L'ospedale a casa del paziente oncologico: al via il progetto OncoHome per le cure domiciliari
Parte OncoHome, il progetto pilota rivolto ai pazienti con tumore solido avanzato o metastatico che seguono una terapia orale. Il servizio prevede la gestione in teleassistenza per il 70% dei malati, e per il rimanente 30% visite direttamente a domicilio. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è capofila del Progetto, che viene sviluppato sul territorio insieme all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’ASST di Cremona e con patrocinio di AIOM, Associazione Italiana Oncologi Medici. Il Progetto OncoHome vuole agevolare i pazienti nella loro quotidianità e alleggerire il carico di impegni dei caregiver, senza compromettere il livello di qualità delle cure e la gestione della malattia. In attesa della vaccinazione anti-COVID, il servizio rappresenta anche un modo per tutelare i pazienti oncologici contro l’infezione da Sars-CoV-2, esposti a un rischio fino a 3,5 volte maggiore rispetto alla popolazione sana di ammalarsi di COVID-19 e di sviluppare forme più severe.
“OncoHome è un progetto apri-pista per una modalità assistenziale diversa da attuare sul territorio” – sottolinea Filippo de Braud, Direttore del Dipartimento e della Divisione di Oncologia Medica ed Ematologia INT. – “L’obiettivo è di ridurre del 50% gli accessi in ospedale e di proteggere di conseguenza i pazienti oncologici dal rischio di infezione, fornendo loro lo stesso livello di cure che riceverebbero in ambito ospedaliero. I dati che raccoglieremo ci permetteranno di valutare la possibilità di creare un network di assistenza a livello nazionale”.
OncoHome prevede al momento il coinvolgimento di 300 pazienti, assistiti dalle tre strutture ospedaliere: 100 sono seguiti da INT, 100 dall’Ospedale San Raffaele e 100 dall’Ospedale di Cremona. “L’analisi delle cartelle cliniche ci ha permesso di identificare i pazienti oncologici che possono essere seguiti in teleassistenza - circa i 2/3 del totale - e quelli invece che necessitano di controlli a domicilio” – aggiunge Giuseppe Procopio, Responsabile Struttura Semplice Oncologia Medica Genito-urinaria INT – “Va chiarito però che non si tratta di assistenza domiciliare di malati terminali. La differenza è sostanziale. Nell’ambito del Progetto OncoHome i pazienti non ricevono cure palliative, ma vere e proprie terapie oncologiche”.
“OncoHome per noi è il giusto proseguo di un’assistenza domiciliare attivata in emergenza a metà marzo 2020 in piena pandemia, per l’assistenza dei nostri pazienti oncologici, compresi quelli con l’infezione da COVID-19” – dichiara Rodolfo Passalacqua, Direttore Unità Operativa di Oncologia, ASST Cremona – “Nell’ambito di questo Progetto pilota che sviluppiamo con INT e HSR, il paziente è parte attiva e ha il compito di compilare ciclicamente dei questionari che, attraverso domande che riguardano l’impatto sulla qualità di vita delle cure in corso, ci servono per capire meglio la reale tossicità dei farmaci”.
“La gestione territoriale dei pazienti oncologici è una delle problematiche che più si renderanno importanti nel futuro, in considerazione del sempre maggior numero di pazienti che cronicizzano la malattia e che possono impiegare trattamenti oncologici orali o sottocute che, di per sé, non richiedono la necessità di una somministrazione ospedaliera” – dichiara Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM e Responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni Bergamo. - “Il progetto OncoHome rappresenta uno dei primi esempi di utilizzazione degli strumenti informatici e di una nuova modalità di somministrazione dei farmaci per il paziente oncologico per limitare il numero dei suoi accessi alle strutture Ospedaliere. Si cerca così di creare una nuova realtà, l’Oncologia territoriale, in cui il paziente mantiene il contatto con la Struttura che lo ha in cura, anche attraverso l’accesso a domicilio del medico oncologo e dell’infermiere. Il livello di innovazione di tale progetto potrebbe, nel tempo, cambiare radicalmente la modalità di gestione dei pazienti oncologici, a tutto vantaggio di una maggiore sicurezza e di una riduzione degli spostamenti”.
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