16 agosto 2024

Il pomeriggio di Ferragosto di 45 anni fa l'uccisione del piccolo Luca Antoniazzi negli scantinati del vecchio ospedale da parte di Giulio Collalto

Era 15 agosto del 1979, 45 anni fa. Cremona è stata sconvolta da un terribile delitto: quello di Luca Antoniazzi un bambino di 8 anni che giocava nel giardino del vecchio ospedale. Il suo corpicino venne trovato due giorni dopo dai cani poliziotti nel montacarichi del vecchio ospedale in cui era stato creato il magazzino e la sartoria dello sceneggiato televisivo Verdi. Contemporaneamente al ritrovamento viene catturato Giulio Collalto, 26 anni romano che aveva tentato di violentarlo e poi lo ha assassinato nascondendone il corpo. Collalto era a Cremona, affidato a una famiglia, dopo aver scontato 6 anni di reclusione per un fatto analogo avvenuto a Milano. Faceva il barista all'oratorio di Sant'Abbondio, poi il parroco don Giulio Spoldi lo ha allontanato e quindi è andato a fare il custode dei costumi per lo sceneggiato televisivo. 

Dopo il ritrovamento del corpo di Luca Antoniazzi, Collalto viene incastrato dalle testimonianze e dai suoi precedenti. Nel 1981 è condannato all’ergastolo.

Collato era cresciuto nel collegio per orfani di Santa Rita di Grottaferrata (presso Roma) quello di suor Diletta Pagliuca, dove rimane fino a quattordici anni, quando l’istituto viene chiuso dopo essere finito al centro di un’inchiesta scandalosa per maltrattamenti a bambini e ragazzi. 

Nella fotografia di Giuseppe Muchetti il momento dell'arresto di Collalto. Al lati dell'assassino, in manette, due istituzioni dei carabinieri di Cremona: i marescialli Curiazi e d'Ambrosio

Mario Pasquali


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Claudio

16 agosto 2024 15:15

...pur nella tragicitá del fatto, mi ha fatto piacere tornare indietro negli anni rivedendo "...le due indimenticabili istituzioni della Benemerita"!!!, nonchè il loro prezioso collaboratore di cui mi sfugge il nome, in servizio, se non erro, allora alla Polizia Giudiziaria presso il Tribunale.

Francesco Capodieci

16 agosto 2024 17:27

Nel febbraio'1976 Giulio Collalto aveva ucciso un bambino di 10 anni, che si era opposto al suo tentativo di usargli violenza. Per questo orribile omicidio - ritenuto dai giudici 'preterintenzionale' e non 'doloso' - la Corte d'Assise di Milano lo condannò a soli 6 anni di reclusione. Dopo appena un anno di carcere venne rimesso in libertà, perchè considerato seminfermo di mente, ma non pericoloso. Un gravissimo errore da parte di quei magistrati, il cui eccesso di buonismo è poi costato la vita al piccolo Luca; spero che ne avvertano ancor oggi il rimorso.

Stefano

16 agosto 2024 18:53

Si racconta che l assassino quand'era nel collegio di Grottaferrata, fosse costretto dalla direttrice a mettere il viso nei propri escrementi e fosse incatenato al letto e al termosifone. Se a lui hanno dato l'ergastolo, a lei cosa dovevano dare?

Manuel

17 agosto 2024 11:09

Condivido pienamente, anche se tutto è maledettamente difficile da giudicare: a posteriori poi...
Lui, da quel che viene raccontato, è la prima vittima del destino (abbandono genitoriale, collegio, vessazioni, etc.), ma certo le famiglie che hanno perso i figli, avran fatto fatica a rimuginare sulle tristi “disavventure” di Collalto.
In tal senso la comunità, la società, si sostituiscono, mediano (dovrebbero) tra le parti in modo teoricamente neutro e saggio... ma la società è fatta di uomini e, come costatiamo quotidianamente, travagliati da virtù, difetti, debolezze, che ne minano intenzioni e risultati.
Al di là dei protagonisti il caso specifico, alcuni dei quali difficili da giudicare per mancanza di competenze, conoscenza specifica, quanta gente, in tutti gli ambiti, lavora col c... con tutto ciò che ne consegue.

Stefano

17 agosto 2024 16:11

Impossibile per quelle famiglie rimuginare sulle disavventure di Collalto. D'altronde quello di lavorare col c. Sembra uno sport nazionale, tanto più frequente quanto più domina l'ignorante arroganza. Ma quei giudici avranno pure avuto dei periti a cui affidarsi e che senza ombra di dubbio, visti gli esiti, hanno lavorato col c.