22 ottobre 2024

Lungo il Po ecco il fenomeno delle ragnatele "capelli d'angelo", ne sono ricoperte piante e cespugli. Sono usate dai ragni per fuggire

Piovono i “capelli d’angelo” sulla pianura cremonese e lombarda e, in particolare, sulle terre di Po. “Piovono i capelli d’angelo” non è il titolo di una nuova canzone (ma, chissà, magari qualche cantautore potrebbe trovare l’ispirazione) né un componimento poetico e nemmeno un film pronto ad approdare a Natale nelle sale cinematografiche. E’ nient’altro che un modo per indicare un fenomeno, certamente singolare, che, da qualche giorno a questa parte, si sta intensificando lungo  le campagne dell’una e dell’altra riva del Po.  Fenomeno particolarmente intenso (ed anche un po’ fastidioso, va ammesso) quest’anno: quello delle cosiddette ragnatele volanti, chiamate anche, da sempre, “capelli d’angelo”. In parecchi punti della campagna una vera e propria “invasione” con intere aree ricoperte da questi filamenti che, in effetti, sono davvero ragnatele. Su questo singolare fenomeno si sono diffuse, nel tempo, le più svariate interpretazioni che vanno dall’attribuzione ai fenomeni Ufo a modelli di bioingegneria per il controllo del clima ed altro ancora. Pur nel più assoluto rispetto delle opinioni di tutti, ed anche delle fantasie di molti (perché usare la fantasia, se a fin di bene, è sempre qualcosa di piacevole) quello che in molti certamente stanno osservando (o in cui si stanno imbattendo) è il  fenomeno del balloning,  un modo di spostarsi nell'aria utilizzato da diversi ragni e da altre specie di insetti, già attestato in Italia da secoli. Soltanto nell’area della Pianura Padana il fatto è sempre uguale e si ripete ogni anno, in questo periodo, da secoli. Le prime cronache risalgono addirittura al 1500. Si tratta di ragnatele dalle caratteristiche eccezionali per resistenza chiamate “draglie” prodotte dai ragni nelle grandi pianure del Nord Europa ed ai confini del Vecchio Continente, alle quali affidano le loro uova ai fini della diffusione della specie (diffusione anemofila). Incontrando l’ambiente idoneo le uova si schiudono riproducendo la specie. I ragni, come noto, secernono il filamento, che non è altro che seta, in modo da essere trasportati dalle correnti e migrare. Inoltre in questa stagione, come i contadini sanno bene, tutti i campi vengono ricoperti da queste ragnatele. In questi giorni, nei nostri territori, il fenomeno è molto più evidente, visibile ed intenso perche, nelle aree golenali (quelle aperte, quindi non abitate) e nelle lanche  del Po raggiunte da un significativo quantitativo d’acqua (un toccasana per la biodiversità),  i ragni di fatto “fuggono” utilizzando questa sorta di paracadute e partono in balia del vento. Sono, precisazione doverosa, del tutto innocui e quindi, almeno stavolta, non si corre pericolo alcuno. 

Eremita del Po

 

Paolo Panni


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