21 ottobre 2024

Grazie a una straordinaria operazione tra volontari delle due sponde del fiume (cremonese e parmense), si è evitato che una chiatta colpisse il ponte "Verdi" provocando disastri

Una straordinaria ed esemplare operazione di coordinamento tra le due rive del Grande fiume, nel segno del volontariato ma anche dell’amore per le terre di Po, dell’una e dell’altra riva. E’ quella che domenica, mentre il Po  era “gonfio” ha portato ad evitare che una chiatta potesse andare a colpire il ponte “Giuseppe Verdi”, il lungo viadotto che collega Emilia e Lombardia, Parmense e Cremonese, nel tratto compreso tra Polesine Zibello, Roccabianca e San Daniele Po.

Tra i protagonisti dell’operazione quello straordinario conoscitore di fiume che è Cristian Soldati di San Daniele Po, uno che ha il Po da sempre nel cuore e nel suo agire quotidiano. La chiatta, giusto andare per ordine, per motivi dovuti probabilmente ad un incidente causato dalla piena del fiume, si è sganciata dal punto in cui era ancorata  ed ha iniziato la sua discesa, senza controllo, e a considerevole velocità, lungo il Po in piena.

“Mi ha chiamato Marco dalla Nautica di Polesine Parmense – racconta lo stesso Cristian Soldati - e mi ha segnalato che c’era questo pontone in discesa libera senza controllo. Mi sono quindi attivato e sono andato a vedere, con la mia barca insieme a Nicolò (un abituale frequentatore dell’attracco di Isola Pescaroli ed amico di Cristian) e ho visto che si era arenato sulla prima spiaggia di Zibello. Nel frattempo Marco ha avvertito i vigili del fuoco segnalando il problema perché c’era il rischio che andasse a sbattere contro il ponte o che, comunque, facesse danni. Allora con Patrick (altro abituale frequentatore dell’attracco di Isola Pescaroli) abbiamo accompagnato i vigili del fuoco e abbiamo assistito alle operazioni fino alla messa in sicurezza. Poi sono arrivati i ragazzi della cava di Polesine che sono stati veramente bravi e veloci a mettere in sicurezza e legare la zattera e tutto è andato per il meglio. Il pontone ha un palo che serve per l’ancoraggio. Si è sganciato perché alzandosi il livello velocemente ha perso l’ancoraggio. Fortunatamente grazie a quello stesso palo, il pontone è passato sopra a due spiagge, quindi si è arenato sulla prima, poi il livello pian piano si alzava e quindi l’acqua spingeva e l’ha portato sulla spiaggia della Cà Granda (in territorio di San Daniele Po) che è a un chilometro dal ponte, che era poi l’ultima spiaggia utile per poter fare quella manovra altrimenti sarebbe successo anche qualcosa di poco simpatico (tipo appunto la concreta possibilità di colpire e danneggiare il ponte che ha già problemi noti a tutti). Quindi la segnalazione è partita dai pontili di Polesine grazie a Marco. Mi ha comunicato quello che stava succedendo e ci siamo subito attivati con le forze dell’ordine per far sì che non succedesse nulla”.

E così è andato. Va aggiunto che il ponte che, per ovvie ragioni di sicurezza , è stato immediatamente e precauzionalmente chiuso con l’intervento sia degli operai delle Province di Parma e Cremona, dei carabinieri delle stazioni di Polesine Zibello e Roccabianca (ed i loro colleghi Cremonesi per la parte di loro competenza) e dei vigili del fuoco. Sul posto anche il sindaco di Roccabianca Alessandro Gattara. Il ponte, tra l’altro, come noto, ha da tempo  problemi di sicurezza ed è atteso l’avvio dei lavori di sistemazione e messa in sicurezza coperti con uno stanziamento statale di 20 milioni. Del tutto provvidenziale si è rivelata tuttavia l’operazione condotta da Cristian Soldati insieme ai suoi amici Marco, Nicolò e Patrick. Un perfetto coordinamento tra gente delle due sponde del fiume che si è rivelato esemplare nel senso che, specie a livello di protezione civile, di interventi sulla sicurezza fluviale ma anche di promozione turistica e culturale del Po occorrerebbe di certo una importante e coordinata collaborazione. Nel frattempo non si può che fare un plauso al senso civico di queste persone che hanno, a loro modo, salvato il ponte e sarebbero certamente meritevoli di un encomio pubblico ed ufficiale.    

Eremita del Po

Paolo Panni


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