Ecco come sarà la nuova area Frazzi con il recupero dei due forni: Laboratorio del Cotto e spazi espositivi nel grande tunnel e locali destinati all'associazionismo
Ecco come sarà la nuova area Frazzi, oggetto di un progetto di riqualificazione finanziato con quindici milioni di euro dal bando del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ambito del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”, coordinato dal direttore di settore architetto Giovanni Donadio.
Il progetto interessa sia il forno piccolo che quello grande. L'area in cui si trova il piccolo forno è il primo nucleo dell'insediamento produttivo di laterizi di proprietà della famiglia Frazzi. Attualmente la fabbrica, dotato ancora della sua ciminiera, si trova in stato precario, è e rappresenta insieme al grande forno il relitto di una fiorente attività che ha caratterizzato lo sviluppo economico e culturale della città di Cremona. Il riutilizzo degli edifici del forno piccolo e del forno grande consentirà di recuperare integralmente un'area sia dal punto di vista architettonico, ambientale, paesaggistico sia culturale rigenerando completamente un ambito urbano attualmente privo di una propria identità e che testimonia un glorioso passato ed un vuoto nel presente. Il progetto prevede il recupero dell'edificio per insediavi uno spazio espositivo e laboratorio del cotto usufruibili dal gruppo culturale cittadino "Centro Studi Laboratorio del Cotto" che, con la nuova collocazione, acquisirebbe una maggiore visibilità e utilizzo da parte di un pubblico più ampio. Le aree espositive saranno collocate sia al piano terra, sfruttando anche ciò che resta del tunnel utilizzato per la cottura dei laterizi, sia al piano primo. L'intervento sull'edificio, che è sottoposto al vincolo della Soprintendenza ai beni culturali, non modificherà le peculiarità attuali, non prevede l'urbanizzazione di nuove aree ed ha come obiettivi: il recupero strutturale dei setti murari e di ciò che resta del tunnel, il restauro della ciminiera, il rifacimento totale del tetto e delle relative strutture lignee rispettando l'attuale conformazione, la chiusura delle aperture con serramenti in ferro-vetro e della facciata sud-est con un sistema continuo in acciaio-vetro senza alterare la percezione visiva attuale degli spazi che dall'esterno si insinua in quelli interni. Il progetto prevede la riqualificazione della porzione di fabbricato rimasta, con caratteristiche dell'involucro e una dotazione impiantistica tali da renderlo a basso consumo energetico, la realizzazione di una scala per accedere al piano primo ed un impianto di elevazione per abbattere le barriere architettoniche. L’area esterna, già dotata di spazi a verde e percorsi pedonali, non richiederà grandi interventi se non piccoli adeguamenti. L'edificio è vincolato e quindi l'intervento non deve soddisfare le disposizioni legislative relative ai CAM, mentre dovrà rispettare la normativa antisismica; in sede di progettazione definitiva/esecutiva si verificherà comunque l'applicazione di tali normative compatibilmente con le necessità costruttive. L'edificio sarà inserito nella comunità energetica che il comune di Cremona intende istituire con il gestore delle reti cittadine.
