25 marzo 2021

Il Sindacato dei pensionati scende in campo per rinnovare le RSA. Al via la raccolta firme

È stata avviata da SPI, FNP e UILP una raccolta firme, diffusa in tutta la Lombardia, che verrà poi consegnata nelle mani dei vertici della Regione, affinché intervengano con un provvedimento normativo.

“Firma anche tu perché le RSA diventino luoghi dove vivere serenamente la vecchiaia”: questo il titolo della campagna che racchiude già in sé l'obiettivo dei promotori.

Otto punti, chiari e precisi, sui quali fondare il rinnovamento del sistema delle RSA lombarde, dove risiedono circa 63 mila over 65 e che, dopo le drammatiche vicende della scorsa primavera, oggi rischiano nuovamente di passare in secondo piano nella discussione politica: sviluppo di forme di residenzialità “aperta” o “leggera”, integrazione delle RSA nella rete dei servizi socio sanitari territoriali con valutazione di appropriatezza all'ingresso da parte di ATS, adeguamento dei minutaggi di assistenza alla reale complessità di cura degli anziani, obbligo di trasparenza su dati, esiti di cura e rette, copertura, da parte del Servizio Sanitario Regionale del 50% delle rette, rette a carico delle famiglie calcolate sulla base di criteri di sostenibilità, rafforzamento degli organici e percorsi formativi, garanzia delle visite da parte dei familiari in condizioni di sicurezza.

La raccolta su cartaceo, possibile presso tutte le sedi dei sindacati dei pensionati in Lombardia, sarà affiancata anche da una raccolta firme online per consentire la più ampia adesione possibile.

Sul rinnovamento delle RSA è necessario coinvolgere i familiari, gli operatori sanitari, le istituzioni e le stesse RSA.

Dichiarazione di Valerio Zanolla: “Le persone ospiti delle RSA hanno il “diritto di avere gli stessi diritti” di tutti gli altri. Non possiamo accettare che le istituzioni si ricordino di loro solo quando si tratta di limitarne la libertà e gli affetti. Gli anziani vanno difesi e curati perché diverremo anziani anche noi, se abbiamo la fortuna. Per gratitudine verso quello che ci hanno dato, perché possono insegnarci ancora molte cose, perché la civiltà di un paese si misura anche su questo”.

“Una RSA deve offrire più risposte differenziate, -dichiara Emilio Didonè FNP- deve articolare l’ospitalità nel modo più flessibile possibile: minialloggi per anziani fragili ma ancora autosufficienti, nuclei per diversi gradi di non autosufficienza per evitare che in caso di aggravamento il ricoverato debba cambiare struttura. E per ripristinare le visita dei parenti una sala di abbracci obbligatoria in tutte le RSA accreditate da regione Lombardia”.

“Non chiediamo la luna -commenta Serena Bontempelli UILP- quando diciamo che le Residenze per anziani debbano essere un luogo dove vivere dignitosamente anni importanti della vita: rifiutiamo la cultura dello scarto, promuoviamo un nuovo modello di residenzialità, aperta, che consenta di esercitare in sicurezza affettività e socialità, che aumentano la qualità oltre che l’aspettativa di vita delle persone anziane.”

Valentina Costa


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