L’ex chierichetto Bettenzoli, simbolo della Sinistra attenta ai diritti sociali, in Duomo ha decantato Sant’Ambrogio con don Emilio. Dietro le quinte, Luigi Dossena
Sabato scorso 7 dicembre dalle ore 16,00 alle 17,30, il Duomo di Crema ha accolto la bella celebrazione “Sant’Ambrogio e Crema”, appuntamento proposto dall’associazione “Pagine di Storia Cremasca”. Dietro le quinte, la regia del ricercatore, appassionato e verace Luigi Dossena, superstar: Beppe Bettenzoli, grande, intramontabile “Compagno” della Sinistra Cremasca /quella che ancora parla di diritti sociali) e don Emilio Lingiardi, ex parroco della cattedrale e grandissimo sacerdote di fede e cultura. I due hanno interagito alla grande e, grazie alla “Dossenata Indiretta”, Bettenzoli ha confidato di ave fatto, udite, udite … il chierichetto in gioventù. Sono inoltre intervenuti, alla kermesse culturalreligiosa l’avvocato Marcello Palmieri, presidente del CDA della diocesi di Crema, il dottor Paolo Michelini, organizzatore dell’appuntamento, (il quale ha ringraziato don Natale Grassi Scalvini presidente del centro culturale Diocesano Gabriele Lucchi). L’assessore alla cultura di Crema dottor Giorgio Cardile e la collega al Welfare Anastasie Gold Musumary hanno portato i saluti dell’amministrazione comunale. La presidente dell’ordine degli architetti per la provincia di Cremona, dottoressa Marta Visone ha spiegato che sono stati trovati dall’architetto Emilio Gussalli durante gli scavi a Palazzo Pignano nel 1909, nove sculture risalenti alla prima basilica del Cremasco, costruita al tempo di Sant’Ambrogio del IV e V secolo, illustrandone i pregi e l’unicità, la scultura col volto di Sant’Ambrogio scolpito sopra il portale del Duomo del X/XI secolo e ha descritto l’affresco dipinto nel 1345 sulla facciata del Duomo, con Sant’Ambrogio al centro da patrono della Lombardia accanto a Luchino Visconti e al vescovo di Novara e arcivescovo di Milano, Giovanni Maria Visconti. Immagini queste, poi cancellate dalla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1486. Chiudendo la Visone, ha spiegato dove era posizionato l’altare dedicato a Sant’Ambrogio nel Duomo: era il primo della navata di mezzogiorno a destra della porta principale e venne sostituito dai Veneziani nel 1449, con la dedica al Santissimo Crocifisso miracoloso, fino al 1456 quando l’altare fu dedicato a San Marco. Sebastiano Guerini ha ricordato la fonte su cui ci si è basata su questa ricerca: monsignor Angelo Zavaglio. Ma la rivelazione si è rivelata Bettenzoli, grande cultore della vita di Sant’Ambrogio, autentico istrione, bravissimo a stregare i presenti, duettando con Emilio Lingiardi insigne teologo e suo amico personale. Ah... Bettenzoli, parlando era davanti all’altare e il sacerdote tra il pubblico. Chapeau al maestro Claudio Demicheli e alla soprano Daniela Ziglioli, con musiche e canti celestiali hanno donato uno straordinario intrattenimento musicale.
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commenti
Stefano
9 dicembre 2024 15:30
Stupisce in positivo che un uomo di sinistra spinta dimostri tanta passione per la fede cristiana e quindi per un santo che, oltre alle sue qualità istrionico teatrali, ne fanno un personaggio di sincero interesse.