La mostra fotografica “I sensi… della vita! Sensi che danno un senso” dell’indirizzo Grafica e Comunicazione dell’Einaudi e Aisla alla Casa di Cura Ancelle della Carità fino all’Epifania
Promessa mantenuta. Da Sabato 30 Novembre fino al 6 Gennaio, la Casa di cura "Ancelle della Carità" ospiterà la mostra fotografica “I sensi… della vita! Sensi che danno un senso”, realizzata dagli studenti dell’I.i.s. “L. Einaudi”, in collaborazione con la sezione locale dell’A.i.s.l.a. Presentata, per la prima volta, nel Maggio scorso, a Palazzo Guazzoni Zaccaria, l’esposizione inizia ora una piccola tournée, grazie a Michele Gennuso, direttore del Dipartimento di Riabilitazione della struttura, che, in un futuro prossimo, intende portarla pure a Cremona Solidale. Protagonisti alcuni giovani delle quinte A e B (Erica Casella, Tommaso Colombani, Valentina Fezzoli, Mattia Firetti, Letizia Groppi, Matteo Gradaschi, Mirko Macca, Diego Negri, Alessia Pini, Domenico Trapani, Leonardo Vergnaghi, Francesco Zagheni), che, emozionati ma soddisfatti del traguardo raggiunto, hanno illustrato al pubblico il percorso affrontato, il significato ed il messaggio delle opere selezionate per l’evento. Durante la nuova inaugurazione, Gennuso ha elogiato i ragazzi: “Le vostre foto mi hanno colpito subito. Con la sclerosi laterale amiotrofica, il paziente perde la capacità di muoversi e di interagire con l’esterno. Gli resta soltanto la sfera sensoriale. Con questo lavoro, avete aperto una luce in chi soffre di tale patologia. Gli avete regalato la possibilità di capire che può ancora stare nel mondo e donargli qualcosa, malgrado le difficoltà. L’arte rappresenta una terapia. Gli studi che state svolgendo vi possono introdurre in tale dimensione”. All’apprezzamento del primario, hanno fatto eco quelli della presidente e della vicepresidente dell’A.i.s.l.a.; Nazzarena Anelli ha dichiarato: “Non finirò mai di ringraziare l’istituto Einaudi. Abbiamo interagito per un intero anno scolastico, con incontri per farci conoscere, spiegare le finalità dell’associazione e dell’attività proposta. Attraverso gli interventi di medici, psicologi e volontari, abbiamo analizzato i sintomi della patologia neurodegenerativa, le sue fasi e gli stati emotivi dei malati e delle famiglie, alle prese con il decorso. Non è stato un caso scegliere l’indirizzo, che unisce la grafica e la comunicazione e che è stato in grado di cogliere l’essenza del progetto”. Per Carlisa Lucchi, gli allievi - accompagnati dalle insegnanti Vittoria Attianese e Roberta Esposito, che hanno assistito alla cerimonia anche a nome di Michela Balzarini, referente del corso -, sono stati “bravi nel rapportarsi con situazioni caratterizzate da grande dolore. Curare implica un rapporto tra noi e l’altro, è un gesto spontaneo, che necessita di attenzione, ascolto, perseveranza e di un atteggiamento ormai raro, la gentilezza. Tutto ciò rappresenta il nostro obiettivo e, per conseguirlo, dobbiamo instaurare alleanze e sinergie con l’istituzione scolastica, in cui vengono formati gli adulti di domani”. La superiora Carla Antonini ha posto l’accento sulla sensibilità degli artisti in erba, li ha benedetti e si è augurata che la sua madre fondatrice li aiuti a “spalancare cuore e mente ad ulteriori iniziative artistiche e benefiche”. La preside Nicoletta Ferrari è stata grata “per le splendide parole pronunciate e per l’opportunità offerta alle classi coinvolte. I docenti ne hanno fatto emergere le potenzialità migliori. L’esperienza ha permesso di coltivare l’interiorità di chi si è dedicato all’allestimento e di favorirne la crescita umana e professionale”.
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