7 ottobre 2021

Domani si parte con la stagione lirica e il Barbiere. Vi raccontiamo il gran lavoro per mettere in scena un'opera

A poche ore dalla prima del Teatro “A.Ponchielli” di Cremona abbiamo deciso di portarvi con noi nell’anima della massima sala cittadina, per scoprire i segreti di una stagione in scena con immense fatiche da parte dello staff del teatro guidato dal Sovrintendente Andrea Cigni

Partiamo da dove tutto inizió: i titoli in programma sono infatti quelli composti nel 2019 e previsti per andare in scena nel 2020, quando poi tutto venne cancellato. Ora i teatri hanno la possibilità di riaprire, ed il Ministero, forse credendo di tutelare in qualche modo i lavoratori dello spettacolo, ha posto il vincolo (per dare il contributo previsto) che i titoli in programmazione fossero i medesimi cancellati in passato.

E qui, con l’aiuto di Lorenzo Del Pecchia, Responsabile della Segreteria Artistica, ci siamo addentrati nelle profondità del “come” poter aderire a questo diktat offrendo ugualmente uno spettacolo interessante. Perché, vi starete chiedendo? Perché il vincolo guarda solo al titolo senza guardarne l’effettiva realizzabilità al netto delle nuove norme covid. In primis il cast: le distanze sul palco debbono plausibilmente essere mantenute, tenendo conto quindi anche delle problematiche registiche (a memoria sorgono subito le grandi masse corali di soldati, gitani in Trovatore, e le scazzottate previste dall’intersecato libretto di Fanciulla del West, opera che peraltro già solo fra i solisti conta una ventina di persone). E l’orchestra? Anch’essa ha il problema delle distanze in buca, costringendo quindi il teatro a cercare versioni ridotte delle opere più grandi in calendario in modo da ridurre gli organici in modo efficace senza troppo inficiare sul risultato musicale. Anche in questo caso un grande lavoro di ricerca è stato fatto, ad esempio proponendo al pubblico del circuito di OperaLombardia una riduzione di Fanciulla del West approvata dallo stesso Puccini ad opera del suo collaboratore Ettore Panizza (che ha curato diverse sapienti riduzioni di opere Pucciniane pensate per buche d’orchestra meno capienti). 

Non facciamoci peró trarre in inganno, il risultato taglia soltanto di qualche numero l’organico orchestrale ridistribuendo alcune melodie, mantenendo comunque, per le due opere maggiori (Trovatore, Fanciulla) una compagine che si aggira attorno ai cinquanta strumentisti. 

Ed i solisti? Altro grattacapo. L’Italia è infatti, in Europa, uno degli ultimi paesi ad aver riaperto i teatri, questo ha significato quindi un intensissimo lavoro di ricerca dei cast da riconfermare, con la criticità di avere molteplici artisti fermi da mesi che si sono visti costretti ad accettare i primi contratti loro proposti. Il telefono infuocato della segreteria artistica aveva un triplo lavoro da operare: garantire la medesima qualità cercando nuovo artista, proporre lo stesso cachet a budget per il precedente artista senza margini di manovra, fare in modo di aggiudicarsi rapidamente il nuovo artista prima che le repentine riaperture contemporanee non lo aggiudicassero in altre produzioni. 

Abbiamo toccato anche il problema dei budget, perchè questa possente macchina da guerra deve fare i conti con le previsioni di spesa…del 2019!!! Ora nel 2021 abbiamo: capienza ridotta dei teatri (l’80% è comunque utopia, visto che con le distanze invariate ad un metro e mezzo non si riuscirebbe ad arrivare a tale capienza) con conseguente dimezzamento degli introiti da biglietti; obbligo di tampone per tutti gli artisti in palcoscenico (ogni due giorni durante l’intera produzione); le strutture divisorie in plexiglass per la buca d’orchestra (fatte produrre appositamente); l’obbligo delle mascherine per tutti gli artisti non cantanti (figuranti), e le conseguenti spese di sartoria per integrare le maschere nei costumi.

