4 dicembre 2021

Generosità ed ecologia, bontà e tutela del verde. Giulio e i suoi amici che ripuliscono la parte nascosta del Parco Asia

Generosità ed ecologia, altruismo e natura, purezza d'animo e tutela del verde. Binomi forse insoliti, atipici, sicuramente originali. Non però per la commissione che ha attribuito il Premio di bontà Lidia Bittanti, edizione 2021, a Giulio Ferrari, 21 anni, cremonese, studente della facoltà di Biologia dell'Università di Parma. Questa la motivazione: 'Per aver saputo testimoniare l'importanza delle tematiche ambientali attraverso il suo impegno di volontario di Legambiente e il coinvolgimento dei coetanei nella cura del suo quartiere e della nostra città' (l'altro prestigioso riconoscimento è stato assegnato all'Associazione The Music Angels, fondata e presieduta da Michela Aurora Petracco).
Il quartiere di cui si parla nella motivazione è lo Zaist. Giulio e un gruppo di ragazzi tra i 14 e i 17 anni, la maggioranza provenienti dall'oratorio dello Zaist più altri da San Bernardo e dal Maristella, hanno ripulito la parte nascosta del Parco Asia. Erano italiani e stranieri, maschi e femmine, nomi come Aurora, Luca, Ivan, Manuel. Tutti, sotto la guida di Giulio, armati di guanti, pale, rastrelli, pinze. Sei giornate di lavoro a metà settembre, cominciando dalla scalinata nella zona del Centro anziani che conduce ai giardini. Il futuro biologo interrompe gli studi in Biblioteca dove sta preparando l'esame di Botanica: “I gradini, ricoperti di erba e terra, si erano trasformati in un prato”, Rimessa a nuovo la scalinata, si è passati ai vialetti. “Erano invasi anch'essi dall'erba e praticamente non esistevano”. Lì vicino c'è un salice piangente. “L'edera lo soffocava facendolo morire. L'abbiamo tolta strappandola con le mani nelle parti più alte e con le cesoie in quelle più basse. Ora l'albero dovrebbe essere salvo”. Sistemato il vialetto, ci si è concentrati su due grandi siepi. “Abbiamo tolto i rami secchi e gli infestanti che non le facevano respirare impedendo loro di crescere”. Oltre le siepi si estende un prato. “Abbiamo rimosso le pietre lasciate intorno agli alberi quando sono stati rifatti i garage dei condomini”.
L'azione di recupero è fotografata in alcuni numeri: tra immondizia e scarti vegetali, sono stati riempiti un centinaio di di sacchi di 110 litri ognuno per un totale di oltre 5.000 chilogrammi di materiale rimosso. Quella fetta del Parco Asia sotto casa di Giulio è rinata, tornata usufruibile. “I ragazzi hanno profuso un impegno incredibile e stupito anche me dimostrandosi l'esatto contrario dello stereotipo in circolazione sugli adolescenti. In quei pomeriggi assolati avrebbero voluto non fermarsi e andare avanti, ero io a dire: per oggi basta così, arrivederci a domani”.
Poi è arrivato il giorno dell'assegnazione del premio di bontà. “Non me l'aspettavo. Quando hanno telefonato dal Comune per darmi la notizia, sono rimasto sorpreso, così come non avevo dato molto peso alla proposta di Legambiente di presentare la mia candidatura. E' stato emozionate ricevere il riconoscimento, fa sempre piacere che la disponibilità a impegnarsi per il tuo quartiere e in generale la tua città venga apprezzata”.
Ma il lavoro allo Zaist non è finito. “Abbiamo deciso con gli altri ragazzi di vederci una o due volte al mese per evitare che la nostra azione rimanga uno spot, un caso isolato e controllare che sia tutto a posto. Siamo consapevoli che la parte più difficile è proprio la manutenzione. Si dovrà, ad esempio, raccogliere le foglie lungo i vialetti per impedire che si accumulino e che si torni alla situazione di alcuni anni fa. Il primo incontro è in programma la settimana prossima”.
L'intervento sulle cose dev'essere accompagnato da quello, più complicato, sulle persone e le loro abitudini. “Gli abitanti, all'inizio curiosi o un po' sospettosi, ci hanno ringraziato”. Luci ma anche qualche ombra. “Ogni tanto vado a passeggiare nel parco ed è triste vedere come nelle aree ripulite si siano depositati un tappetto di mozziconi di sigaretta e cartacce. C'è una grande, grande opera di sensibilizzazione e di civiltà da fare. Ma sono fiducioso, siamo sulla buona strada”.
Gilberto Bazoli


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