Davide Persico, docente universitario ed esperto di natura, spiega il fenomeno dei "capelli d'angelo". Ragnatele in balia del vento
In merito alla questione dei "capelli d'angelo" di cui abbiamo scritto qualche giorno fa (Clicca qui per leggere l'articolo), di seguito una spiegazione del professore Davide Persico, docente universitario di San Daniele Po e grande esperto di natura.
"Una mattina del lontano 1832, il giovane naturalista Charles Darwin, affacciandosi sul ponte del Beagle mentre solcava i mari dell’emisfero australe, notò che tutte le superfici della nave, attorno a sé, erano ricoperte da una fitta coltre di ragnatele. Gli artefici di quell’opera erano migliaia di piccoli ragni, ben distinguibili sulla tela. La nave, in quei giorni, era a circa 60 miglia dalla costa argentina…"
Un fenomeno simile si sta manifestando nella bassa proprio in questi giorni ed incrementa soprattutto nelle fasi di allagamento della golena. Come molte altre specie anche i ragni rifuggono dall’acqua di esondazione e sfruttano la tecnica del ballooning proprio per mettersi in salvo più in fretta. Questa tecnica prevede il rilascio di fili di ragnatela dalle ghiandole dell’addome che, rimanendo attaccati al ragno e separati tra loro, culminano in un groviglio con funzione di vela.
In balia del vento, ma anche di campi elettromagnetici che i ragni sanno percepire e sfruttare, questi esemplari prendono il volo percorrendo anche decine se non centinaia di chilometri. Per sfruttare al meglio il vento, correnti ascensionali e campi elettromagnetici di potenziale favorevole, i ragni si arrampicano su alberi, cespugli e ogni altro punto rialzato prima di spiccare un efficace volo. Così, le ragnatele, lunghissime e spesso fitte, che ospitano centinaia di individui decollano e atterrano creando grovigli e coperture sulla vegetazione ma anche su ostacoli antropici.
Tutto ciò è stato osservato e provato sia sperimentalmente che fotograficamente. In molti parlano anche di ragnatele chimiche “teorizzando” azioni climalteranti o di controllo della popolazione umana, ma sono illazioni prevedibili di fenotipi influenzabili e assuefatti da fantasocial complottisti. Se fossi un ragno viaggiatore mi incazzerei pure se vedessi la mia fatica confusa con bojate distopiche.
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