Capiamo quindi che la stagione che andiamo a presentare andrebbe vista tutta anche solo per riconoscenza nei confronti degli sforzi immani di un Teatro di Tradizione che non gode di tutto l’agio economico del quale invece godono normalmente le Fondazioni Lirico-Sinfoniche in Italia. 

Come da tradizione, OperaLombardia propone con il proprio proficuo sistema di coproduzione dei titoli d’opera, composizioni di epoche diverse. Per tutti i palati sarà questa stagione, l’ultima ci dicono ad essere divisa per genere musicale e non per periodo, in futuro infatti la nuova direzione artistica sarà quella di offrire in ciascun periodo dell’anno una Stagione comprendente tutte le arti performative.

Tornando al presente, si parte con la produzione che vede capofila il Teatro Sociale di Como, è infatti prevista la Prima de Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini venerdì 8 ottobre alle 20,00, replicata poi nella pomeridiana di domenica 10 ottobre alle 15,30. Un’opera brillante, divertente, frizzante, che vedrà sul podio il giovane ma già affermato Jacopo Rivani ed alla regia l’eclettico Ivan Stefanutti affermato professionista con molte interessanti produzioni alle spalle.

Giovedì 18 novembre è la volta della “prima cremonese”, la produzione capitanata dal Teatro Ponchielli, in replica domenica 20, che vede tornare in città Il Trovatore di Giuseppe Verdi, assente dall’ombra del Torrazzo dal 2006. Una produzione che promette di essere visionaria,con la regia di Roberto Catalano, noto per le sue atmosfere intense create per “sottrazione”, un approccio completamente opposto allo sfarzo scenografico ma tutt’altro che meno efficace.

A guidare il comparto musicale ci sarà la bacchetta di Jacopo Brusa, che gode della fama positiva da direttore “preciso” ed “interessante” come definito dalla critica.

Il 3 ed il 5 dicembre sarà la volta di Iphigénie en Tauride di Christoph Willibald Gluck, diretta dal solido Federico Ferri, esperto nel repertorio barocco, e l’incredibile regia di Emma Dante.

Avere peraltro a Cremona la Dante nell’anno in cui si è aggiudicata il Nastro d’Argento al Miglior Film-Miglior Regia-Miglior Produzione-Miglior Montaggio-Miglior Sonoro come regista de “Le Sorelle Macaluso” è davvero incredibile e di assoluta rilevanza il poter osservare la visione che questa artista tanto acclamata ha di un’opera così immeritatamente difficile da vedere in teatro. 

Chiuderà la stagione - il 21 ed il 23 gennaio 2022 - Fanciulla del West, opera del compositore verista Giacomo Puccini che vedrà Andrea Cigni nella sua veste di Regista, già apprezzato in numerose produzioni da lui firmate, incarico affidatogli prima di prendere possesso del ruolo di Sovrintendente del Ponchielli. Un gradito ritorno anche quello del bravo direttore Valerio Galli, che bene aveva fatto nel concerto lirico-sinfonico diretto a Cremona a Maggio di quest’anno dedicato proprio al concittadino Ponchielli ed ai suoi allievi Puccini e Mascagni.

Una stagione con i controfiocchi, considerati i numerosi sforzi operati dall’efficiente organizzazione del Teatro “A.Ponchielli” per portare in scena tutto puntualmente, in pieno rispetto  delle regole, dei budget e senza sacrificare la qualità degli spettacoli. 

Dovevamo portarvi con noi, lo dovevamo a voi ed alla Musica, per capire quanto lavoro c’è dietro una produzione simile, e per apprezzarne ogni singola goccia di sudore. Spesso siamo portati a giudicare con superficialità quel che vediamo, con continui paragoni alla Scala ed ai massimi teatri del pianeta. Ricordiamoci però che per arrivare alla Scala (che, ricordiamo, ha ben altre “forze”), la maggior parte degli artisti passa dal nostro apprezzato circuito in cui i giovani nascono, crescono e diventano talenti internazionali. Guardiamo con questo nuovo “paio d’occhiali” la prima stagione d’opera del Ponchielli post-riapertura, apriamo finalmente di nuovo gli occhi, le orecchie, il cuore.

Le foto delle prove generali del Barbiere di Siviglia

Loris Braga


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