Crisi idrica, ora è vera emergenza per l'agricoltura. Coldiretti: "Subito in campo interventi decisivi”
La crisi idrica innescata dalla prolungata siccità sta creando una vera e propria emergenza per l'agricoltura. A lanciare nuovamente l'allarme, evidenziando le pesanti ricadute che la situazione prospetta, è Coldiretti Cremona. “Siamo di fronte ad una vera emergenza - osserva l'associazione in una nota stampa -. E’ necessario mettere in campo, senza indugiare oltre, tutte le azioni possibili. Per le aziende agricole la situazione è ormai insostenibile, pressoché tutte le colture sono in sofferenza a causa della crisi idrica. Se non si agisce con determinazione, il rischio è di perdere anche i raccolti che potrebbero essere messi in sicurezza grazie a interventi rapidi e incisivi”.
Il 2022 - evidenzia Coldiretti Cremona - finora ha fatto registrare precipitazioni dimezzate. Le riserve idriche regionali attualmente immagazzinate nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sotto forma di neve sono inferiori di oltre il 50% rispetto alla media del periodo 2006/2020. Nei grandi fiumi l’acqua è scarsissima, insufficiente per alimentare l’irrigazione delle colture, ormai necessaria.
Soffrono in particolare i prati, i cereali autunno vernini (con il frumento che, per l’assenza di acqua, presente pianticelle che non completano il proprio ciclo, non arrivando a chicchi ricchi e abbondanti), ma ormai anche il mais, che sta iniziando la sua crescita, è al limite. “E’ tempo di irrigare il mais, ma l’acqua nei fiumi non c’è – sottolineano i cerealicoltori di Coldiretti Cremona –. Fortemente stressata dall’assenza di acqua, la crescita della pianta di mais si blocca. In particolare in questa fase della crescita della pianta, detta fase di ‘viraggio’, è fondamentale che l’acqua non manchi. Se si prosegue così, è certa una drastica riduzione del raccolto”.
Questo per quanto concerne le prime semine. Si aggiunga il tema della riprogrammazione delle semine di secondo raccolto. E’ notizia di questi giorni che molte aziende stanno modificando i loro piani colturali rinunciando alla programmazione di semine di secondo raccolto perché la scarsità di risorsa idrica non consentirebbe una coltivazione economicamente sostenibile.
Questo comporterà una minore disponibilità di materie prime come mais e insilati con pesantissime ripercussioni anche sul settore dell’allevamento, già messo in ginocchio dall’aumento dei costi di produzione. È molto probabile – rimarca Coldiretti Cremona – che non ci saranno colture sufficienti per alimentare le mandrie con perdita di produzione anche di carne e latte. E questo è un problema che non riguarda solo gli agricoltori ma anche i cittadini che potrebbero vedere diminuire la disponibilità di questi prodotti sugli scaffali dei supermercati. E non si potrà fare affidamento su eventuali importazioni dall’estero, a causa delle conseguenze che il conflitto in Ucraina sta comportando a livello mondiale.
Di fronte a circostanze eccezionali, che stanno mettendo in ginocchio le aziende agricole, servono interventi immediati ed altrettanto eccezionali – è la richiesta di Coldiretti Cremona –. Tra le misure da applicare è essenziale disporre in tempi brevi di deroghe temporanee agli obblighi del deflusso minimo vitale, oltre che la possibilità di rilasciare acqua dai bacini montani, indipendentemente dalle dinamiche della produzione di energia.
“È una situazione pesantissima che stiamo seguendo quotidianamente al fianco delle nostre imprese – conclude Coldiretti Cremona – cercando di trovare soluzioni che ci consentano almeno di tentare di salvare i primi raccolti, per i quali comunque sono previste rese in forte diminuzione”.
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