15 dicembre 2023

Inquinamento Tamoil, la barriera non funziona. Trovata una elevata qualità di cherosene in tre nuovi piezometri installati dalla Bissolati nella zona est

La barriera idraulica non trattiene il flusso degli idrocarburi e nel pozzo nei pressi della piscina da 50 metri della Società Canottieri Bissolati, sequestrato dal 2007 al 2022, vi sono ancora 70 centimetri di surnatante. Si pensava che dopo sedici anni potesse in qualche modo essersi ridotto, ed invece è ancora ben presente e con valori anche di 700 volte superiori il limite di 350 microgrammi al litro. Segno evidente che esiste una continuità tra l’inquinamento nelle falde della società canottieri e quello presente nel terreno della Tamoil.

Ma ancora più sconcertante è la situazione che si è verificata presente nei nuovi tre piezometri realizzati poco più di un mese fa nella zona est, quella prossima al parcheggio delle biciclette ed agli uffici. Di questo si è voluto dar conto nel corso della conferenza stampa convocata stamattina presso la società con la partecipazione del geologo Gianni Porto, degli avvocati Gianpietro Gennari e Claudio Tampelli, del presidente Maurilio Segalini e del chimico Fabio Denicoli. Ebbene in questi tre piezometri, realizzati autonomamente dalla Canottieri Bissolati, il quadro diventa pesantissimo: tra gli idrocarburi leggeri rintracciati nelle analisi si è rinvenuta una elevata quantità di etilbenzene, il tracciante principale del cherosene. Si tratta di idrocarburi leggeri, che evaporano in breve tempo e la loro presenza significa una sola cosa: l’inquinamento è recente, talmente recente che le sostanze volatili non hanno ancora avuto il tempo di evaporare. E, di conseguenza, è il segno evidente che non solo non funziona lo sbarramento idraulico, ma neppure il sistema di sicurezza dei serbatoi della raffineria.

E’ dunque del tutto fuorviante, come ha dimostrato l’avvocato Gennari, considerare l’inquinamento presente nella Bissolati e quello nella Tamoil, come due sistemi amministrativi separati: la fonte dell’inquinamento è sempre la stessa e, di conseguenza, andrebbe modificata la dislocazione dei punti di conformità, in modo che queste responsabilità emergano chiaramente una buona volta per tutte. La presa di posizione della società, conseguente al fatto di non aver potuto dar conto di questi risultati nell’ultima riunione dell’Osservatorio Tamoil, è anche la risposta indiretta ai toni trionfalistici usati dall’amministrazione comunale nell’annunciare il risarcimento di 2.400.000 euro da destinare a progetti di riqualificazione ambientale sulla città (leggi qui l'articolo). “La vicenda non è finita - commenta il presidente Segalini - e la città non può dirsi affatto tranquilla e se dimostreremo che i dati di questo inquinamento sono attendibili, non escludo altre iniziative future”. Le conclusioni a cui si è giunti dopo le ultime verifiche sono state illustrate dal geologo Gianni Porto: la barriera idraulica non garantisce l’interruzione del flusso dei contaminanti provenienti dall’area dell’ex raffineria; le caratteristiche del prodotto rilevato confermano la presenza di sorgenti attuali o recenti ben oltre la data di avvio del procedimento di bonifica; il procedimento amministrativo aperto nel 2022 da parte del Comune non può essere considerata una soluzione idonea, in quanto tali attività non sono in grado di interrompere il flusso di contaminanti in ingresso, nè sono in grado di eliminare la dispersione di prodotto dalle sorgenti presenti nell’area Tamoil; si ritiene urgente ed indispensabile accorpare il progetto di messa in sicurezza operativa dell’area Tamoil con il procedimento amministrativo relativo alle aree esterne per consentire il posizionamento dei punti di conformità immediatamente a valle della proprietà Tamoil; il deposito di una garanzia finanziaria adeguata a tutela degli interventi necessari e la revisione dell’analisi di rischio.

Per inciso, analizzando i dati del bilancio Tamoil, gli avvocati Tampelli e Gennari hanno verificato che nei serbatoi vengono stoccate ogni anno un milione e 250.000 tonnellate. Anche la stessa Arpa, d’altronde, è arrivata alla conclusione che la barriera idraulica non funzioni a dovere, soprattutto quando la falda è particolarmente bassa. Pertanto alla prossima Conferenza di servizi prevista per il 21 dicembre la società Bissolati chiederà che nel piano di monitoraggio vengano inseriti i nuovi piezometri e riconosciuti nuovi punti di conformità.

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Fabrizio Loffi


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commenti


Daniro

15 dicembre 2023 19:56

Tamoil ha inquinato, c'è una sentenza, e continua ad inquinare, ci sono le prove oggettive sotto alla Bissolati e chissà dove l'inquinamento è potuto arrivare visto che le falde sono comunicanti. Ma a quanto pare per il Comune la questione è chiusa con due spiccioli di risarcimento che udite udite serviranno per migliorare la situazione ambientale cittadina. Qualcuno ha fatto presente a chi ci governa che siamo una delle città più inquinate d'Europa e che mettere quattro alberi in più "sponsorizzati", come ai vecchi tempi, dalla Tamoil, non risolverà un bel niente se non si decide di incidere sui fattori primari delle fonti di inquinamento?

Pasquino

16 dicembre 2023 03:11

Ancora una volta un grave problema sottovalutato e che non vede il Comune in prima linea ( anzi) a difendere la salute dei cittadini !
E' gravissimo !