La storia tutta cremonese di Marianne Jost, designer divenuta liutaia dopo essere entrata in una bottega di liuteria. Ne parla l’inserto “Io Donna” del Corriere
Marianne Jost è una liutaia. E fin qui, a Cremona, niente di nuovo sotto il sole. Non è però questo ad aver convinto il Corriere della Sera a intervistarla nel suo inserto "Io Donna". Neppure l'aver ricevuto il IV posto alla triennale di liuteria con la menzione d'onore. Marianne infatti, nasce designer. Nata a Locarno, affiancava agli studi tecnici anche la passione per la musica. Fu proprio entrando in una bottega cremonese di liuteria che rimase folgorata e decise di iscriversi alla celebre Scuola di Liuteria della città. Ecco che dagli studi è nata una nuova professione, il cui epilogo non potrebbe essere migliore: oggi (dal 2011) insieme al marito Sebastian Ribes ha una bottega. Una delle tanto sognate 180 botteghe di Cremona.
Nel racconto al Corriere la liutaia ormai "cremonese adottiva" si racconta nella sua giornata tipo e parla di una città a misura d'uomo. "Mi sposto in bicicletta, è tutto a portata di mano".
E poi via via tra i modelli di liuteria più utilizzati per i propri strumenti, alla passione per la musica rock, fino al termine della giornata a bere qualcosa in uno dei locali del centro. Si parla anche dell'immancabile "Museo del Violino" dove sono custoditi i più preziosi capolavori di liuteria del globo, "fonte di ispirazione" per Marianne. Ancora una volta Cremona è protagonista di una bella storia, che parla di una bella città, perfino più bella di quanto a volte i cremonesi non riescano a vedere. E la liuteria continua ad essere volano per la musica, la cultura e il turismo, con buona pace di chi ritenga il settore saturo o prossimo alla crisi.
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