12 settembre 2022

Fioriscono i lillà nel cimitero ebraico di Ostiano recuperato. Domenica, giornata della cultura ebraica, sarà possibile visitarlo

Prima se n'è preso cura, poi lo ha salvato, ora lo ha restaurato e messo in sicurezza. “I lavori sono quasi terminati: sono contentissimo”, dice Giuseppe Minera, falegname bresciano in pensione, il custode del piccolo cimitero ebraico di Ostiano. Un intervento reso possibile grazie a una concomitanza di fattori (come il via libera della Soprintendenza; la partecipazione della comunità ebraica di Mantova, proprietaria dell'area in località Montagnetta; il contributo economico di un'importante azienda bresciana e della Fondazione comunitaria; la generosità di una mecenate americana). Ma, soprattutto, grazie alla tenacia, l'ostinazione, l'impegno gratuito e anche la competenza del guardiano cattolico di questo scrigno della memoria e della storia.
Nei mesi scorsi era stata portata a termine la prima parte dell'opera: la sostituzione dei mattoni vecchi e non più recuperabili della recinzione perimetrale con mattoni nuovi, legati con una tessitura di malta di calce. In questo modo la muratura è stata risanata. Poi si è passati alla seconda fase. “Sono state rifatte le parti mancanti dell'intonaco ed è stato consolidato quello esistente”, spiega il professionista a cui si è rivolto Minera: l'architetto Giovanni Mambreani, esperto in architettura antica (come chiese e campanili). Il restyling, affidato alle mani di Giuseppe Borlotti, era iniziato alcune settimane fa, ma poi sospeso a causa del caldo. “Il materiale si asciugava troppo rapidamente e non faceva presa, con il rischio che l'intonaco si sgretolasse”, aggiunge l'architetto. E così il cantiere è ripreso a fine agosto. “Le cose stanno procedendo speditamente, siamo a buon punto” commenta Minera sottolineando “l'importanza del recupero dell'unico cimitero ebraico rimasto in provincia di Cremona, testimonianza della presenza, da oltre 400 anni, di questa comunità a Ostiano”. Gli fa eco Mambreani, che ne ha ricostruito la storia: “E' stato stimolante indagare i rapporti tra le due società, quella locale e quella ebraica, e contribuire a salvaguardare il segno di una civiltà particolare com'è la seconda”. Il restauro è stato seguito a distanza ma con attenzione, grazie agli aggiornamenti di un suo amico del posto, dall'anonima mecenate americana, i cui antenati sono ebrei di origine lituana.
Le pietre tombali del fazzoletto di terra non lontano dall'Oglio sono 41, la più antica risale al 1812 mentre la più recente è del 1943. “L'ultimo ebreo di Ostiano fu Marcello Finzi, discendente di una famiglia insediata da molto tempo. Il paese ha avuto due sindaci ebrei: Moise Angelo Finzi, subito dopo l'Unità d'Italia, e un Frizzi, rimasto in carica per 3 anni - spiega Minera, che ha approfondito l'argomento -. Da queste parti la convivenza con gli ebrei non fu mai pacifica, vennero tollerati. Ostiano e Viadana furono i soli centri ad avere un ghetto e leggi molto più restrittive con gli ebrei rispetto ad altre comunità come, ad esempio, Bozzolo e Sabbioneta. Non mancarono atti di rapimento di neonati. Nel 1802, con il pretesto che la moglie di un ufficiale francese l'aveva battezzata, fu strappata alla famiglia Poggibonzi la loro figlia. Non sappiamo come il caso andò a finire”.

Un particolare affascinante: “La famiglia Finzi Contini, resa famosa dal romanzo di Giorgio Bassani, aveva origini ostianesi”. Un'altra importante testimonianza della presenza ebraica in riva al fiume è la sinagoga, di rito tedesco, anch'essa in fase di recupero. "Dell'arredo originario non è rimasto nulla. L'unico pezzo che sono riuscito a salvare è forse l'Aron, un mobile rovinato e riadattato in libreria dai vecchi proprietari, che ho donato alla comunità di Mantova nel 2001".
Domenica 18 settembre ricorre la 23esima edizione della Giornata della cultura ebraica. In quell'occasione il cimitero resterà aperto, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19. Naturalmente, i visitatori troveranno ad accoglierli e a fare da guida lui, il suo guardiano appassionato. “Quando sono venuto qui, nel 1987, era una giungla: tombe invase dalle erbacce, rovi ovunque, scritte funebri annerite, tappeti di bottiglie e vetri”. C'è persino stato un momento in cui si pensava di ricavarci un campo da tennis. Ora, invece, ogni cosa è tornata al suo posto, compresi gli epitaffi, di nuovo leggibili. Rispetto al periodo dell'abbandono e dell'incuria, il camposanto è irriconoscibile, trasformato com'è in un giardino dove fioriscono i lillà. Missione compiuta, verrebbe da dire. Ma il custode guarda già avanti e lancia un appello: “Mi piacerebbe, grazie alle donazioni, fare la pulizia completa delle lapidi”. C'è da scommettere che riuscirà anche in questa impresa.

Nelle foto il cimitero ebraico risistemato e i lavori di restauro della recinzione. Nelle ultime due foto la recinzione che cadeva a pezzi e lo stato del cimitero prima degli interventi

Gilberto Bazoli


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commenti


Alessandro Voltini

12 settembre 2022 13:20

Giorgio Bassani pochi anni prima di morire dichiarò in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Resto del Carlino che la famiglia ferrarese protagonista del suo famoso romanzo era veramente esistita: «Mi sono ispirato alla famiglia del vecchio professore Magrini». Quindi non Finzi Contini

Giuseppe Minera

30 settembre 2022 21:08

Nel cimitero ebraico di Ferrara c'e' la tomba dei Finzi -Magrini .
Andrea Pesaro nipote di Silvio Magrini nell'intervista rilasciata a pagine ebraiche ha dichiarato che discendono da una Finzi di ostiano .