che coordina l’inchiesta, e i colleghi Ilaria Prette, Milda Milli e Davide Rocco con la supervisione del procuratore capo Roberto Pellicano. L’inchiesta sembra proprio arrivata in un momento delicato per le residenze per anziani coinvolte nelle indagini giudiziarie di tutte le procure della repubblica della regione.
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