21 ottobre 2024

Dagli Archivi tedeschi spunta il video di Farinacci ad Hannover per promuovere il Premio Cremona e incontrare Goebbels

I referendum sono inutili, soprattutto quando si tratta di arte o di propaganda. Il 21 settembre del 1938 il ras di Cremona, Roberto Farinacci, spedì una lettera, dai contenuti chiari, a diverse persone per ottenere un riscontro, senza passare da inutili referendum come ben specificato nel testo, su quella che era una sua creazione, il Premio Cremona.

Il Premio Cremona, durato solo dal 1939 fino al 1941, era una competizione artistica annuale che metteva a confronto le opere di vari pittori italiani su argomenti cari al Regime e a Farinacci stesso, fu una scelta molto azzeccata quella di instituire un premio dedicato alla città di Cremona, perché dette modo a Farinacci di ottenere visibilità ben oltre le sue più rosee aspettative. Esattamente due anni dopo la stesura di quella famosa lettera, che voleva raccogliere opinioni senza passare da un referendum, il Premio Cremona offriva al suo ideatore una visibilità senza pari, una visibilità che molti gerarchi, in quegli anni, potevano soltanto sognare di notte. I cinegiornali tedeschi di fine settembre 1940 erano, come da protocollo della propaganda, la dimostrazione di come il Terzo Reich avesse, con la caduta di Parigi avvenuta il 16 giugno, conquistato quasi tutto il conquistabile allargando i suoi confini. La Blitzkrieg, ovvero la “guerra lampo”, aveva sottomesso al nazismo praticamente tutta l'Europa occidentale, mentre l'Italia era entrata in guerra proprio pochi giorni prima della caduta della capitale francese.

La guerra e la propaganda occupavano ogni spazio possibile della vita quotidiana tedesca ma nei cinema e nei teatri di tutta la Germania, in quegli ultimi giorni di settembre del 1940, veniva proiettata, e raccontata, anche la storia di un premio artistico che, dalla piccola Cremona, era riuscito ad impressionare praticamente chiunque. Farinacci appare così sorridente da sembrare quasi impacciato mentre arriva in treno ad Hannover, nel cuore della Germania nazista, il 28 settembre 1940, però un paio di gironi prima era arrivata nella città, pronta per essere esposta al pubblico, una selezione delle migliori opere del Premio Cremona, una selezione di quel Premio da lui portato avanti anche senza referendum.

A riceverlo, e ad accompagnarlo alla galleria con le opere che erano state esposte fino a pochi giorni prima all'ombra del Torrazzo, c'è Julius Streicher, alto dirigente del partito nazista e direttore del giornale Der Sturmer, periodico che era una vera e propria spalla della propaganda nazista. Da quel momento la visita di Farinacci per promuovere il Premio Cremona in Germania sarà una vera e propria scalata, fatta con grandi falcate, alle più alte sfere del nazismo, una sorta di incontrollabile successo personale che si sviluppava tra le fila di ragazzini con la bandiera italiana e una folla in delirio per il ras di Cremona.

Dopo Hannover Farinacci arriva a Berlino dove, ad aspettarlo, c'è il ministro della propaganda nazista, Joseph Goebbels. Se Der Sturmer era la spalla della propaganda nazista Goebbels era l'incarnazione della stessa; feroce, spietato, determinato come pochi, un gerarca con un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella diffusione delle idee naziste. Goebbels sapeva bene che la macchina bellica di conquista passava, soprattutto, proprio attraverso la propaganda ed era in grado di sfruttare al massimo, con una organizzazione perfetta, anche un evento, apparentemente innocuo, come una raccolta di quadri provenienti da Cremona. Goebbels, con il suo classico impermeabile colore beige, sembra fin troppo affabile verso colui che aveva semplicemente portato un po' di quadri ad Hannover, arriva addirittura a prenderlo sottobraccio davanti alle truppe perfettamente schierate, il suo atteggiamento è fin troppo cordiale, soprattutto se a favore della folla e delle telecamere, quasi perfettamente studiato per valorizzare al massimo la figura del ras di Cremona e la sua selezione di quadri.

Ma il ministro nazista sapeva esattamente cosa fare e come “temersi buono” il Premio Cremona e il suo promotore, perché il 30 di settembre Farinacci era atteso a Berlino addirittura al cospetto di Adolf Hitler e Goebbels non voleva steccare il colpo perdendo la possibilità di ingraziarsi un ospite, peraltro molto gradito, del Fuhrer. Hitler era appassionato di pittura e non fece mistero di apprezzare molto quella selezione di quadri che provenivano dalla città adagiata lungo il Po, non volle telecamere durante il colloquio con il ras cremonese, ma di quell'incontro esiste anche una fotografia dove il Fuhrer si intrattiene con Farinacci stesso, a conferma di quanto quel video, proiettato per una settimana in tutta la Germania, raccontasse di un concorso di pittura ma anche di colui che l'aveva portato avanti. A fine guerra Streicher venne condannato a morte dal tribunale di Norimberga e giustiziato nel 1946 insieme ad altri gerarchi nazisti mentre Goebbels, che ad aprile del 1945 si era rinchiuso nel bunker di Berlino insieme ad Hitler, divenne cancelliere del Reich per un solo giorno, il 1° di maggio, dopo il suicidio di Hitler stesso avvenuto il 30 di aprile. Goebbels decise di suicidarsi, insieme alla moglie Magda, proprio il giorno successivo alla morte di Hitler non prima, però, di aver ucciso tutti i loro sei figli, pur di non lasciarli catturare dai russi che ormai avevano circondato l'ultimo bastione del nazismo.

Marco Bragazzi


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commenti


Michele de Crecchio

22 ottobre 2024 23:22

Di "filmetti" documentari sulle attività politiche di Farinacci, ras fascista di Cremona, ne ho visti non pochi. Stranamente nessuno di questi, mi sembra, però, che contenga registrata la sua voce che, come mi pare di aver letto da qualche parte, conservava il tipico accento molisano acquisito in fanciullezza (Farinacci era nativo di Isernia), accento per il quale pare venisse alquanto dileggiato dai compagni di classe del Liceo Classico cremonese, scuola alla quale, ormai giovanottello, gli era poi capitato di iscriversi, una volta giunto a Cremona, seguendo la famiglia del padre, impiegato presso le Ferrovie dello Stato.