I grandi cremonesi sommersi dal guano dei piccioni, uno spettacolo indecoroso in Cortile Federico II, il pantheon della città del Torrazzo

E' il pantheon dei cremonesi, probabilmente è il luogo di passaggio più frequentato dai turisti che arrivano a Cremona. Ma lo stato in cui è tenuto grida vendetta. Al di là delle colonne ormai da anni puntellate, il Cortile Federico II in memoria dell'imperatore che soggiornava spesso a Cremona è il regno incontrastato dei piccioni. E a farne le spese sono i grandi cremonesi che qui hanno statue o lapidi. Inguardabile la statua di Ettore Sacchi di cui si è celebrato in pompa magna il centenario qualche settimana fa. E' tutta coperta di guano, perfino i baffoni sono pieni di sterco: forse la priorità non doveva essere la passerella della celebrazione ma tutelarne la memoria garantendo il decoro di questo "strenuo difensore di libertà nel dominio inviolabile della legge...". Lo stesso vale per la lapide di Angelo Bargoni, patriota insigne, deputato, senatore, ministro: il medaglione che lo raffigura è nero e lo sterco bianco viene esaltato ancora di più. La stessa cosa è per i nostri grandi vescovi come Geremia Bonomelli, completamente ricoperto di guano, o di monsignor Giovanni Cazzani con il tricorno pieno zeppo di lasciti di volatili. E Giovanni Cadolini, l'eroe di porta Pia, in marmo bianco con due piccioni che stazionano costantemente sulla sua lapide (uno sulla testa) con la zimarra intrisa di sterco. Stessa sorte per il senatore Pietro Vacchelli fondatore della Banca Popolare e con la statua ormai irriconoscibile. Pantheon dei grandi cremonesi? Se li trattiamo così tuteliamo la loro memoria, portiamo avanti il loro ricordo e esprimiamo la nostra gratitudine?