La compagnia cremonese "QU.EM. quintelemento" selezionata per il festival internazionale di Girona
Numeri molto eloquenti, per questa ennesima trasferta verso la Spagna. Il FITAG è uno dei festival di massimo livello del circuito internazionale del teatro amatoriale, un punto d’arrivo che di fatto rappresenta una sorta di ‘marchio’ di qualità. E’ giunto alla 24^ edizione ed è organizzato direttamente da diversi enti pubblici della Regione Autonoma della Catalogna; ha accolto negli anni compagnie di tutto il mondo e questa volta presenterà spettacoli provenienti da Spagna, Algeria, Italia, Marocco, Polonia e Ucraina.
E i numeri sono altrettanto significativi per la compagnia cremonese QU.EM. quintelemento, che gestisce il Centro Culturale Next di via Cadolini. I candidati al festival erano oltre 190, e ne sono stati selezionati solo 20; inoltre, QU.EM. è stato anche prescelto fra i 5 che parteciperanno al cosiddetto FITAG Municipis, destinato alle cittadine limitrofe a Girona. La compagnia cremonese, pertanto, andrà in scena non solo, come previsto, il 30 agosto nello splendido teatro dell’auditorium La Mercè, ma anche a La Cellera de Ter il giorno 31.
“Siamo veramente colpiti da questo ennesimo riconoscimento - dice la regista e attrice Francesca Rizzi - Questo nostro spettacolo, «Gli altri», andrà in scena per la quindicesima, sedicesima volta, tra piazze italiane ed estere. E’ un’emozione che è davvero difficile da esprimere”. Questo dramma video-teatrale, del resto, è costruito su una suggestiva interazione fra le parti video, l’azione scenica e la musica, con una modalità che è soprattutto gestuale e visuale, più che di parola. Ed infatti, sottolinea l’attore Danio Belloni, “lo stile e queste sue caratteristiche lo hanno reso molto adatto anche per il pubblico di altre nazionalità; non a caso metà delle nostre performance le abbiamo realizzate tra Belgio, Marocco e Spagna”.
Molto apprezzati sono stati anche i contenuti del dramma, il suo forte afflato sociale, la denuncia delle conseguenze nefaste delle tante, troppe ideologie violente, intolleranti e razziste che continuano ad attraversare il mondo. “Per noi il teatro vive in una dimensione dove l’arte è tutt’uno con l’etica - conclude Paolo Ascagni - Noi non crediamo nell’intrattenimento fine a sé stesso; noi, con i nostri spettacoli e laboratori, vogliamo essere strumento ed occasione di riflessione e di libero pensiero. Ed il pubblico questo lo capisce e lo apprezza”.
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