26 luglio 2024

L'incredibile storia del "Bartow Institute of Professional Violin Making", scuola per liutai negli Stati Uniti. Il fondatore, dagli aerei agli strumenti ad arco

“Non esiste nessun segreto particolare nei violini Stradivari, Antonio era semplicemente un liutaio più intelligente e più capace di noi, questo lo ha reso una persona unica”Nolan Bartow ha un piccolo studio a Lansing, nel Michigan, una città che rappresenta il centro socio culturale di una buona fetta del nord degli Stati Uniti grazie alle sue università e agli uffici governativi, quella bottega era il suo mondo, un mondo diverso da quello che spesso immaginiamo.

Bartow, dal canto suo, era nato nel Michigan nel 1917 ed era destinato a fare una carriera nella imprenditoria; figlio di un ricco commerciante di articoli elettrici in grado di sopravvivere, soprattutto economicamente, alla grande crisi del 1929 un buon punto di partenza secondo molti suoi amici. Ma gli articoli elettrici sono qualcosa di inanimato, di freddo, qualcosa che non puoi plasmare a tuo piacimento, sono refrattari e poco disponibili al cambiamento per cui, dopo gli studi, Nolan entra nelle ferrovie come tecnico elettronico, lavoro che gli avrebbe aperto grandi prospettive, un buon punto di partenza secondo molti suoi amici. Finisce la Seconda guerra Mondiale e Nolan è irrequieto, si guarda attorno e vede che la sua carriera va a gonfie vele, ma sviluppare nuovi sistemi elettronici per la meccanica dei treni non lo appassiona, lo appassiona invece un aereo, un Portefield 3570, un aereo che è rimasto fermo per troppo tempo e che va rimesso a nuovo. Il volo è da qualche anno la sua passione, acquista un aereo che non voleva nessuno e decide di lavorare sul veicolo per farlo tornare a volare, studia i disegni di quel areoplano che non è stato progettato e sviluppato in origine da grandi ingegneri, ma da un gruppo di ragazzi di un liceo statunitense nel 1935. L'elettronica e la meccanica non sono un problema, ma è il legno la parte più difficile da rimettere in sesto, perché il legno è vivo, è sempre diverso e spesso ha la caratteristica di essere un po' stizzoso se non trattato con la dovuta cura, per cui potrebbe essere un problema un elica in legno che si spezza a 2000 metri di altezza.

Nolan però ha capito; sarà il legno il suo futuro, lavorarlo e trattarlo per fare vari oggetti diventerà la sua scelta di vita. Studia e si informa, capisce che quel materiale ha infinite possibilità di utilizzo, basta saperlo prendere dal verso giusto, così nel 1948 apre una piccola bottega di riparazione per oggetti in legno, comincia a lavorare sul legno grezzo per produrre flauti, un pessimo punto di partenza secondo i suoi amici. La musica comincia a dare un senso di appartenenza al suo lavoro, ripara chitarre, tamburi e arpe, ma anche tavoli o sedie, è bravo e rinomato ma lui sa bene che gli manca qualcosa per poter apprezzare fino in fondo quel mondo che non gli dava tregua fin da ragazzo.

A metà degli anni '50 entra nella sua bottega, trafelato e circondato dal freddo invernale, un musicista con un violino; è il primo pomeriggio e il musicista è nei guai, ma guai grossi. Il violino ha un problema e il suo concerto come solista è previsto tra poche ore, senza il suo violino il musicista, al massimo, può fare lo spettatore o tornarsene a casa. Nolan si mette al lavoro e rimette in sesto il violino, felice il musicista che potrà suonare e felice anche Nolan che capisce cosa gli mancava per potersi sentire realmente realizzato. Nella sua bottega cominciano ad arrivare gli strumenti musicali più raffinati, quelli a quattro corde dove servono una delicatezza e un occhio ben più sviluppati che neanche su altri oggetti, Bartow capisce che oltre a riparare strumenti la bellezza del suo lavoro è racchiusa nel poterli costruire, così come si era messo a costruire i pezzi per il suo aereo. Ma il passaggio non è da poco, un liutaio non si improvvisa così di botto; servono studio, metodo, preparazione, in pratica serve la città di Cremona. Bartow attraversa l'Oceano Atlantico e si iscrive alla scuola di liuteria di Cremona all'inizio degli anni '60, risiede in città e impara realmente la professione che fu di Stradivari e di Amati, è un investimento più su stesso che neanche sul suo lavoro, la sua bottega andava a gonfie vele ma lavorare il legno per farne violini è una cosa diversa, fa parte della sua scelta di vita, così come studiare un nuovo tipo di vernice per gli archi. Rientrato a Lansing Nolan è un liutaio, lavora il legno senza la pretesa dei grandi maestri cremonesi ma con l'attenzione che si riserva a quelle cose belle e uniche che fanno parte della vita di ogni persona, nel 1975 il sindaco entra nel suo negozio e lo prende in disparte, va bene la tua bottega ma quello che sai e che hai imparato dovresti metterlo a disposizione di tutti, è un modo per avvicinare i giovani ad una professione e toglierli, magari, dalla strada. Bartow non ha dubbi, fonda il “Bartow Institute of Professional Violin Making”, in pratica una scuola per l'insegnamento della liuteria sia per la costruzione che per la riparazione degli strumenti, scuola che guiderà fino alla sua morte nel 1986. A quasi 60 anni Nolan aveva raggiunto lo scopo che si era prefissato fin da ragazzino, ma non avrebbe mai smesso di imparare, un buon punto di partenza secondo molti suoi amici.

Marco Bragazzi


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