Deserta l'asta del teatro Politeama, ulteriore ribasso a 288mila euro per la nuova seduta del 30 novembre
E' andata deserta l'asta giudiziaria di vendita del teatro Politeama Verdi di Cremona, quel che resta del glorioso teatro tra via Cesare Battisti e via Arisi. Giovedì 5 ottobre era il giorno fissato per l'asta e le offerte dovevano pervenire entro il 3. Nessuna offerta pervenuta, così il giudice Francesca Veresano del Tribunale di Lodi e il curatore Alberto Valcarenghi non hanno potuto far nulla se non prendere atto della mancanza di offerte. Il prezzo a base d'asta era di 384mila euro (con rialzi previsti di 10mila euro) ma al Tribunale non è arrivato nulla. Così si è provveduto a fissare una nuova asta per il prossimo 30 novembre con una riduzione del 25% sul prezzo della prima seduta. A fine novembre l'asta per il teatro partirà da 288mila euro, poco più di un appartamento di media grandezza in centro a Cremona. Non ha battuto ciglio il Comune di Cremona che storicamente ha avuto responsabilità pesanti nella distruzione del teatro cittadino che a lungo ha fatto concorrenza al teatro Ponchielli. Si sussurra dell'interessamento di un privato ma, probabilmente, attende ulteriori ribassi d'asta prima di fare offerte. Ricordiamo che l'architetto Massimo Terzi conservava nelle sue carte il progetto di recupero del teatro dell'architetto Sergio Carboni a sala polivalente (teatro, musica, sala conferenze): 426 posti a sedere di cui 318 in platea e 108 nel primo ordine di palchi. Ricordiamo poi che esiste un altro progetto, realizzato dall'architetto Giorgio Palù una decina di anni fa su indicazione del Cavalier Giovanni Arvedi, quando sognava di dotare il Museo del Violino (che stava nascendo a Palazzo dell'Arte) di una biblioteca della musica. Si studiò la realizzazione verticale con una scala centrale e le sezioni delle biblioteca ai diversi piani fino a raggiungere il cupolone del Politeama.
Purtroppo dalla città non è giunto nessun segnale eppure quello spazio a venti metri dal corso Campi potrebbe essere una magnifica sala studio, un cinema-teatro, una sala per esposizione, una sala per concerti. Certo la città non è più quella di 130 anni fa quando la mattina del 9 dicembre 1896, un enorme incendio divorò il teatro Ricci, il teatro popolare di Cremona costruito interamente in legno. Un rogo enorme ed impressionante. La città non poteva stare senza un teatro popolare che facesse concorrenza al teatro Concordia, poi diventato Ponchielli. I cremonesi diedero così vita ad una società con alla testa Ettore Sacchi e subito ricostruirono un nuovo teatro al posto del vecchio Ricci. Nacque così in pochi mesi il magnifico teatro Politeama tra via Cesare Battisti e via Arisi, a venti metri da corso Campi. Un gioiello fatto di stucchi, palchetti e pitture, uno scrigno disegnato dall'architetto Sfondrini, uno specialista del settore che aveva già realizzato lo Storchi di Modena. Questa era la Cremona dell'Ottocento quando l'arte, la cultura, il buongusto lo spettacolo erano di casa in città. Oggi Cremona ha smesso di sognare. Si accontenta, non ricorda la sua storia e non pensa in grande. Così, nell'indifferenza, quel che resta del Politeama è affidato alla prossima asta del 30 novembre
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