25 marzo 2023

Il Vescovo Napolioni a Mons. Trevisi: «La disponibilità di Maria ad accogliere la Parola è diventata modello da seguire per il ministero del vescovo eletto di Trieste»

Commozione e gratitudine. Queste le emozioni che sono comparse sul volto di monsignor Enrico Trevisi nel momento dell’ingresso nella Cattedrale di Cremona per la sua ordinazione episcopale. Commozione e gratitudine per il gran numero di persone che hanno accompagnato la celebrazione di questo sacramento, nel pomeriggio di ieri.

Fedeli provenienti da Cremona, dalle parrocchie di Cristo Re e Pieve San Giacomo, e da Trieste, diocesi in cui il nuovo vescovo eserciterà il suo ministero, hanno accolto monsignor Trevisi con calore e con un lungo applauso, tanto da spingere il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ad aprire la celebrazione ringraziando perché «fa venire i brividi entrare in questa grande esperienza di comunione».

Una comunione rappresentata dalla presenza dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, amministratore apostolico della diocesi di Trieste, del vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi, come conconsacranti, e da molti presbiteri e diaconi di entrambe le diocesi.

A fare da guida alla celebrazione la liturgia del giorno, solennità dell’Annunciazione. La disponibilità di Maria ad accogliere la Parola è diventata modello da seguire per il ministero del vescovo eletto di Trieste.

Ad esso il vescovo di Cremona ha dedicato la propria omelia, che si è articolata intorno a tre elementi fondamentali: un angelo, una vergine, un figlio. Per ciascuno di essi ha voluto rivolgere un particolare e significativo invito al nuovo confratello. «Un angelo porta la Parola a Maria, così come è accaduto a te. Hai ricevuto un annuncio, sei stato chiamato. E tu stesso sarai angelo, annunciatore, per la Chiesa di Trieste. Per questo avrai il Vangelo sul capo, nelle tue mani, nel cuore e sulle tue labbra». Chiaro il riferimento al rito di ordinazione, durante il quale viene posto sopra il capo del vescovo eletto il libro dei Vangeli.

L’ordinando, poi, riceve l’unzione e l’anello episcopale, segno della fedeltà alla Chiesa. E proprio nella comunità cristiana Napolioni ha individuato l’immagine di Maria. «In lei, giovane serva del Signore, riconosciamo la Chiesa di Cremona, che ti vuol bene e ti dona, come una madre». Segno evidente della maternità della Chiesa cremonese nei confronti di monsignor Trevisi è stata la presenza di Maria Grazia e Roberto Dainesi alla consegna dei doni nella processione offertoriale. Con la guida di Trevisi, infatti, i due coniugi cremonesi hanno diretto l’ufficio di pastorale familiare della diocesi. «In Maria — ha proseguito Napolioni — vediamo anche la Chiesa di Trieste che ti attende, ti guarda, ti riceve come una sposa tutta da conoscere e onorare. Bacia allora tu quell’anello, per custodire nella comunione la sposa di Cristo».

La disponibilità di Maria a essere madre e sposa, però, come il ministero del vescovo, non è fine a se stessa, ma porta un frutto. «Gesù è l’unico vero protagonista di tutto — ha ricordato il vescovo Napolioni — che ha orientato la sua vita al servizio del Padre. Il bastone del pastore sorregga la missione, tua, del tuo presbiterio e di un popolo di discepoli missionari sulla medesima via della croce».

Annuncio, fedeltà e guida. Sono questi i punti focali del ministero episcopale che Trevisi sarà chiamato a esercitare, sostenuto dallo Spirito Santo ricevuto tramite l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione. Non nella solitudine, ma nella pienezza della condivisione, simboleggiata dall’abbraccio di pace scambiato con gli oltre venti vescovi, provenienti da Lombardia e Triveneto, che hanno concelebrato insieme a Napolioni. Tra gli altri, particolarmente significativa la presenza dell’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, metropolita di Gorizia, e di monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa, e dom Carmelo Scampa, vescovo emerito di São Luìs de Montes Belos, entrambi originari di Cremona.

Quella che ha accompagnato Trevisi, dunque, è stata un’assemblea entusiasta e festante, guidata nel canto da una compagine formata da circa un’ottantina di cantori tra il coro della Cattedrale, la schola cantorum di Castelverde, il coro «Il Discanto» e il coro San Pio V di Soncino, sotto la direzione di don Graziano Ghisolfi e l’accompagnamento del maestro Fausto Caporali all’organo, insieme a un quartetto di ottoni.

Molte sono state anche le autorità presenti, tra cui i sindaci di Cremona e Trieste, Gianluca Galimberti e Roberto Dipiazza. A loro e ai moltissimi fedeli, si sono inoltre uniti tutti coloro che hanno seguito la celebrazione in diretta: l’ordinazione episcopale di Trevisi è stata trasmessa, grazie alla collaborazione tra le diocesi, sui canali televisivi e social di Cremona e Trieste.

E proprio alla sua nuova diocesi, che lo accoglierà domenica 23 aprile, il vescovo Trevisi ha rivolto un saluto al termine della celebrazione — azzardando qualche parola in sloveno — ringraziando per la fiducia accordatagli da Papa Francesco e invocando nuovamente l’aiuto del Signore e di Maria.

A sancire l’ordinazione di monsignor Enrico Trevisi come vescovo sono stati i consueti riti: l’assunzione degli impegni, il canto delle litanie, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione.

Ciò che ha reso speciale per le Chiese di Cremona e Trieste questo momento è stato però l’affetto, la vicinanza e la condivisione mostrate da tutti i presenti, presbiteri e diaconi, vescovi e laici.

Ieri pomeriggio, nella Cattedrale di Cremona, si è vista una vera famiglia di famiglie. Questo non può che aver suscitato in ciascuno due emozioni particolari, condivise con il vescovo Trevisi: commozione e gratitudine.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti