Emozioni e grandi esecutori per "Las Quatro Estaciones Portenas" di Piazzolla nel secondo concerto "Stradivari per Vialli"
"Stradivari per Vialli’: scritto così sembrerebbe una melanconica citazione del grande Gianni Brera. Invece no. E’ molto di più. Va aldilà di una semplice spigolatura giornalistica. E’ fatto vero quello che agli inizi degli anni Duemila vide il calciatore cremonese riportare, qui nella sua città, uno dei più prestigiosi strumenti del sommo liutaio: il ‘Vesuvius’ 1727.
E "Stradivari per Vialli’, iniziativa alla sua seconda edizione, è omaggio a quel gesto. Segno di commossa deferenza verso un grande campione dello sport che non è più, ma che ha lasciato segni tangibili della sua ‘cremonesità’ e della sua generosità dentro e fuori i tappeti erbosi degli stadi. Così all’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino è andata in scena , alla presenza della famiglia e di un pubblico visibilmente emozionato, una ‘celebrazione’ laica di grande spessore. Mauro Ivano Benaglia, direttore d’orchestra e presidente dell'Accademia Concertante d'Archi di Milano sceglie per il suo affiatatissimo ensemble, le ’'Las Cuatro Estaciones Portenas' di Astor Piazzolla. Ne affida la voce principale al maestro Lorenzo Meraviglia con nelle mani, alternativamente, il prezioso violino Omobono Stradivari del 1730 'Accademia' e appunto il ‘Vesuvius’
Non poteva esserci scelta migliore. La scrittura di Piazzola sembra calarsi nel personaggio Vialli. Magicamente. La prodigiosa alchimia delle note vivaldiane si mescola alle profondità delle melodie argentine. Un riflesso, mutatis mutandis, di quel suggestivo mondo del calcio dove alla concretezza italica si contrappone, ma nello stesso tempo si unisce, la fantasia sudamericana. Questa unione è l’apice assoluto dell’universo calcistico. Forza e malinconica. Caparbietà e leggerezza. Intuito e spensieratezza, volano nelle rappresentazioni, in musica, dello scorrere delle stagioni. La suggestione è grande perché nei quadri dove l’intensità espressiva si fa più forte non si possono scordare le gioiose lacrime di Gianluca sotto l’afoso cielo londinese a compimento di un meraviglioso percorso umano e professionale. E laddove i ritmi sono incalzanti chi ascolta non può non ricordare quelle cavalcate del giovane Vialli con i colori della sua città. Le sue esultanze per i successi, tantissimi, con i colori blucerchiati e con quelli bianconeri. Un film che scorre negli occhi di tutti. Un flashback che anima pensieri fatti nascere dalle funamboliche invenzioni armoniche e contrappuntistiche del maestro del tango.
Poi si guarda l’Auditorium con la sua struttura a elisse. Con quelle sue vertigini dei posti nelle file più alte. La mente corre agli stadi olimpici. Al posto del verde qui c’è il parquet dove si è giocata una partita di musica capolavoro. Come quella di Vialli. Come quella dell'Accademia Concertante d'Archi di Milano, del suo direttore Benaglia e del violinista solista Lorenzo Meraviglia.
Scrosciano gli applausi del pubblico, come i ricordi. Intensi. Sentiti. Coinvolgenti. Per una serata indimenticabile di emozioni e di grande musica con straordinari musicisti.
Fotoservizio Gianpaolo Guarneri (FotoStudio B12)
Musicologo
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