La Regione agli ospedali: soltanto interventi urgenti e oncologici Rinviate interventi programmati, lasciate posti letto ai malati Covid
Ospedali, si torna in emergenza. Posti letto riconvertiti per curare i malati di Covid, attività ordinarie sospese. Una nota della Direzione Generale del Welfare di Regione Lombardia ieri sera ha raccomandato agli ospedali di riorganizzare l'attività operatoria garantendo gli interventi urgenti e quelli oncologici. E rimandando gli interventi programmati per preservare posti letto e posti in rianimazione a pazienti Covid. Il documento tiene a precisare che si tratta di una azione preventiva volta a fronteggiare la crescente pressione di ricoveri Covid all'interno delle strutture della Regione e per evitare situazioni emergenziali che al momento non sussistono. La nota è stata inviata a tutte le direzioni ospedaliere e alle Ats con l'invito a coinvolgere anche le strutture private convenzionate. L'oggetto della nota è: "Ulteriori indicazioni organizzative per l'intera rete ospedaliera nell'attuale fase emergenziale".
Negli ultimi giorni si assiste a un netto e rapido aumento dei casi di COVID-19 che necessitano di ospedalizzazione e di terapia intensiva. In particolare, il numero di pazienti ricoverati nelle Terapie Intensive della rete regionale è aumentato di 100 unità in 5 giorni (da 412 il 26/2 a 512 il 3/3). Le disposizioni prevedono:
• la riduzione/sospensione dell’attività di ricovero deve essere disposta dalla Direzione della Struttura con l’obiettivo di garantire la disponibilità di posti letto previsti dai Piani e ciò al fine di mettere a disposizione: del proprio Pronto Soccorso, i posti letto necessari ad accogliere e ad assistere i pazienti con tempestività, delle Centrali di Coordinamento regionali, i posti letto necessari per consentire l’alleggerimento delle Strutture che risultano essere in maggiori difficoltà sul territorio regionale.
• l’attività ambulatoriale viene di norma confermata, fatta salva la possibilità per ciascuna Direzione di intervenire programmando temporanee riduzioni di prestazioni non prioritarie, qualora strettamente necessarie per recuperare risorse da impiegare nelle aree con maggiore priorità di assistenza e/o per potenziare l’attività vaccinale che deve essere considerata attività di assoluta priorità.
La collaborazione tra i Centri attività e temporaneamente disattivati può prevedere:
o il trasferimento diretto del paziente, ove possibile, presso il Centro attivo per l’esecuzione della procedura e la successiva degenza intensiva/sub-intensiva;
o la possibilità per le equipe del Centro che temporaneamente sospende l’attività d ieffettuare le procedure presso il Centro attivo dove il paziente continuerà poi la degenza intensiva/subintensiva;
o l’esecuzione della procedura sul paziente autopresentato presso il Centro che temporaneamente sospende l’attività e il successivo trasferimento presso il Centro attivo per la degenza intensiva/sub-intensiva post-procedurale, da valutare in base alle condizioni del paziente;
o la possibilità per il Centro attivo di trasferire il paziente al Centro che h atemporaneamente sospeso l’attività dopo la degenza intensiva/subintensiva.
Per garantire la tenuta del sistema e per rafforzare la collaborazione tra i diversi setting assistenziali, specifica la Regione, le strutture sanitarie di riabilitazione e quelle con posti letto di degenza sub acuti devono garantire fin da subito la disponibilità di posti letto per pazienti Covid-19.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti