16 aprile 2024

E' polemica a Milano sulla collocazione della statua della donna che allatta. Il precedente della richiesta di "censura" a Soncino delle opere del maestro Cornini

Ha scatenato parecchie polemiche la splendida opera della donna che allatta al seno che avrebbe dovuto essere collocata in piazza Duse a Milano, zona Porta Venezia. Per il momento la sua posa è stata fermata. Il motivo è che non rappresenterebbe valori condivisibili da tutti i cittadini e cittadine. La statua in bronzo, intitolata "Dal latte materno veniamo" e donata dai figli dell'artista, ha scatenato polemiche anche all'interno del consiglio Comunale di Milano.

La collocazione della donna che allatta al seno, statua che la famiglia dell’artista Vera Omodeo ha voluto donare al comune di Milano, è stata bocciata dalla commissione comunale che deve dare il proprio parere sulla collocazione delle opere d’arte negli spazi pubblici. Una commissione interna all’amministrazione Sala che ha prodotto le sue motivazioni “in quanto l’opera propone valori rispettabili ma non condivisibili”. Mah!

La stessa polemica si scatenò nel comune cremonese di Soncino nel 2018 (leggi qui l'articolo di Cremonasera). Era giugno. L’amministrazione comunale accolse con grande favore il progetto di sculture di terracotta del maestro Marco Cornini, voluto e sponsorizzato dall’imprenditore cremasco Umberto Cabini. Curatore dell’operazione era niente meno che Angelo Crespi, oggi direttore della Pinacoteca di Brera.  In rocca venne collocata, tra le tante, una statua di donna nuda.  Quest’opera vista da un gruppo bresciano di studenti e maestre creò l’indignazione proprio di quest’ultime. Non finì qui. Un gruppo di pensanti soncinesi andarono dal parroco a segnalare il caso, stupiti da tanto scandalo!

A questo punto ci chiediamo: ma l’arte deve scandalizzare? L’arte non va invece rispettata  giusto per quello che esprime? Umberto Cabini sentito chiamato in causa in prima persona e, colpito dall’atteggiamento di questi “benpensanti” fece addirittura stampare delle magliette ribadendo il concetto di arte per l’arte.

Che possiamo dire allora dei due casi che sembrano gemelli? Rimaniamo perplessi e convinti che davanti a ogni manifestazione di arte, ci debba essere il più rispetto assoluto.

Roberta Tosetti


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commenti


Stefano

18 aprile 2024 07:43

È vero che la donna sarà anche la più bella creatura dell'universo, ma se non mettono il nudo da tutte le parti, se non lo condiscono in tutte le salse, non sono contenti, non si sentono progressisti,realizzati come artisti

Manuel

20 aprile 2024 00:18

Certo, di stronzate se ne sentono tutti i giorni, ma doverle esibire per forza...
Non sono certo un esperto o un cultore di arte, ma alcune grandi opere di artisti eterni, come Michelangelo, Tiziano, Botticelli, le conosco anch’io.
Fin dalla storia più antica si contempla e si prova ad immortalare il corpo umano: che c’entra il progressismo, il conservatorismo, il totalitarismo?
Il nudo era inseguito dai Modigliani, dai Picasso, ma pure dai Dali’; il corpo umano era celebrato dal regime sovietico, com’anche da quello nazista e tollerato, nelle varie forme, morbose, artistiche, lucrative dalla liberal democrazia americana. Tali trasversalità, radicamento storico, esulano il nudo dai soli aspetti morboso e affaristico.