5 aprile 2024

Dai documenti Usa. Il capitano Johnson che scorrazzava sulla 1500 fuori serie rossa requisita ai Carabinieri Reali. Il camion inviato a Rivolta d'Adda da Cazzani per recuperare i tesori del Duomo

Ancora una puntata sui documenti straordinari sulla storia di Cremona dai file desecretati del Comando Americano in Italia nel 1945. Questa volta raccontiamo di un disinvolto capitanio che scorrazzava su una 1500 fuori serie rossa e sulla richiesta di un camion avanzata da monsignor Cazzani per recuperare i tesori del Duomo nascosti a Rivolta d'Adda dalle Suore Adoratrici. La ricerca è di Marco Bragazzi.

Come si usa dire “il diavolo è nei dettagli”. All'inizio dell'estate del 1945 gli accordi del Governo Alleato, a Cremona e Provincia, sugli automezzi circolanti non ammettevano compromessi. Il Governo aveva le idee chiare su come trattare la mobilità cittadina e provinciale; in pratica la circolazione dei mezzi a motore era praticamente vietata, le uniche eccezioni riguardavano soltanto quei veicoli, con conferma di targa e telaio, accreditati presso il Comando Alleato. Ogni automezzo, soprattutto quelli legati ad enti pubblici, veniva requisito in attesa di tempi migliori, nel frattempo erano gli Alleati a decidere chi destinarli.

Alla base di questa draconiana visione sulla mobilità vi era un concetto molto semplice; le persone dovevano muoversi solo in determinati modi e solo con determinati mezzi, tipicamente quelli a trazione umana o animale, perché avere poche persone che circolano liberamente era un vantaggio per tutti, soprattutto coloro che erano al comando. Per avere il pieno controllo della situazione, senza risultare troppo fuori luogo, il Governo provvisorio requisiva ogni mezzo disponibile o, in alternativa, non forniva i necessari buoni carburante ai proprietari dei mezzi privati. Metodo semplice e diretto, verrebbe da dire ma, come spesso accade, alla requisizione dei mezzi non faceva riscontro, piccolo ma significativo dettaglio, quale tipo di utilizzo era previsto o la destinazione degli stessi.

Il capitano Johnson del Comando Alleato doveva aver preso la Cremona del 1945 per la Roma di Via Veneto degli anni '60, la differenza era che Fellini e la sua “Dolce vita” non erano ancora arrivati e i paparazzi, in piazza del Duomo e dintorni, di certo non abbondavano. In città non vi erano attrici più o meno famose da immortalare mentre si dedicavano alla spasmodica ricerca di una notorietà più legata alle frequentazioni che neanche ai set cinematografici, al limite conveniva fotografare le bellezze architettoniche. Non è chiaro cosa facesse a Cremona il capitano Johnson in quei mesi ma, a novembre 1945, il Prefetto di Cremona fu costretto ad inoltrare l'ennesima richiesta al Comando Alleato per ottenere la restituzione di un mezzo che era, prima del maggio 1945, in utilizzo ai Reali Carabinieri. Il mezzo non era una anonima utilitaria o una spartana jeep militare ma una elegante Fiat 1500 fuori serie di colore rosso che era utilizzata dagli ufficiali dei Reali Carabinieri. A maggio viene requisita dagli Alleati e destinata “ad altro uso”, uso che di certo aveva poco a vedere con la gestione e il ripristino delle attività cittadine post belliche. Evidentemente l'ufficiale statunitense aveva buon gusto nel requisire i veicoli a motore, forse aveva preso alla lettera la bellezza storica delle città italiane per godersi, al pari di un qualunque giovane rampollo di ottima famiglia, gite fuori porta o serate mondane anche senza i paparazzi al seguito.

La realtà era che, soprattutto per le aziende che lavoravano spostando pesanti carichi, il recupero di mezzi di trasporto come i camion diventava un dramma. Una volta inoltrata la richiesta al Comando Alleato per avere a disposizione un camion il Comando, nella quasi totalità dei casi, rispondeva picche; non contava nulla se le aziende necessitavano di veicoli industriali e buoni carburante per, ad esempio, rifare le strade, il Comando sapeva trovare con estrema grazia, o in maniera brusca, una qualsiasi motivazione per affossare la richiesta. Di alternative reali non ne esistevano, con il passare delle settimane le aziende di diversi settori e località cominceranno a chiedere, alle Camera di Commercio o alle Associazioni di categoria, di fare pressione sul Comando Alleato per poter ritornare ad una parvenza di normalità anche nei trasporti ad uso lavorativo, ma le cose non cambiarono di molto; semplicemente i camion e le macchine, quasi al pari di merce rara da esibire solo in poche occasioni, venivano date in utilizzo per un particolare giorno o un particolare tragitto costringendo i lavoratori a concentrare le loro attività secondo i dettami del Comando Alleato.

L'8 maggio 1945 il Comune di Cremona dovette inoltrare una richiesta al Comando Alleato per poter disporre di un camion da utilizzare per il trasporto degli oggetti artistici del Duomo. Qualche periodo prima, infatti, per tutelare parte delle reliquie, il Vescovo Cazzani le aveva fatte trasferire di nascosto presso l'istituto delle Suore Adoratrici di Rivolta d'Adda, ma a guerra finita diventava necessario riportarle nella loro naturale sede. Per farlo, però, occorreva chiedere un permesso e sperare che venisse concesso l'utilizzo di un camion, richiesta di cui si fece carico il Comune di Cremona. Ma questi dettagli il capitano Johnson non li poteva sapere oppure, molto più facilmente, li conosceva fin troppo bene mentre scorrazzava liberamente per le strade della provincia con una Fiat 1500 fuori serie. 

Marco Bragazzi


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