Il forno grande, invece, è situato oltre il Morbasco, nell'area di espansione dell'insediamento produttivo di laterizi di proprietà della famiglia Frazzi. Della grande fornace sono rimasti il tunnel utilizzato per la cottura dei mattoni, la ciminiera ed alcuni resti delle strutture in elevazione in mattoni. Lo stato della fabbrica è precario e rappresenta, insieme al piccolo forno, il relitto di una fiorente attività che ha caratterizzato lo sviluppo economico e culturale della città di Cremona. Il riutilizzo degli edifici del forno piccolo e del forno grande consentirà di recuperare integralmente un'area sia dal punto di vista architettonico, ambientale, paesaggistico sia culturale rigenerando completamente un ambito urbano attualmente privo di una propria identità e che testimonia un glorioso passato ed un vuoto nel presente. Attualmente una parte dell'area a ridosso della grande fornace è stata recuperata per insediarvi un'arena all'aperto destinata alla proiezione estiva di spettacoli cinematografici e altre manifestazioni, ma i resti della grande fornace restano attualmente inutilizzati. Il progetto prevede il recupero dei resti della fornace per insediavi al piano terra uno spazio espositivo destinato al cinema/fotografia/museo del cotto da collocare nel grande tunnel utilizzato per la cottura dei laterizi, spazi a servizio dell'arena da collocare sotto i porticati proprio a ridosso dell'area stessa, spazi e locali da mettere a disposizione alle diverse associazioni cittadine. Al di sopra del tunnel della fornace, verrà realizzata una terrazza aperta al pubblico. L'intervento sull'edificio, che è sottoposto al vincolo della Soprintendenza ai beni culturali, non modificherà le peculiarità attuali, non prevede l'urbanizzazione di nuove aree ed ha come obiettivi: il restauro strutturale delle murature e del tunnel, il restauro della ciminiera, la rimozione dell'attuale copertura per realizzare la terrazza, la realizzazione di scale e di un impianto di elevazione per accedere alla terrazza stessa, la chiusura delle aperture del tunnel con serramenti in ferro-vetro senza alterare la percezione visiva attuale degli spazi che dall'esterno si insinua in quelli interni. Il complesso sarà dotato di impiantistica adeguata alle diverse funzioni previste ed al relativo utilizzo. L'area esterna, già dotata di spazi a verde e percorsi pedonali, non richiederà grandi interventi se non piccoli adeguamenti.
In allegato la planimetria degli interventi:
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
michele de crecchioo
31 luglio 2023 15:35
All'inizio degli anni 80, mi toccò di combattere una dura e lunga battaglia politica ed amministrativa per sottrarre alla speculazione edilizia (che ne aveva purtroppo già da tempo occupata una porzione significativa) l'enorme area della storica fornace Frazzi, posta a cavaliere del Morbasco e a sud-est del viale Po. Tale area era ricca di valori paesaggistici, di memorie storiche e di straordinari documenti edilizi di "archeologia industriale" che non tutti, nella stessa maggioranza politica che reggeva la Giunta Comunale della quale facevo parte, riuscivano ad apprezzare. Non riuscii a vincere completamente quella impegnativa battaglia, ma sono convinto di avere, alla fine, "portato a casa", un risultato più che decoroso, grazie soprattutto alla solidarietà che, anche in quella occasione, mi fu garantita da quella straordinaria formazione politica che era, allora, il partito comunista di Berlinguer. Da allora, sotto i ponti del Morbasco, di acqua ne è passata molta e non tutte le operazioni eseguite sugli immobili acquisiti dal Comune sono state felici: mi ha indignato soprattutto l'allontanamento della Farmacia Comunale da piazzale Cadorna e la successiva indecorosa ritinteggiatura in nero (!) della ex palazzina direzionale della antica fornace. Inizialmente ho diffidato della intenzione espressa dalla attuale amministrazione di recuperare, rimpinzandolo di funzioni, il forno "Hoffmann" sottostante alla ciminiera più alta e conservo la mia netta contrarietà ad un suo riutilizzo troppo "pesante", come sicuramente sarebbe la infelice idea di trasferirvi il benemerito "laboratorio del cotto", laboratorio che ha esigenze funzionali ed organizzative certamente del tutto incompatibili con gli spazi troppo particolari ipotizzati per la sua nuova sistemazione. Mi sembra però di capire, dagli elaborati sino ad ora prodotti, che l'ufficio tecnico stia operando con attenzione e sensibilità e che, quindi, superati certi palesi (ed anche ingenui) errori della attuale committenza politica, possa dimostrarsi di nuovo alla altezza delle migliori prestazioni che, in un passato neppure troppo lontano, era riuscito a garantire.