13 agosto 2023

L'epopea delle caramelle nei cofanetti: da quelli della Sperlari (finiti in tutto il mondo) a quelli di "Cremona Toffee" a Newcastle

Gli incartatori erano persone molto pericolose. Vestiti con calzamaglie nere aderenti fino alla testa giravano per vari luoghi nel mondo alla ricerca di prede da poter incartare, erano inquietanti ma la loro missione era chiara; nascondere la bellezza di un cofanetto. Quei cofanetti con le caramelle hanno saputo attraversare i decenni per arrivare in quasi tutte le parti del mondo, una volta finiti i dolci diventavano oggetti d'arredo o pratici contenitori per diversi piccoli oggetti, dai bottoni ai pezzi di Lego. Erano cofanetti simpatici, colorati, pratici e, a volte, agli occhi dei bambini sembravano pezzi unici, da collezione, per questo gli incartatori avevano una missione da compiere, ricoprire con carta quei colori che, già da soli, rendevano un regalo unico. Per combattere gli incartatori serviva qualcuno che sapesse cosa fare, la scelta ricadde su Gianrico Tedeschi il quale, armato in stile Luke Skylwalker, affrontava gli incartatori, quasi come fossero stormtrooper però vestite di nero, in qualche giardino lombardo invece che Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana. Del resto la battuta che girava a scuola 40 e passa anni fa era significativa “Cosa ci fa un cofanetto di caramelle nello spazio? Guerre Sperlari”. Una freddura pessima in grado di far finire anticipatamente una festa di compleanno che però sapeva portare con sé il messaggio lanciato che quei video pubblicitari, guidati dallo stesso Tedeschi, sapevano trasmettere con chiarezza; i cofanetti Sperlari andavano oltre il semplice concetto legato alle caramelle.

La Sperlari ha quasi due secoli di vita, è una azienda da sempre legata alla città che ne ha visto la fondazione, Cremona e, dalla sua istituzione, ha sempre rappresentato una delle eccellenze del territorio ma non solo. Onore al merito a quel nome legato al mondo dei dolciumi e un valore aggiunto che nasce fin da quella televisione, ormai segnata da decenni di vita, che sperimentava nuove forme di comunicazione attraverso spot magari poco evoluti ma di certo di grande effetto. Ma onore al merito anche a quei commercianti e artigiani che, dalla singola e piccola vetrina in qualche angolo di Cremona fino alle aziende che esportano in tutto il mondo, legano in proprio saper fare alla città di Cremona affrontando ogni giorno qualcosa di ben più profondo degli incartatori, loro sono coloro che contribuiscono a mantenere un tessuto di conoscenza e rapporti umani che ha creato lo sviluppo di una città. Quel saper fare, che sia dietro un bancone che offre vari prodotti come piegati al lavoro su un tavolo, è la madre di una grossa fetta di storia e cultura della città di Cremona, è qualcosa di ben più rivoluzionario di tante scelte politiche che spesso non sono in grado di valorizzare ciò quel territorio sa offrire.

Dai cofanetti colorati che finiscono a New York, come in via del Sale, o dal singolo caffè servito su una lastra lucida di marmo nasce un percorso unico fatto di persone che hanno saputo credere in un messaggio anche se mai passato sugli schermi di qualche emittente, è un percorso che accompagna la vita e la sorte di una città prima ancora delle scelte fatte da coloro che hanno il mandato per decidere. Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana un imprenditore di nome Albert Sholick Wilkin prese una decisione storica scrivendo, all'ingresso della sua azienda, “I am always happy in Cremona”, ovvero “Sono sempre felice a Cremona”. Era tempo fa, circa un secolo, ma la galassia non cambiava, del resto Newcastle è in Inghilterra mica distante anni luce da Cremona. L'azienda da lui fondata e gestita portava quel nome che trainava un messaggio, un messaggio che raccontava la bellezza di una città chiamata Cremona con tutte le sue eccellenze nate grazie anche ai commercianti e agli artigiani che nei secoli si erano avvicendati per sostenere lo sviluppo umano, artistico ed economico di quel piccolo mondo. Fece una scelta epocale Albert Wilkin per le sue caramelle toffee; decise di creare cofanetti che fossero belli da vedere e squisiti nel contenuto. Circa un secolo fa il messaggio della Cremona Toffee dava origine a cofanetti dai colori sgargianti e dai disegni figli di grandi artisti, faceva nascere un messaggio che legava l'essere felice nel saper apprezzare non solo un prodotto, ma il valore dell'impegno che un uomo aveva deciso di portare avanti. Due messaggi che avevano lo stesso concetto di base ma strumenti diversi per venir proposti, due messaggi che andavano ben oltre il gusto di caramelle alla frutta o toffee, due messaggi che rappresentavano, e rappresentano tutt'ora, il valore aggiunto di quel saper fare che sembra sempre più messo in discussione a vantaggio di concetti fumosi e poco ortodossi di “sviluppo”. 

Guarda il Carosello di Gianrico Tedeschi e gli incartatori

Marco Bragazzi


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