Il Vescovo alle Forze Armate e di Polizia: «Siete tanti angeli custodi visibili, uomini e donne che custodiscono» Monsignor Napolioni ha presieduto in Cattedrale la celebrazione del Precetto Pasquale
«Attenti alla pace, attenti alla vita nel mondo, attenti all’ordine, attenti agli uomini e alle donne come noi, come voi. In questo giorno è la comunità cristiana che è attenta a voi». Con queste parole il vescovo di Cremona Antonio Napolioni ha introdotto la Messa con le forze armate e le forze di polizia, riunite in Cattedrale nella mattina di martedì 12 marzo.
«Celebriamo l’Eucaristia nell’imminenza della Pasqua – ha spiegato il Vescovo all’inizio della Messa – perché la Pasqua generi forza, potenza, secondo Dio. La potenza di Dio si è manifestata nell’impotenza del Figlio sulla croce, nella sorgente d’amore che ne sgorga per riscaldare il cuore degli uomini e delle donne, affinché siano davvero testimoni di Cristo, testimoni e operatori di pace».
Una Messa interforze per consegnare a chi difende lo Stato e i suoi cittadini il Precetto Pasquale, in un contesto attento e rivolto alla pace, dove Carabinieri, Esercito, Guardia di Finanza, corpi di Polizia e Vigili del Fuoco si sono uniti nella preghiera, affinché il loro operato sia guidato dalla fede e dalla carità. Nelle prime file erano presenti le autorità civili e militari del territorio, con il prefetto Corrado Conforto Galli, il questore Michele Davide Senigallia e il sindaco Gianluca Galimberti. Presenti in alta uniforme anche i comandanti delle forze armate e delle forze di polizia, insieme ad ufficiali, sottoufficiali, soldati e agenti. A delimitare il perimetro dell’altare le bandiere e i gonfaloni delle associazioni combattentistiche e d’arma.
I cappellani militari delle varie forze armate e di polizia hanno concelebrato la messa insieme al Vescovo, sottolineando il ruolo che la fede ricopre all’interno della realtà militare: don Andrea Scarabello, cappellano della Guardia di Finanza, don Marco Bresciani, cappellano dell’Esercito italiano, don Lorenzo Cottali, cappellano dei Carabinieri, don Stefano Peretti, cappellano della Polizia di Stato e don Roberto Musa, cappellano della casa circondariale di Cremona. A dirigere il coro della Cattedrale, don Graziano Ghisolfi, che insieme a don Roberto è cappellano della casa circondariale.
Nella sua omelia il vescovo Napolioni ha ripreso le parole del Salmo Responsoriale: “Il Signore degli eserciti è con noi”, specificando che «Il Signore è di tutti gli eserciti, l’unico Dio che ha creato tutti gli uomini e le donne che si amano e si odiano, che si conoscono e si ignorano, che si combattono e si riconciliano, in questo piccolo teatrino della Terra». Il rischio è quello di rendere il Dio di tutti un Dio personale, «questa è una grande tentazione, la tentazione di tirarlo dalla nostra parte, contro gli altri, la tentazione di sentirlo lontano, assente».
Ma il Signore non abbandona i suoi figli. Rivolgendosi ai militari, il Vescovo ha spiegato che «in effetti Lui mette in campo delle compagnie discrete, invisibili, amorevoli nei confronti di tutti noi, anche nelle situazioni più spinose che voi professionalmente affrontate nei diversi campi. C’è sempre una persona buona, c’è sempre una parola buona, c’è sempre chi dà buona testimonianza, c’è sempre chi sa capirci e incoraggiarci, c’è sempre la possibilità di ricominciare dal profondo del cuore, dallo spirito, da una preghiera». Una mano che veglia su di noi senza chiedere nulla in cambio, «un angelo custode invisibile e tanti angeli custodi visibili, gli uni per gli altri», ha aggiunto il Vescovo. «È un po’ la vostra missione, essere uomini e donne che custodiscono in nome della Patria, delle istituzioni, del bene comune, dunque anche del Signore».
«Tante sono le sfide che aspettano – ha quindi concluso mons. Napolioni, aggiungendo che – con Lui e uniti tra noi, in questa grazia dell’incontro vero con Colui che ci rende umani, allora saremo davvero capaci di essere operatori di pace».
E la riflessione è diventato ringraziamento, anche nel ricordo di chi ha sacrificato la propria vita spendendosi nel servizio per il prossimo, proprio come ha ricordato la Preghiera per la Patria al termine della Messa. (www.diocesidicremona.it)
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