L'Ispra: Tamoil ha sversato tra il 2001 e il 2006 ben 42 tonnellate di idrocarburi contaminando 16 milioni di metri cubi di acque. E il Comune senza aver fatto nulla potrebbe incassare altri milioni
Numeri da brivido dall'Istruttoria Ispra che quantifica l'inquinamento Tamoil: tra il 2001 e il 2006 la raffineria ha diffuso nelle aree esterne, in assenza di barriera idraulica, 42 tonnellate di idrocarburi totali e circa 2,6 tonnellate di BTEX (vale a dire benzene, toluene, etilbenzene, xilene: sostanze altamente nocive) su circa 40mila metri quadrati di area golenale da tempo interessata dalle attività di ripristino ambientale e contaminando 16 milioni e 800mila metri cubi di acque. Eccolo il misterioso documento dell'Istruttoria Ispra (che il Comune sostiene di non aver mai visto) sulla base del quale il Ministero dell'Ambiente si è costituito parte civile nei confronti della Tamoil. I radicali Gino Ruggeri e Sergio Ravelli con il consigliere comunale di Forza Italia Saverio Simi e il commissario cittadino di Fi, Luca Ghidini, lo hanno consegnato ai giornalisti durante una conferenza stampa a Spazio Comune. Una istruttoria pesantissima elaborata nel 2019 all'indomani della condanna penale definitiva della Tamoil per disastro ambientale. Quindi non tiene conto di quanto accaduto dal 2020 in poi oggetto dell'esposto del cittadino Gino Ruggeri e dalle successive integrazioni documentali (con la consulenza del geologo Gianni Porto) fornite alla Procura dalla società Bissolati. È bastato un semplice accesso agli atti per ottenerla. Stupisce l'inerzia del Comune che, tra l'altro, era stato sollecitato un mese fa da una interrogazione proprio di Simi. Una interrogazione con la quale si chiedevano luci sullo studio dell'Ispra, su progetto del parco fotovoltaico che Tamoil ha in animo di costruire, sulla ricostituzione dell'osservatorio Tamoil e sulla commissione mista di tecnici e politici che dovrebbe vagliare gli studi dei progetti ambientali a cui sono vincolati i 2 milioni 400mila di euro già nelle casse del Comune dopo l'azione risarcitoria attuata dal cittadino Gino Ruggeri a cui si è accodato il Comune.
La relazione dell'Ispra, valuta in oltre 8 milioni di euro, il risarcimento dei danni arrecati da Tamoil. "Un danno ambientale attuale, in relazione al quale il responsabile deve provvedere, nei tempi previsti, alla prosecuzione e al completamento delle attività di bonifica in corso, in modo da assicurare, al contempo la riparazione primaria - si legge nelle conclusioni dell'Ispra per il Ministero della Rigenerazione Ecologica (ex Ministero dell'Ambiente) - Un danno ambientale temporaneo, in relazione al quale si può prevedere, come riparazione compensativa, l'esecuzione, a carico del responsabile, di interventi di potenziamento della depurazione delle acque reflue nella zona interessata dal danno, per un costo di realizzazione di 4.368.000 euro (interventi da individuare successivamente, in via amministrativa, a cura del Ministero dell'Ambiente. Un danno all'immagine e alle funzioni dello Stato, in relazione al quale si può prevedere un risarcimento monetario, stimabile, in via equitativa, pari a 4.080.000 euro."
"Ma c'è un ultimo elemento da considerare, oltre al danno ambientale arrecato, l'Ispra affronta anche la problematica del ripristino dei servizi ecosistemici perduti a causa dell'inquinamento relativi alle acque sotterranee e all'area golenale- ha detto Sergio Ravelli - I servizi ecosistemici sono: servizi riferiti allo sfruttamento antropico dell'ambiente, al mantenimento degli equilibri ambientali, alla biodiversità degli ecosistemi, al ciclo dei nutrienti e servizi legati all'utilizzo umano dell'ambiente. Per queste finalità e con questo vincolo di destinazione, il Ministero può decidere, come già fatto in casi analoghi, di destinare al Comune di Cremona una parte del risarcimento ottenuto in sede civile. Pertanto il Comune dovrebbe essere fortemente interessato alla causa civile intentata dal Ministero. Dovrebbe occuparsene e preoccuparsene invece di far finta di niente e silenziare il tutto". Saverio Simi e Luca Ghidini hanno ribadito che Forza Italia vigilerà sulla costituzione di una commissione ad hoc (che potrebbe comprendere anche il Politecnico di Milano) per valutare i progetti ambientali da attuare con questi fondi "vincolati".
Intanto va chiarito che sulla vicenda Tamoil ci sono ancora in corso due cause civili (quella del Ministero dell'Ambiente e quella della Bissolati che ha ancora aree contaminate dopo 17 anni) e quella penale su cui si potrebbe esprimere a breve la Procura che si è avvalsa di un consulente tecnico.
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commenti
Alessandro
20 dicembre 2024 15:25
Tamoli fa parte di un gruppo societario più grande che ha capacità economica per far fronte ai danni causati - https://www.oilinvest.com/financial/
e dovrebbe essere chiamato in causa dalle istituzioni a contribuire al ripristino.
Non se ne faccia una mera questione economica e/o politica ma civile e umana.
Brother
20 dicembre 2024 16:29
Sono stati fatti controlli sui soci delle canottieri interessate dal grave inquinamento circa l'aumento di patologie ad esso collegate considerato che fino alla sua scoperta nuotavano e bevevano acqua mista idrocarburi e altre sostanze altamente cancerogene?
Le società interessate possono restare tranquillamente fruibili anche se attualmente invece di diminuire pare che quanto estratto dai loro terreni contaminati continui ad aumentare?