Decine di antichi documenti della bottega di Stradivari da un anno girano in provincia alla ricerca di un acquirente

Missive, biglietti, disegni, manoscritti della bottega di Stradivari. Un autentico tesoro sta circolando da un anno in provincia. Decine di documenti (più di 150) che potrebbero cambiare la storia scritta fin qui sul sommo liutaio. Un fondo archivistico enorme, fatto di carte, tele, filigrane , disegni e inchiostri già esaminati da diverse Soprintendenze e ritenuti quasi tutti autentici. Un patrimonio unico che, secondo voci che si stanno diffondendo negli ambienti liutari, potrebbero prendere la strada dell'estero vista l'indifferenza italiana e soprattutto locale (del Museo del Violino). Certamente diverse di queste carte non sono autentiche e possono essere fatte risalire ai falsi della collezione Bisiach (1929) per i quali si celebrò anche un processo. Ne sono un esempio la presunta grossolana lettera di Benedetto XIII al liutaio in una data in cui regnava un altro Pontefice (Innocenzo XII) o la presunta biografia vergata dal Gesuita Teodoro Boniventi o altre ancora.

Ma il cospicuo archivio ha riservato grandi sorprese. Innanzitutto molti documenti non figuravano nelle carte di Bisiach, altri ne facevano parte ma un secolo fa vennero in fretta classificate come false ma l'analisi degli inchiostri, le carte, le filigrane, le grafie con i metodi attuali ne hanno certificato la contemporaneità con la bottega di Stradivari ma sono state raccolte “a frammenti”, come se non ci fosse unicità nella scelta dei documenti, quasi fossero dei brogliacci di bottega, dei carteggi amministrativi che servivano poi per vergare lettere ufficiali e documenti. Nel voluminoso dossier figurano anche lettere giunte da diverse cancellerie europee per fa commissionare strumenti.

Con il suo libro " Stradivari svelato - i documenti di bottega ritrovati di Messer Antonio Cremona 1645-1737 " che sarà a breve pubblicato dalla casa editrice musicale romana Erom Musica, Gualtiero Nicolini, dopo lunghe ricerche presso l'Archivio di stato di Bergamo e presso alcune biblioteche, ed essere riuscito a reperire molti documenti importanti ed aver incontrato più volte il restauratore di documenti più famoso oggi in Italia afferma la convinzione della autenticità di lettere, disegni, fogli, biglietti che avrebbero fatto parte delll' archivio della bottega di Stradivari.

Evidenzia l'impossibilita del complotto perché non sussistevano i presupposti, gli interessi economici, i tempi tecnici per realizzarlo, la possibilità concreta di reperire carta con filigrana, armi, stemmi ecc.

Nel contempo sottolinea gli interessi di Cremona e di Farinacci, impegnato nel suo orogetto del bicentenario e già impelagato con il maestro Fiorini, oltre agli errori e alle mancanze della commissione di periti nominata dal tribunale di Bergamo ed i collegamenti con alcuni giudici, sino alla influenza di Illemo Camelli sul direttore delle biblioteche lombarde per richiedere la pronuncia di falsità.

Riporta infine la campagna di stampa di allora, le valutazioni di esperti attuali per avanzare seri dubbi sul processo del 1929.

Infine, valutando sia il trattato di liuteria, sia la biografia ritrovata, evidenzia le clamorose novità che darebbero risposte logiche sulla vita del grande maestro cremonese spingendosi ad affermare la data di nascita di Stradivari a Cremona il 14 agosto 1645.

Cremona si vedrà sottrarre sotto il naso questo tesoro (anche i falsi che andrebbero studiati e tolti dalla circolazione) e prendere la via dell'estero?