28 ottobre 2024

Un gruppo di tifosi grigiorossi pronti a intervenire per salvaguardare l'arco di ingresso alla curva Favalli. Sabato il primo sopralluogo

Un gruppo di tifosi della curva grigiorossa vuol fare la propria parte per restaurare il portale d'ingresso allo Stadio. Sabato si èinfatti tenuto il sopralluogo visivo per il progetto di restauro del portale monumentale dello Zini di via Cardinal Massaia, un bene culturale familiare a tutti i tifosi grigiorossi.

"L'idea, nata da una proposta di uno storico tifoso e ultras della Cremo (Quinza) dopo un primo incontro in Comune due anni fa, si sta concretizzando sotto il punto di vista tecnico grazie a due architetti cremonesi. - afferma Stefo Mansi, del Club di tifosi grigiorossi di Milano - Lorenzo 'dla Mòta' che da anni vive e lavora a Milano e Simone di Cremona, che sta cercando l'autore del progetto, probabilmente legato allo Studio dell'architetto Nino Mori. Il portale nato nell'ambito delle costruzioni del ventennio, porta d'ingresso alla Curva Favalli, è in condizioni fatiscenti e necessita di un primo intervento di isolamento della copertura viste le copiose infiltrazioni. La ricerca di materiali e disegni storici presso l'Archivio di Stato di Cremona ha dato esito negativo quindi lanciamo un appello. Chiunque abbia progetti, foto, disegni e notizie sul portale scriva con messanger alla pagina. Lo ricontatteremo immediatamente".

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L’unica sua colpa è forse quella d’essere oggi in una posizione defilata e di aver perso la sua originaria funzione, ma anche di costituire una testimonianza in fondo minore dell’architettura del Ventennio fascista, che a Cremona ha prodotto ben altri risultati. Questo non giustifica il fatto che il monumentale arco di ingresso allo stadio Zini, in fondo a via Cardinale Massaia, che oggi dà accesso al piazzale della curva sud, sia lasciato andare in rovina. Si sono in parte staccate dalle zanche che le sorreggevano le lastre marmoree poste a copertura dell’architrave e in più punti ha ceduto l’intonaco che copre l’armatura in cemento armato. Anche il resto della struttura in mattoni avrebbe la necessità di essere sistemato e ripulito. Il monumentale arco di ingresso venne realizzato nel 1931 ed appartiene alla fase della ristrutturazione dello stadio, realizzato poco più di dieci anni prima, nel 1919, quando era conosciuto come Campo Inglese perché qui durante la Grande Guerra era situato l’ accampamento dei soldati britannici che portarono il calcio a Cremona. Nel 1922 era stata inaugurata la pista ciclistica, inizialmente rialzata alle estremità, e lo stadio prese il nome di Motovelodromo. Nel 1927 lo stadio Zini fu devastato da un ciclone e la pista non venne più riparata, fino a cadere in completo disuso due anni più tardi. Nel 1931 fu inaugurata la nuova tribuna e l’intero stadio venne ristrutturato prendendo il nome di Campo Polisportivo, come appunto testimonia la scritta sul monumentale arco d’ingresso. Proprio le autorità fasciste, nella persona del gerarca Roberto Farinacci, si interessarono alle sorti della squadra grigiorossa che in quegli anni si trovava a fronteggiare gravi difficoltà economiche e, dal 1933, l’impianto stesso venne intitolato per un breve periodo al segretario del PNF. La pista fu ricostruita nel secondo Dopoguerra, ma con curve piatte per l’atletica leggera, e venne rimossa definitivamente non molto tempo dopo, quando fu deciso di allargare il rettangolo di gioco e costruire i settori di curva. Il monumentale arco, dunque, costituisce non solo un esempio dell’architettura fascista, ma testimonia anche un significativo pezzo di storia della Us. Cremonese.

 


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commenti


Michele de Crecchio

29 ottobre 2024 01:06

Come ho già avuto modo di segnalare, il manufatto in questione, essendo privo di qualsiasi linea curva, non dovrebbe definirsi "arco di ingresso", ma, più correttamente, "portale di ingresso". Anche se dichiarato opera dell'ingegner Nino Mori, è molto probabile che, come per tante altre opere, il vero progettista del monumentale portale sia stato l'ottimo disegnatore Giulio Bentivegna, da sempre fedele e preciso collaboratore del Mori. Per quanto mi pare di ricordare, la migliore fotografia dell'opera appena conclusa (e riportante anche la scritta di intitolazione a Farinacci) dovrebbe essere riprodotta sulla copertina di un numero della rivista Cremona, numero pubblicato nel 1931.

Pierluigi Torresani

31 ottobre 2024 14:17

Ottima iniziativa che testimonia il desiderio di sviluppare il senso di appartenenza ad una comunità. Attraverso una testimonianza storica ed architettonica.