26 gennaio 2023

Dopo il restauro dell'ex Monte di Pietà, impalcature sulla facciata di Palazzo Fodri per eliminare distacchi di intonaci e degrado dei materiali

Terminato il restauro della facciata dell’ex Monte di Pietà tra corso Matteotti e via Ala Ponzone, il cantiere, affidato da Fondazione Città di Cremona allo studio Beltrami Architettura e Ingegneria, con la consulenza dell'architetto Angelo Landi, si è spostato sulla fronte dell’adiacente palazzo Fodri. Anche in questo caso la facciata presenta alcuni distacchi di intonaco, per cui si tratta di effettuare i primi assaggi e le indagini propedeutiche per poi eliminazione gli elementi di degrado presenti su prospetti e finiture, e a garantire una migliore conservazione dei materiali, attraverso stuccature e la posa di una finitura protettiva idrofuga. 

Palazzo Fodri è già stato interessato ad un restauro, che la Cariplo commissionò all'architetto Vito Rastelli, avviato nel 1930 e concluso entro il 1932. Esso comportò la costruzione di una nuova scala elicoidale, sul sito di un accesso carraio aperto su vicolo Fodri, e vide il coinvolgimento degli scultori Dante Ruffini e Arturo Ferraroni, del pittore Carlo Gremizzi, dell'artigiano del ferro battuto Pietro Roffi e del decoratore e pittore Giuseppe Papetti. Altre modifiche il palazzo subì tra il 1973 e il 1976 con lavori che hanno riguardato l’adeguamento dei locali per l’inserimento del Circolo Fodri nei corpi di fabbrica lungo vicolo Valverde e via Gerolamo da Cremona. In particolare è stato realizzato il corpo scala lungo via Gerolamo da Cremona quasi all’angolo con vicolo Fodri, e nel corpo di fabbrica lungo tale vicolo, ad entrambi i livelli, sono stati eseguiti interventi strutturali molto pesanti, volti a realizzare al primo piano la sala cinematografica, che hanno comportato demolizioni parziali di muri portanti e consolidamenti di volte.

Palazzo Fodri rappresenta uno dei maggiori esempi architettonici dell'espressione del Rinascimento cremonese. L'edificio, costituito da due piani, terra e nobile, e mezzanino, ove alloggiava la servitù, venne edificato a partire dalla fine del XV sec. per opera di Guglielmo de Lera.

Si contraddistingue per l'elegante facciata con fascia marcapiano e sottogronda finemente decorati in cotto e per la corte interna porticata con loggia soprastante, che si mostra in un raffinato tripudio di decorazione fittile, tipica della tradizione locale. Il doppio ordine di fregi sono opera di Rinaldo de Stauris, che collaborò nei due chiostri della Certosa di Pavia.

La parte inferiore del prospetto è caratterizzata da una lavorazione a bugnato, mentre la parte superiore è rivestita da un intonaco liscio di colore grigio, in forte contrasto con il rosso dei cotti.

L'elegante facciata appare semplice e rigorosa nelle forme, scandita da finestre rettangolari sormontate da timpani diritti e, nella parte superiore da tondi in cotto racchiusi fra due cornici in terracotta con decorazioni di evidente matrice classicheggiante. Nel mezzo corre un maestoso fregio decorato con soggetti tratti dalle incisioni di Andrea Mantenga. I tondi mostrano busti aggettanti di nobildonne, umanisti e condottieri, plasmate su calchi degli originali, conservati, in quattro esemplari, all'interno.

L'ingresso è caratterizzato, anche per l'evidente contrasto cromatico dei materiali, dal marmoreo portalino quattrocentesco, realizzato nel 1493 da Alberto Maffiolo da Carrara, artista della scuola di Giovanni Antonio Amadeo.

Attraverso il portale si accede ad un raffinato androne decorato a fresco con motivi classicheggianti (candelabri, putti, tondi e medaglie) con busti e profili monocromi di imperatori, con caratteri tipicamente bramanteschi evidenti nella decorazione pittorica. Oltre il vestibolo si apre il cortile che costituisce l'elemento più interessante del palazzo e l'esempio più rappresentativo dell'architettura quattrocentesca cremonese.

foto Gianpaolo Guarneri-Studio B12


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