Gli autisti "angeli" degli anziani, così 16 volontari Auser li accompagnano in ospedale per il vaccino antiCovid
In questi mesi si sono prodigati consegnando a domicilio le ricette, i farmaci e la spesa. Da qualche giorno l'impegno dei 16 'autisti' dell'Auser-Insieme Città di Cremona, l'associazione di volontariato presieduta da Manuela Cavedagna che si occupa in prevalenza di anziani e adulti in difficoltà, è, in parte, ambiato: stanno trasportando gli ultraottantenni in ospedale per la vaccinazione anti Covid. Giuseppe Dizioli, 66 anni, impiegato in pensione della Negroni, è uno di questi accompagnatori.
L'appuntamento è alle 15, nella sede di via Tibaldi. In un angolo del piazzale c'è una Fiat, l'ultima arrivata grazie a una donazione, con la pedana per caricare persone in carrozzina e bambini. Ma la vettura che Giuseppe utilizzerà oggi è un'altra. “Sono qui da quasi 4 anni, non sapevo nemmeno cosa fosse l'Auser. Me ne ha parlato un'amica che lavora alle Ancelle. Do una mano, sono disponibile dal lunedì al venerdì, tutto questo riempie la giornata anche a me, mi fa funzionare la testa”. Poi indossa la pettorina gialla e si parte. Destinazione via Pescatori, a casa di Clelia Sarullo, 88 anni. “Con noi queste persone si sentono rassicurate, non abbandonate a se stesse”, dice Giuseppe durante il breve spostamento. La signora ha qualche problema di deambulazione e si appoggia al bastone: “E' lei il mio angelo custode? Dovrà avere un po' di pazienza con me”, sorride. Il volontario la prende a braccetto, con delicatezza l'aiuta a fare gli scalini verso la strada e a salire sull'auto.
Si riparte, stavolta direzione ospedale. “Sono siciliana, di Santo Stefano, vicino ad Agrigento. Da quando ho perso mio marito, veneto, vivo da sola - racconta lei -. Abito in via Pescatori da 50 anni, mi piace stare lì, è tra quelle mura che ho tutti i ricordi, belli e brutti. Si occupa di me mio nipote, Gianluca: la spesa, le bollette e tutto il resto. Ma ha fatto il turno di notte nella grande fabbrica dove lavora e stavolta non poteva accompagnarmi. Così ho chiamato l'Auser, a cui sono iscritta da qualche anno: sono bravissimi. Paura della vaccinazione? Non vedo l'ora, è da troppo tempo che sono chiusa in casa”.
Largo Priori: Giuseppe infila il pass che fa alzare la sbarra e si ferma all'ingresso dell'ala sinistra dell'ospedale. Non lascia mai neanche per un attimo la sua 'passeggera'. Un po' di attesa per l'ascensore che porta al sesto piano, quello delle vaccinazioni. Una giovane dottoressa accoglie la coppia: “Cognome? Nome? A che ora è l'appuntamento?”. Giuseppe e Clelia entrano nella stanza del medico incaricato dell'anamnesi: la signora in passato e' stata colpita da un ictus, ma si e' ripresa bene. Poi i due si avviano lungo il corridoio. Intorno tanti anziani accompagnati da un familiare, pochi quelli venuti da soli. Una figlia aiuta il padre a compilare i moduli: “Papà, quando hai fatto un viaggio internazionale l'ultima volta?”. Un figlio fa lo stesso con la madre: “Mamma, sei incinta?”. Risate. Giuseppe e Clelia ritornano mezz'ora dopo. Com'è andata? “Non ho nemmeno sentito la puntura”, dice lei. “La signora era un po' agitata, ma niente di particolare. Il richiamo del vaccino sarà il 25 marzo, alle 16.05, in Fiera. Anche quel giorno ci penseremo noi”, risponde lui. Di nuovo verso via Pescatori, attraverso il percorso diretto, senza deviazioni. “Non è sempre così. Ci sono anziani che mi hanno chiesto il favore di passare dal centro cittadino perché erano anni che non lo vedevano. Quanta solitudine c'è a Cremona, nemmeno ce lo immaginiamo”. Arrivati. Il volontario apre la porta dell'ingresso del palazzo e saluta Clelia, che si gira prima di sparire oltre la vetrata. Il suo volto è luminoso: “Grazie per la compagnia e l'aiuto. Che Dio le dia tanta salute”.
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