25 settembre 2023

Il no alla fusione Pieve d'Olmi-San Daniele. Simone Priori: "I cittadini hanno detto che era un progetto sbagliato". Fava: "Hanno fatto paura i debiti fuori bilancio"

All’indomani del referendum che ha visto il NO netto di Pieve d’Olmi alla fusione con il Comune di San Daniele, gli umori sono naturalmente diversi sui due fronti.

Da un lato la soddisfazione di Simone Priori, portavoce del comitato ‘NO a questa fusione’, che si è fermamente opposto alla scelta dei due sindaci Attilio Zabert e Davide Persico, portando ragioni legate ad uno svantaggio economico e finanziario per Pieve in caso di fusione, oltre a puntare sull’identità del paese e dei cittadini.

«Ha vinto il buon senso e questo plebiscito, che ha contato ben 462 ‘no’ contro 122 ‘sì’, è un segnale di come ci sia stato poco confronto con i cittadini prima di intraprendere questa strada – commenta Priori- di quanta sia la distanza tra l’amministrazione e la cittadinanza». Priori si dice soddisfatto di aver visto una grande partecipazione, trasversale alle fasce d’età: «Allo spoglio erano presenti circa 50 persone, una cosa che non si vedeva da tempo. E c’erano sia neo diciottenni al loro primo voto, sia anziani». Sul futuro del paese e sulla possibilità che prima o poi si renda necessario unirsi ad altri Comuni, Priori non si dice contrario a prescindere «Non deve passare il messaggio che gli olmesi sono contrari all’idea di fusione, ma era questo progetto di unirsi a San Daniele ad essere sbagliato».

Chiaramente di idea opposta l’ex sindaco di San Daniele Po, Giuseppe Fava, promotore del comitato per il SI’, favorevole alla fusione.

«Per noi di San Daniele è un po’ una sconfitta. Ritengo che per entrambi sia stata un’opportunità persa; mi rincuora solo che almeno qui il ‘Sì’ -commenta Fava- Credo che la motivazione principale per cui a Pieve ha vinto il ‘No’ invece sia stata la paura del debito fuori bilancio ed il timore di doversi sobbarcare anche loro delle spese extra per pagarlo: questo credo abbia spaventato non poco gli olmesi. Noi ci abbiamo provato, abbiamo provato a metterci in gioco per dare un futuro a questi piccoli paesi dove è sempre più difficile portare avanti anche l’ordinaria amministrazione. Ma tant’è».

E sul futuro di San Daniele, che si trova in una situazione di dissesto? «Ora non lo so di preciso. Nelle prossime settimane interverrà il commissario prefettizio per fare le dovute valutazioni, dopo di che sarà più chiaro a tutti cosa ci aspetterà, anche in vista delle prossime elezioni amministrative nel 2024».

E per le amministrative del 2024 i due sindaci attualmente in carica, Zabert e Persico, hanno già annunciato da tempo che non intendono ricandidarsi dopo questo che è il loro terzo mandato.

Quel che è certo da ieri notte è che San Daniele e Pieve d’Olmi resteranno ancora due comuni autonomi e distinti e ciascuno gestirà la propria amministrazione indipendentemente. 

Nella foto il Comune di Pieve d'Olmi dove hanno stravinto i no

Michela Garatti


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti